Fosun studia opzioni strategiche per Club Med. Obiettivo ritorno in Borsa
Secondo le indiscrezioni tra le opzioni ci sarebbe la fusione con una Spac. Ma anche alcuni private equity si sarebbero fatti avanti
di Carlo Festa
2' di lettura
Il colosso finanziario Fosun studia diverse opzioni strategiche per la multinazionale francese del turismo, Club Med. A distanza di 7 anni dall’ingresso dell’investitore cinese nel capitale, i riflettori ricadono sul gigante francese del turismo e dei villaggi-vacanza.
Secondo indiscrezioni, rilanciate dal servizio di intelligence Acuris, Fosun, il colosso controllato dal miliardario cinese Guo Guangchang, starebbe valutando opzioni di valorizzazione per la propria controllata. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe un ritorno in Borsa tramite l’unione con una Spac, cioè una special purpose acquisition company. L’obiettivo potrebbe essere quello di replicare l’operazione realizzata tramite il merger della controllata nel lusso Lanvin con la Spac Primavera Capital Acquisition Corp, transazione che ha aperto la strada alla quotazione a New York. Tra le altre opzioni, anche alcuni private equity si sarebbero fatti avanti per Club Med.
La conglomerata cinese Fosun è diventata socio di controllo di Club Med nel 2015, quando l’azienda di Shanghai, dopo due anni di tentativi andati a vuoto, riuscì ad aggiudicarsi il gruppo del turismo transalpino tramite un’Opa molto generosa che gli permise di avere 92,8% del capitale, anche in seguito al ritiro del concorrente italiano, il fondatore di Investindustrial Andrea Bonomi.
Dopo il delisting, Club Med aveva accelerato su alcuni mercati, ad esempio proprio quello cinese, giudicato ad alta crescita. Oggi la multinazionale transalpina del turismo fa capo principalmente a Fosun Tourism Group, società quotata a Hong Kong che è parte della conglomerata cinese, con attività nel turismo, nel settore farmaceutico, nel lusso e in diversi altri comparti.
Nel 2022 proprio Club Med ha archiviato risultati positivi per i suoi villaggi-vacanza, che hanno contenuto ma che tuttavia non hanno permesso alla controllante Fosun Tourism Group (proprietaria anche del mega resort Atlantis Sanya sull’isola cinese di Hainan e del marchio Thomas Cook Travel) di chiudere la prima parte dell’anno in perdita: con un rosso compreso tra 150 milioni di yuan e 250 milioni di yuan nei primi sei mesi del 2022.
Negli ultimi mesi inoltre, come indicato da Bloomberg, i riflettori sono sulla capogruppo Fosun, che sta pianificando di cedere asset delle sue controllate per 11 miliardi di dollari entro i prossimi 12 mesi. A pesare sono le preoccupazioni sul debito, tanto che negli ultimi giorni l’agenzia di rating Moodys ha rivisto al ribasso il suo giudizio a B2 con outlook negativo.
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