Forte domanda di cross-collecting a Masterpiece
Offerte oltre 1.100 opere e tour curati da 127 dealer internazionali che hanno proposto ciascuno fino a 9 opere. Bene le vendite per gli old master nonostante Brexit
di Gabriele Biglia
5' di lettura
Giunta alla sua 11ª edizione, Masterpiece London, una tra le più attese ed esclusive art fair che animano le estati londinesi, anche quest'anno si è svolta online (24 -27 giugno).
Si è conclusa insieme al Mayfair Art Weekend (25 - 27 giugno), l'evento annuale che coinvolge le gallerie di fama internazionale dell'esclusivo quartiere di Londra, a pochi giorni dall'inizio della London Art Week (2 - 16 luglio) che si svolgerà quest'anno in modalità ibrida, con mostre online e nelle sedi delle gallerie e case d'asta partecipanti.
Gli organizzatori di Masterpiece erano inizialmente speranzosi sulle possibilità di riuscire ad aprire la fiera in presenza alla fine di giugno e veder finalmente gremire di visitatori i corridoi del Royal Hospital Chelsea, sulle rive del Tamigi.
Ma già a fine marzo la prudenza aveva prevalso sull'ottimismo: l’impatto in continua evoluzione della pandemia e l'incertezza sulle restrizioni ai viaggi internazionali ha reso inevitabile posticipare la physical edition al 2022. Scelta che si è rivelata provvidenziale visto lo slittamento di un altro mese della revoca delle restrizioni anti-covid deciso dal premier Boris Johnson.
Il format
La precedente versione online di Masterpiece del 2020, aveva attirato circa 100.000 i visitatori tramite la piattaforma, mentre nel 2019 la fiera in presenza ne aveva accolti circa 50.000. Il format di questa art fair fondata nel 2010 è rimasto come da tradizione eclettico, incentrato sul concetto di “cross-collecting” adottato da Philip Hewat-Jaboor, chairman di Masterpiece: ossia l'affiancamento inedito di oggetti di epoche e categorie diversi.
Masterpiece ha potuto basarsi sul successo e sull'esperienza maturata l’anno scorso: “Quest’anno abbiamo migliorato e ridisegnato la piattaforma Masterpiece Online - ha raccontato ad ArtEconomy24 Philip Hewat-Jaboor. “Ospitando oltre 1.100 opere d'arte dei nostri espositori, tutte esaminate dal nostro vetting committees, la piattaforma ha consentito al visitatore di navigare ed effettuare ricerche per espositore, per data, paese o provenienza, periodo o per materiale. Per supportare i nostri espositori, a Londra e New York abbiamo organizzato, inoltre, una serie di tour curati per i nostri clienti per visitare le gallerie di persona, dando loro l’opportunità di interagire direttamente con i nostri espositori”. La piattaforma ha permesso ai galleristi di condividere le proprie competenze nei vari settori dell'arte dall’antichità ai giorni nostri, mettendo in rilievo le proprie opere anche attraverso viewing Room.
A questa seconda edizione online hanno partecipato 127 dealer internazionali che hanno proposto ciascuno fino a 9 opere. Tra questi diverse gallerie italiane tra cui: Alessandra di Castro (Roma), Robilant+ Voena (Londra, Milano), Robertaebasta, Cortesy Gallery (Milano), Mucciaccia (Londra), il gioielliere Fabio Salini (Roma), la galleria specializzata in scultura Dario Mottola (Milano), la galleria Valerio Turchi specializzata in antichità (Roma).
Le opere in vetrina
Tra le opere in vetrina, i collezionisti hanno potuto scegliere tra reperti archeologici, dipinti antichi, mobili, gioielli, oggetti di design, opere di arte moderna e contemporanea. A spiccare in particolare per la rarità: una spettacolare Gogotte di ben 30 milioni di anni fa, ossia un fossile di cristalli di quarzo e carbonato di calcio proposta da ArtAncient (150.000 sterline); un fossile di ammonite iridescente risalente al Cretaceo, di circa 75-72 milioni di anni, acquistabile con un prezzo di listino di 38.000 sterline (David Aaron ); un frammento di statua curativa in basalto egiziana del IV-II secolo a.C ( 70.000 sterline), insignita del Masterpiece Award 2021; un orologio in tartaruga del XVIII secolo con montatura in bronzo dorato in vendita per 250.000 sterline da Carter Marsh & Co.; un piatto di porcellana cinese Kraak di epoca Ming, con supporti in argento dorato da E & H Manners (36.000 sterline); un mappamondo su pergamena forse realizzato per il cardinale Richelieu (1585-1642), proposto per 500.000 sterline da Daniel Crouch ; un capriccio su carta raffigurante il Pantheon e altri antichi monumenti romani firmato da Jean - François Thomas de Thomon da Alessandra di Castro (80.000 sterline).
Gli old masters
Tra i dipinti antichi più importanti dalla fiera selezionati per la Curated Highlights: Master Paintings, è stato scelto un quadro presentato da un gallerista italiano: “Si tratta di un raro ritratto non finito eseguito da Sir Thomas Lawrence (1769 - 1830), un quadro intrigante a cui tengo molto, che ho comprato pensando a Francis Bacon. Il dipinto è infatti il primo passo verso un ritratto finito di James Hare (1749 -1804) che Lawrence lasciò incompiuto” ha raccontato ad ArtEconomy24 il gallerista Marco Voena (Robilant+ Voena). “La testa, in parte disegnata e in parte dipinta, si avvita su se stessa in modo molto baconiano. Sono certo che questo quadro che ci rimanda agli “Study for a portrait di George Dyer” sarebbe piaciuto molto a Francis Bacon”. A spiccare trai i dipinti antichi anche un ritratto del marchese Altoviti nelle vesti di Adone di Baldassarre Franceschini (Galerie Perrin) e una natura morta di Jean Davidz De Hem (John Mitchell Fine Paintings).
Le vendite più importanti
Nonostante tutti limiti che una art fair virtuale può avere rispetto ad una fiera in presenza, le vendite e gli affari per le gallerie, già dal primo giorno, non sono mancati: la galleria Osborne Samuel ha venduto ad un collezionista privato una gouache su carta di Bridget Riley, “Greens & Blues with Red, Orange Contrasts”, poco sotto le 100.000 sterline. Modernity, galleria specializzata in arredi rari dei più rinomati designer scandinavi del XX secolo, ha venduto ad un acquirente londinese un sofà disegnato nel 1936 da Frits Henningsen, per 70.000 sterline. Carter Marsh & Co. ha riservato un cronometro della marina del 1777 realizzato da Thomas Mudge per 1,2 milioni di sterline, mentre Imperial Art Gallery ha venduto uno Ritratto di Napoleone Bonaparte, 1805-1815, dipinto da François Simon Gerard e dal suo atelier ad un collezionista svizzero per 180.000 sterline.
Le incognite della Brexit
A sei mesi dalla firma dell'accordo post Brexit, tra dazi, licenze e burocrazia che hanno fatto lievitare i costi e dilatato i tempi di spedizione delle opere d'arte, la domanda che molti si pongono è quanto impatterà tutto questo sul mondo delle fiere e degli scambi di opere d'arte. “Londra rimane uno dei centri più importanti per l’arte e il design” sostiene Lucie Kitchener,Chief Executive Officer di Masterpiece. “Secondo alcune ricerche il Regno Unito risulta secondo solo agli Stati Uniti per le dimensioni del mercato.
Qualsiasi impatto a breve termine che la Brexit potrebbe aver avuto è stato ovviamente oscurato dalla pandemia. Quest’anno abbiamo ricevuto un supporto significativo dalle gallerie europee che hanno partecipato a Masterpiece Online, siamo molto fiduciosi che Londra e la Masterpiece Fair di giugno rimarranno una destinazione importante per gallerie e collezionisti per incontrarsi, acquistare e vendere arte eccezionale” conclude Kitchener.
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