ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùVerso l’incontro di martedì

Riforme, Tajani alle opposizioni: «Pronti al referendum»

Il ministro degli Affari esteri è intervenuto a “Mezz’ora in più” su Rai3. Riferendosi allo scontro tra Italia e Francia sui migranti, ha sottolineato: «Sono amico di Parigi ma l’Italia va rispettata»

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«Berlusconi ha detto: “io ci sono”, lo ha detto in maniera molto chiara, non ci pensa per niente a lasciare la guida di Forza Italia». È quanto ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto a “Mezz’ora in più” su Rai3. Un intervento che giunge all’indomani della convention del partito, che si è svolta a Milano e alla quale l’ex presidente del Consiglio è intervenuto con un video registrato.

È stata una «emozione rivedere un leader, un amico, che con grande forza d’animo decide di essere presente - ha aggiunto Tajani -. Non è da tutti, dopo un mese di ospedale, essere pronto a ricominciare le battaglie politiche. Soltanto un grande leader dopo un mese di ospedale ha il coraggio di parlare per oltre 20 minuti», ha aggiunto.

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Riforme: Tajani, se opposizione dice no, noi andremo avanti

Il responsabile della Farnesina ha affrontato anche il tema delle riforme, in vista di martedì 9 maggio, quando la premier Giorgia Meloni incontrerà i rappresentanti delle forze politiche di opposizione. Secondo Tajani sarebbe «un errore» se l’opposizione si mettesse sull’Aventino nel dialogo sulle riforme istituzionali. Se l’opposizione dirà di no, ha chiarito l’esponente di Forza Italia, «noi andiamo avanti lo stesso, poi ci sarà il referendum», ha aggiunto il vicepremier. Quanto al tema delle riforme istituzionali, il ministro ha detto che «la Costituzione non è una norma di fede, se non ci sono norme che consentono di governare, il Paese ne soffre».

Lo scontro con la Francia. «Sono amico di Parigi ma Italia va rispettata»

Infine il tema dei migranti, e lo scontro diplomatico tra Italia e Francia. «L’unica cosa che non posso accettare è che venga offesa l’Italia», ha spiegato, perché «come ministro degli Esteri devo difendere con grande fermezza e determinazione la dignità di 60 milioni di italiani che nessuno può infangare. Mi auguro che il governo francese cambi posizione, arrivino delle scuse e delle indicazioni di differenziazione rispetto alle scelte del ministro degli Interni e sarò ben lieto di accoglierle», ha aggiunto ricordando di non essere più partito per Parigi «dove ero stato invitato dal ministro degli Esteri» dopo che quello degli Interni Gerald Darmanin ha accusato l’Italia non di non essere in grado di gestire l’emergenza migranti. «Noi siamo sempre stati corretti con Parigi», ha continuato Tajani, ma «ci siamo trovati di fronte ad attacco inaccettabile del ministro degli Interni che ha usato parole inaccettabili non solo nei confronti del presidente del Consiglio e del governo, ma anche dell’Italia. Anche il Pd e il Movimento cinque stelle hanno dato ragione a noi, hanno detto ai francesi che sono questioni interne. Mi auguro che non tutti i componenti de governo francese la pensino come ministro degli Interni», ha concluso.

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