Formula 1

Formula 1, in Germania Hamilton raggiunge Schumacher nella storia a quota 91

Hamilton vince e convince come sempre, ma lo fa approfittandosi di un problema tecnico che ha portato al ritiro del suo compagno di squadra

di Alex D'Agosta

(AFP)

5' di lettura

È a favore delle statistiche la gara impeccabile di Hamilton che, anche quando finalmente riesce a entrare davvero “nella storia” di questo sport, scrivendo una delle pagine più importanti proprio a casa di Schumacher, lascia però un po' di amaro in bocca: vince e convince come sempre, ma lo fa approfittandosi di un problema tecnico che ha portato al ritiro del suo compagno di squadra.

Il finlandese infatti partiva in pole position e credeva di poter disputare una bella corsa, con grande spinta emotiva perché il mondiale sembrava ancora aperto visti i 44 punti di distacco fra i due contendenti al volante di una Mercedes. Invece no, Hamilton ha fatto ancora man bassa di risultati e, mentre si parlerà di lui per questo pareggiamento di record di 91 gran premi vinti (detenuto dal tedesco sin dal 2006), zitto zitto sta anche costruendo il più importante dei traguardi che non voleva lasciare in esclusiva a Schumi, ovvero il settimo mondiale in carriera.

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A un passo dal trionfo

Ora infatti, con 69 punti di vantaggio e sei prove ancora in calendario, è davvero difficile pensare a una rimonta di Valtteri senza contare sulla sfortuna altrui. Meteo clemente, gara regolare, festa anche per la Germania e ad alcuni confinanti. Se il motorista “di casa” festeggia un primo posto, questa undicesima prova della Formula 1 nell'undicesimo giorno di ottobre è una vera festa europea.

Ha vinto Hamilton su Mercedes, ma Verstappen e la sua Red Bull, nonostante la brutta notizia dell'abbandono di Honda a fine del 2021, è rincuorante e determinante per i prossimi passi nella sopravvivenza di tutto il progetto di Helmut Marko in questo sport con entrambi i team, motorizzati giapponesi e alla ricerca di una soluzione in tempi rapidi.

Fra l'altro, per via del ritiro della seconda Mercedes, ora il gap fra Max e Valtteri è davvero contenuta: solo 14 punti che possono matematicamente essere recuperati a favore dell'olandese.

E il terzo posto di Ricciardo, che non saliva sul podio da due anni, è altrettanto significativo: deluso da una Renault troppo mediocre per il suo potenziale, pure con il contratto McLaren 2021 già in tasca, Daniel si è mostrato “affamato”, un gran combattente.

E ha portato a casa un risultato importante per sé e per la squadra che lo rimette per fortuna agli onori delle cronache. Dopo questa gara infatti, nonostante Perez alle calcagna, si conferma al quarto posto nel mondiale, consolidando il suo vantaggio, ora di dieci lunghezze sul messicano e a tredici da Norris.

Buone notizie per Renault

Buone notizie di conseguenza anche per la Renault, che nella ranking dedicata si porta a soli due punti dalla McLaren e a sei dalla Racing Point, le due sorprese del 2020, mentre si allunga il vantaggio su Ferrari, il primo dei costruttori con un punteggio ancora rimasto a due cifre dopo tutte queste gare.

In generale, l'Aramco Großer Preis der Eifel festeggia il ritorno delle competizioni in uno dei più classici circuiti dell'automobilismo internazionale di tutti i tempi, e anche questo è un fatto da ricordare in questo strano 2020 segnato da diversi stravolgimento del calendario a causa del Coronavirus.

Nell'altopiano renano dell'Eiffel, che dà il nome al Gran Premio per differenziarsi da quello della Germania, che ormai è gelosamente legato ad Hockenheim, la pista del Nurburgring torna al suo splendore con una gara di Formula 1 dopo 7 anni di assenza, nonostante anche l'altro ieri abbia presentato le sue intrinseche difficoltà meteorologiche: la regione è nota per essere spesso caratterizzata da piogge, ed essendo scelta per una gara d'autunno non ha inatteso le previsioni, tanto che venerdì nessuno è potuto scendere in pista per pure ragioni di sicurezza e visibilità.

Il ritorno dell'incredibile Hulk

A fronte delle “solite” prestazioni ripetitive che tanto hanno annoiato i tifosi negli ultimi anni, non si può non celebrare una storiella colorata come questa. Lance Stroll ha deciso di non prendere parte a nessuna parte di questo weekend, comunicando ieri mattina un malessere al team che, trovandosi in una pista tedesca a correre, ha pensato bene di chiamare la “riserva” Nico Hulkemberg, comunque in procinto di andare all'autodromo per impegni con la tv nazionale. Di nuovo chiamato in “emergenza”, come già visto a Silverstone, sempre per motivi di salute dei sostituiti, tuttavia con molto meno anticipo.

Nei gran premi corsi in Gran Bretagna, Perez non aveva partecipato perché risultato positivo al Covid-19, lasciando margine al team per avvisare il biondo sostituto con 24 ore di anticipo. Ieri invece l'avviso è arrivato alle 11 di mattina quando c'era da scendere in pista per le qualifiche alle 15.00.

La storia ha avuto un lieto fine perché, pur classificandosi ultimo, è riuscito a prendere parte alla gara di oggi, concludendo all'ottavo posto.

Alfa, un piccolo punto della bandiera

Da segnalare un momento leggermente migliore del solito per Giovinazzi, già a partire dalla qualifica a “solo” nove decimi di secondo dal quarto posto di Leclerc ma sopratutto ben quasi otto decimi più rapido del suo compagno Raikkonen, che gli sono bastati per scattare dalla quattordicesima posizione, davanti alle Haas, Williams ed eccezionalmente alla Racing Point di Hulkemberg. Raikkonen invece non benissimo, nonostante celebri il record di 323 gran premi personali, battendo il predecessore Barrichello nella classifica del più “veterano” nelle gare di Formula 1. Niente punti per lui, ma non è una pista mai stata amichevole al finlandese: il GP-Strecke lo ha visto due volte in pole ma mai vincente anche negli anni migliori.

Non da brivido, ma l'azione c'è stata

Si ricorda già una partenza a dir poco millimetrica per i detentori delle prime due file. Hamilton e Bottas, Verstappen e Leclerc: quelli scattati dalle piazzole pari sembravano entrambi in apparente vantaggio alla prima a destra, poi sono stati subito ridimensionati dalla fine della chicane, con la curva a sinistra e un immediato allungo verso la terza. Subito Mercedes e Verstappen in fuga. Al quarto giro Leclerc aveva già preso 7 secondo dal trio di testa e Ricciardo era già dentro a soffiargli sul collo.
Al nono giro erano 15 i secondi dal leader ma Ricciardo è passato senza grossi problemi. Da lì si è capito che la Renault stava preparando una grande giornata, mentre la Ferrari doveva assolutamente contenere i danni e abbandonare i sogni fatti dopo il quarto in qualifica. Del settimo finale per il monegasco, insomma, visto che nei primi minuti perdeva oltre 1 secondo e mezzo a tornata dai leader, non si può lamentarsene.
Poteva cambiare qualcosa una variabile pioggia che non si è mai attivata fino in fondo, anzi, ha illuso solo per pochi minuti. Una tensione a riguardo in casa Ferrari c'è stata al giro 11, quando Leclerc è entrato a mettere la gialla.
Sembrava un azzardo, anzi, se fosse piovuto forte sarebbe stato un grave errore, ma alla fine è andata bene.
Tuttavia nell'arco di pochi attimi si è pure visto Vettel compiere un'uscita anomala mentre attaccava Giovinazzi: ha perso il posteriore, si è girato e ha “ripreso” la macchina imbardata a sinistra proprio al confine della ghiaia. Una mossa da maestro ma, ironia della sorte, non è mai più riuscito a mettergli il muso davanti, finendo pure dietro nella classifica finale: l'italiano ultimo a punti, Vettel il primo fuori.

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