Scherma, Lego, unlearning: la formazione non convenzionale dei lavoratori Bauli
Il gruppo veronese, che conta 1600 dipendenti, sta investendo su progetti formativi dedicati soprattutto alla condivisione della cultura e dei valori aziendali e al team building: percorsi che vengono misurati sia sotto il profilo qualitativo sia nei risultati aziendali a cui contribuiscono sia sul livello di reputation aziendale
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Costruire il team di lavoro addestrandosi al duello, risolvere i problemi con i Lego, coinvolgere i nuovi arrivi attraverso i giochi di ruolo, allenare al cambiamento disimparando ("unlearning") le strategie abituali. Alla Bauli la formazione dedicata ai collaboratori sta allargando il proprio obiettivo e negli ultimi anni è stata focalizzata più sui temi di cultura aziendale che sull’apprendimento tecnico, più sul come che sul cosa e con un approccio pratico.
Un progetto formativo che va misurato
Una moda, un diversivo per i 1600 addetti del gruppo veronese? «Anche la formazione va misurata, perché tutto in azienda deve avere un ROI, un ritorno sull’investimento - spiega Martina Colombara, direttrice HR&Organizzazione - Il primo modo per farlo sono i feedback qualitativi del fornitore della formazione, dei partecipanti e della struttura Human Resources. Il secondo riguarda l’attività strettamente lavorativa: dopo l’ultimo progetto dedicato al settore commerciale abbiamo registrato uno dei migliori trimestri dell’anno in termini di risultati; dopo il piano formativo realizzato con l’area di ricerca&sviluppo i nuovi collaboratori inseriti sono cresciuti professionalmente e sono ancora in azienda. La terza misurazione dei risultati ottenuti riguarda i valori di reputation aziendale».
Il ruolo di Fondimpresa
Il gruppo – che è stato selezionato da Fondimpresa per il monitoraggio valutativo 2018 - ha finanziato questi progetti grazie ai contributi stanziati dal Fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, leader nel sistema della Formazione continua in Italia, a cui le aziende possono destinare i contributi obbligatori per la formazione. A fine giugno 2019 risultavano iscritti al Fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil 4 milioni 681 mila lavoratori provenienti da 201 mila 500 aziende aderenti.
Lego Serious Play: mattoncini per risolvere i problemi
I mattoncini colorati della Lego e lo sport sono stati gli insoliti protagonisti di un percorso di team building per una cinquantina di addetti alla vendita di Bauli. Il Lego Serious Play adottato è un metodo introdotto circa vent’anni fa dal formatore danese Robert Rasmussen che fa ricorso alle costruzioni come contesto in cui condividere temi di gestione o di organizzazione del lavoro. «Oggi c’è l’esigenza diffusa di toccare con mano i problemi e risolverli insieme» sintetizzò qualche anno fa in un’intervista lo stesso Rasmussen. A Castel d’Azzano i Lego sono serviti ai dipendenti per costruire un modello tridimensionale del proprio problema in ambito lavorativo e per discuterne con i colleghi.
Workshop di scherma: regole e duelli per fare squadra
Il secondo workshop utilizzato per fare squadra nel gruppo che si avvicina ai cento anni di storia, essendo nato nel 1922, ha visto una campionessa di scherma nel ruolo di formatrice. Perché l’arte della spada? Perché era uno sport non praticato dai partecipanti al progetto, rispondono a Verona, e questo ha permesso di far lavorare tutti alla pari: regole da apprendere, disciplina, poi tentativi e duelli.
Giochi di ruolo per il team che si allarga
Simulazioni e giochi di ruolo invece hanno coinvolto una quarantina di dipendenti dell’area R&D nel progetto “Essere un team di good followers”: l’occasione per lavorare sul rafforzamento del team, sulla conoscenza e su temi come la leadership e la comunicazione interna è arrivata dall’inserimento di nuovi collaboratori e da una riorganizzazione delle competenze, un passaggio delicato nella vita aziendale che può invece diventare un moltiplicatore in termini di miglioramento del gruppo e dei singoli.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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