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Forspoken, magie spettacolari e parkour salvano un videogioco “maledetto”

Il debutto di Luminous Productions per Square Enix non è dei migliori. La storia non decolla, l’open world delude, più convincente il gameplay

di Luca Tremolada

2' di lettura

Forspoken di Luminous Productions edito da Square Enix è nato dopo un parto travagliatissimo, con errori nella comunicazione e accelerazioni nello sviluppo. Era un titolo segnato, maledetto, a partire dalla trama e dal genere. Parliamo di un gioco di ruolo d’azione open world che segue il viaggio di Frey, un giovane newyorkese sfortunata e disperata che viene trasportata nella bellissima e crudele terra di Athia. Per tornare a casa dovrà fare ricorso a un simpatico braccialetto che le dona poteri magici. Conclusione? Lei, Frey, non si fa amare, Athia appare un mondo bello ma vuoto e la storia non decolla mai. Il gameplay però funziona. Lanciare magia non è mai stato così divertente.

Cosa ci è piaciuto.

E’ un gioco di ruolo, gli scontri sono spettacolari e il parkour è quello dei primi Assassin’s Creed dove potevi andare dovunque e fare quello che ci pareva senza alcun tipo di costrizione anche logica. Frey insomma salta e lancia magia come non ci fosse un domani. I numerosi incantesimi a cui si può accedere si dividono in magie di Attacco e magie di Supporto. Li scegli attraverso una ruota che quando apri rallenta il tempo. Nulla di davvero innovativo ma quando cominci a essere potente scatenare il tuo potere è davvero divertente e appagante. Quindi promosso il combat system che da solo tiene in piedi il gioco.

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Cosa non ci è piaciuto.

Hai la sensazione che qualcosa sia andato male nello sviluppo. Che i teams non si siano parlato troppo o la produzione a un certo punto abbia deciso di accelerare i tempi. Per essere più espliciti, i dialoghi sono elementari, la storia riserva davvero pochi e scontati colpi di scena, e il mondo di gioco per quanto suggestivo appare un po’ troppo spoglio. Sembra un gioco nato vecchio che non ha creduto troppo in sè stesso. Ed è un peccato perché gli elementi per fare bene c’erano tutti. Come debutto per Luminous Productions non è dei migliori.

Riproduzione riservata ©
  • Luca TremoladaGiornalista

    Luogo: Milano via Monte Rosa 91

    Lingue parlate: Inglese, Francese

    Argomenti: Tecnologia, scienza, finanza, startup, dati

    Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"; DStars 2019, categoria journalism

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