Forum sostenibilità: consegnati i premi impresa sostenibile del Sole 24 Ore
In corso i lavori della terza edizione del Forum sostenibilità 2023 con la cerimonia di consegna del Premio Impresa sostenibile (alla seconda edizione). Il sottotitolo del forum creato dal Sole 24 Ore in collaborazione con la Santa Sede, con il patrocinio della Pontificia Accademia della vita, è «Verso il 2030: un nuovo modello di sviluppo economico per le imprese», con riferimento all’Agenda 2030. La kermesse si svolge al Centro congressi Augustinianum e in diretta streaming sul sito del Sole 24 Ore
di Andrea Gagliardi
8' di lettura
«È un momento importante di confronto tra esperti aziende e istituzioni su come trovare i giusti equilibri tra impresa, sviluppo, innovazione, strategie e responsabilità in vista di quegli obiettivi dell’Agenda 2030 su molti dei quali siamo in ritardo. Viviamo in un contesto multi-crisi in cui eventi negativi si susseguono senza sosta, dai due anni di pandemia allo scoppio della guerra in Ucraina, al caro delle materie prime, alla crisi energetica al rialzo dei tassi, alla nuova guerra in medio oriente tra Israele e Palestina. In uno scenario così delicato è ormai emerso in modo evidente a tutti quanto sia importante e necessario sviluppare una nuova visione del nostro sistema economico basato su un concetto di capitalismo inclusivo, come ricordato più volte anche da Papa Francesco (che ha ricevuto in udienza i vertici del Sole 24 Ore) in questi anni e di umanesimo industriale come sottolineato anche dal Presidente di Confindustria Bonomi nel corso dell’Assemblea di Confindustria dello scorso anno in Vaticano, dove ha parlato di sostenibilità sociale come unica dimensione per crescere». Lo ha detto Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore, aprendo i lavori della terza edizione del Forum sostenibilità 2023 e la cerimonia di consegna del Premio Impresa sostenibile (alla seconda edizione). E ha aggiunto: «Un’economia basata sul solo profitto e obiettivi di breve termine non funziona più. Servono nuovi modelli economici ed organizzativi più inclusivi ed equi, basati su logiche di lungo periodo all’insegna di innovazione e sostenibilità».
Non a caso, il sottotitolo del forum creato dal Sole 24 Ore in collaborazione con la Santa Sede, con il patrocinio della Pontificia Accademia della vita, è «Verso il 2030: un nuovo modello di sviluppo economico per le imprese», con riferimento all’Agenda 2030. La kermesse si svolge al Centro congressi Augustinianum e in diretta streaming sul sito del Sole 24 Ore
Il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini ha ricordato la crisi delle ideologie causata dal crollo del muro di Berlino con l’esplosione degli egoismi e il consumismo e il profitto diventati unico obiettivo della vita individuale e del fare impresa. Di qui la necessità «evidenziata già nel 2019 in periodo prepandemico nel manifesto messo a punto da 100 manager di Wall Street di rimediare al vuoto dei valori imperante, a partire dalla sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Senza i quali, come è emerso negli anni successivi, la Terra si rivolta contro ed esplodono le pandemie». Uno scenario al quale si è aggiunta la variabile della guerra. Tamburini ha ricordato come papa Francesco «sin dal 2025 ha messo l’accento sulle tante guerre nel mondo, e poi, in un crescendo di conflitti ha iniziato a parlare di terza guerra mondiale». Ma «è stato sottovalutato». Gli occhi del mondo «si sono aperti solo in occasione della guerra in Ucraina, una guerra nel cuore dell’Europa». Ma la conferma che si è rotto un equilibrio è stata data dal deflagrare dal conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. Tutti eventi che testimoniano ancora di più che servono valori forti di riferimento. E senza il rispetto dell’ambiente «non è pensabile un mondo migliore»
Monica Lucarelli, assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività produttive e alle Pari Opportunità Comune di Roma ha ricordato il ruolo di traino svolto spesso dalle imprese rispetto alle istituzioni. In una città che si sta attrezzando per il Giubileo nel 2025, è candidata a Expo 2030 e aspetta di mettere a terra i fondi del Pnrr Lucarelli ha parlato dell’importanza di progetti in campo di rigenerazione urbana che mettano al centro le periferie per portare servizi e possibilità di fare impresa sostenibile, con incubatori per aiutare i giovani a creare aziende. Altra sfida da vincere è quella del digitale che rischia però di favorire chi ha maggiori possibilità di investimento, creando un distanziamento sociale ancora più forte. Di qui il ruolo dell’amministrazione per mettere in campo progetti di alfabetizzazione digitale per i più fragili, per i giovani che provengono da contesti più periferici e per gli anziani. Mentre Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha sottolineato la necessità di trovare valori e linguaggi comuni, in un mondo sempre più polarizzato, attorno ai quali costruire le agende globali, a partire dalla madre di tutte le sfide che è quella della sostenibilità perché riguarda l’ambiente, la vita delle persone, i movimenti migratori, la democrazia digitale»
Katia Da Ros, vicepresidente con delega all’ambiente di Confindustria ha sottolineato l’importanza di iniziative come il Premio Impresa sostenibile «perché c’è necessità di esempi e buone pratiche». In una situazione di crisi continue ci sono tre crisi globali che non possiamo non vincere: «La prima è il climate change, la seconda è la perdita di diversità e la terza è l’inquinamento». Crisi che riguardano tutti «comprese le imprese». Da Ros ha ricordato come la sostenibilità abbia avuto una forte accelerazione negli ultimi anni a partire dall’accordo di Parigi del 2015 con il quale 197 Paesi hanno concordato l’obiettivo di impatto zero sul pianeta nel 2050. Il primo obiettivo è ridurre le emissioni del 55% entro il 2030.
«Oggi, a differenza del passato - ha sottolineato Da Ros - sviluppo economico e tutela dell’ecosistema sono visti come due obiettivi che si possono perseguire insieme». L’industria, del resto, è sempre stata ed è tuttora un motore del cambiamento. E «se riusciremo ad arrivare a impatto zero sarà anche grazie alle innovazioni che l’industria sarà in grado di mettere in campo». Certo è che serve un nuovo modello di sviluppo che sappia tenere insieme quello che è sempre stato la ragione di vita di un’impresa, ossia produrre valore economico «insieme ad altri tipi di valori, come quello sociale e ambientale». Il modo di fare impresa «non dovrà più essere lineare ma circolare per cui le risorse dovranno essere usate e rimesse in circolo. E soprattutto non potremo usare più un sistema estrattivo (basato sulla presunzione di risorse illimitate della Terra) ma un modello rigenerativo». Il che implica responsabilità e consapevolezza. Oggi buona parte delle imprese sono ingaggiate in questa sfida. «I dati Istat dicono che due imprese tre con più di tre dipendenti hanno avviato in maniera volontaria azioni per ridurre il loro impatto ambientale».
Per Monsignor Dario Edoardo Viganò, Vice Cancelliere Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali «parlare di sostenibilità significa infatti riallacciare il nostro rapporto con il Creato abbandonando lo sfruttamento selvaggio delle risorse (e con questo ogni forma di neocolonialismo), riducendo inquinamento e spreco a favore di un consumo sempre più responsabile che non richieda sovraproduzione di beni e non generi diseguaglianze». Questa sfida chiama in causa tutti, «perché ciascuno – a partire da piccole azioni – può essere promotore e attore del cambiamento».
Le 15 aziende vincitrici si sono poi alternate sul palco per accennare alla loro strategia di sostenibilità. Presenti quasi tutti i membri della giuria, presieduta da Fabio Tamburini e composta da Luca Manzoni, Edoardo Garrone, presidente del Gruppo 24 Ore, Marina Brogi, docente dell’Università La Sapienza, Teresa Caradonna, vicepresidente Esg e valore sostenibile di Piccola industria Confindustria, Monsignor Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia per la vita, Monsignor Dario Edoardo Viganò, Vicecancelliere della Pontificia Accademia e delle scienze sociali e dal segretario Thomas Errera.
«In Italia abbiamo le risorse e la capacità per continuare sul percorso della transizione ecologica mantenendo dritta la rotta e serrati i tempi. Abbiamo già dimostrato di avere le potenzialità per essere un importante Paese industriale con le tecnologie necessarie a trasformare i nostri processi. Dobbiamo ascoltare chi ci invita al rispetto del pianeta consapevoli delle nostre risorse nelle fonti rinnovabili, che oggi ci vedono quintultimi in Europa seppur secondi per disponibilità, nel riciclo della materia e, con investimenti giusti, nel fronteggiare il cambiamento climatico che sta mettendo a rischio anche una risorsa indispensabile come l’acqua. Abbiamo stimato che occorrono circa 48 miliardi di investimenti in 10 anni per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica – ha commentato Carlotta Ventura, Direttore Communication, Sustainability and Regional Affairs Officer di A2A –. A2A per contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese ha già investito nel settore dell’economia circolare oltre 1 miliardo nel biennio ’21-’22 e prevediamo di raggiungere i 5 miliardi al 2030; altri 11 sono stati destinati alla transizione energetica»
«La sostenibilità non è un concetto astratto, significa compiere delle azioni tangibili, ottenendo, nel tempo, un miglioramento quantificabile a livello ambientale e sociale.
Sostenibilità è, quindi, concretezza. Finanza e Imprenditorialità sono ispirate dalla medesima concretezza. La Banca è un alleato prezioso per l’Azienda: la sua missione è infatti dare concreto supporto a progetti con impatti positivi misurabili, che consentano all’Azienda di essere effettivamente sostenibile da un punto di vista economico e finanziario». Così Luca Manzoni, responsabile Corporate & Investment Banking di Banco BPM.
«La sostenibilità è insita nel nostro modello di sviluppo Ferrero - ha detto Raoul Romoli Venturi, Corporate Communication Director Ferrero Italia - da sempre attento alle persone, alle comunità e ai territori in cui operiamo. È nell’idea Ferrariana, sviluppata già negli anni ’60, del “sacco conosciuto”, antesignano della moderna tracciabilità, riferito alle materie prime di cui ci approvvigioniamo. Si estende oggi su scala globale, improntata sugli stessi valori, con la consapevolezza che per essere efficaci occorre lavorare in partnership, sfruttare le più moderne tecnologie e avvalerci di certificazioni verificate. Operare in maniera sostenibile è parte del nostro DNA».
Per Regina Corradini D’Arienzo, Amministratrice delegata di Simest «la transizione verso modelli di business sostenibili migliora il benessere delle persone e del Pianeta e assicura resilienza e prosperità alle imprese. Per questo motivo, l’allineamento tra sostenibilità, innovazione e strategia di business, al fine di creare un impatto sulla comunità, è diventata una priorità per Simest. Con l’approvazione del Piano Strategico 23-25 abbiamo riconosciuto la sostenibilità tra i nostri valori guida, in linea con le scelte di CDP, ponendolo alla base delle valutazioni degli investimenti partecipativi di Simest. Si tratta di un’evoluzione decisiva del nostro modello operativo. Non solo una scelta in cui crediamo fortemente, ma una direzione verso cui intendiamo accompagnare le imprese italiane, in netta prevalenza PMI, anche con la finanza agevolata sotto la regia del Maeci, affinché siano sempre più competitive a livello internazionale, consolidando la presenza del Made in Italy sui mercati globali»
Luigi Ciarrocchi, direttore CCUS, Forestry & Agri-Feedstock Eni, ha invece raccontato al forum «il modello degli agri-hub , che consente di integrare il continente africano nella catena del valore della mobilità sostenibile». In sostanza, Eni realizza in Africa impianti di estrazione dell’olio da vegetali non commestibili, coltivati su terreni degradati chiamati agri-hub; l’olio vegetale ricavato giunge poi all’impianto di Eni a Gela dove diventa biocarburante. «Soltanto in Kenya ad oggi abbiamo coinvolto più di 50mila agricoltori che hanno coltivato più di 30mila ettari di terreni degradati - ha spiegato Ciarrocchi -; i sottoprodotti degli agri-hub vengono valorizzati localmente come mangimi per animali e fertilizzanti».
Elena Bottinelli, Head of digital transition and trasformation del Gruppo San Donato ha segnalato che «applicare i valori della sostenibilità agli ospedali è un dovere verso i cittadini, considerando l’impatto che l’ambiente ha sulla salute umana; e la trasformazione digitale della sanità è una grande opportunità per includere e ridurre gli sprechi».
Giuseppe Andrea Tateo, Ceo Commerfin Scpa, ha spiegato infine che «la sostenibilità nell’accesso al credito si ottiene attraverso la complementarità tra operatori ed il lavorare in filiera per mettersi al servizio della progettualità delle Pmi italiane».
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