ricerca sul mercato dell’arte

Foto di gruppo del collezionismo italiano

Da un’indagine promossa da Intesa Sanpaolo PB insieme ai galleristi di Miart l’identikit dei privati che comprano arte

di Marilena Pirrelli

(ANSA)

5' di lettura

Per la prima volta possiamo osservare una foto del collezionismo italiano. Siamo abituati a leggere le indagini internazionali che descrivono i profili e i comportamenti dei collezionisti d'Oltralpe. Ora una ricerca, anticipata da Plus24, fornisce un quadro della domanda d'arte dei collezionisti italiani. È contenuta nel volume, ricco di contributi, «Collezionisti e valore dell'arte in Italia» per le Edizioni Gallerie d'Italia | Skira, progettato e promosso da Intesa Sanpaolo Private Banking, prima edizione di una serie di studi dedicati al mercato dell'arte. L'iniziativa del resto non poteva che partire proprio dalla prima banca che nel 2019 ha rideterminato a fair value il valore del suo patrimonio storico-artistico, appunto Intesa Sanpaolo. E la stessa squadra guidata dal professor Guido Guerzoni dell'Università Bocconi con Flaminia Iacobucci dello Studio DCAI e gli art advisor di Eikonos Arte ha collaborato con Miart per scattare la fotografia del collezionismo italiano di arte moderna e contemporanea (in tabella i dati sul campione dell'indagine condotta tra gennaio e febbraio 2020).

Bene rifugio o passione?

Il mercato dell'arte e dei beni da collezione è considerato, da oltre un decennio, un settore economico consolidato oggetto di crescenti attenzioni da parte di analisti, studiosi, istituti di credito e investitori istituzionali. Se prima i collectables erano percepiti come “beni rifugio”, sebbene pochi collezionisti acquistassero per investire, ora sono considerati strumenti finanziari e investimenti autonomi, alternativi o complementari rispetto a quelli più tradizionali, in grado di costituire una distinta asset class.Con la prima indagine sui collezionisti italiani, sull’esempio delle principali ricerche condotte all'estero sul tema, Intesa Sanpaolo intende testare un metodo di rilevazione, ottenere dati affidabili e analizzare informazioni inedite riguardanti il collezionismo di arte moderna e contemporanea nel nostro Paese.«Per i nostri clienti il mondo dell'arte rappresenta un settore di notevole interesse, verso il quale proponiamo una consulenza dedicata, che arricchisce i numerosi servizi già previsti per la clientela private» spiegaTommaso Corcos, amministratore delegato Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking. «I private banker riconoscono sempre di più l'importanza di mettere a disposizione dei propri clienti servizi e strumenti dedicati ai beni artistici, che contribuiscono a diversificare il loro patrimonio, con il supporto di professionisti preparati, di esperti indipendenti e con una approfondita conoscenza del mercato di riferimento».

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Le risposte

Tante le domande a cui si trova risposta: chi sono i collezionisti e le collezioniste tricolori? Quando hanno incominciato e perché? Cosa collezionano? Quante risorse economiche riservano a questa passione? Esiste un carattere “nazionale” o “italiano” delle loro pratiche collezionistiche? Cosa raccolgono e con quali motivazioni?

Andiamo con ordine: da un punto di vista socio-demografico i collezionisti secondo l'analisi hanno un'età media poco sopra i 58 anni, prevalgono gli uomini rispetto alle donne (3 a 1); risiedono in gran parte (quasi il 70%) nelle regioni più ricche del paese (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia), al Centro solo l'11%, al Sud il 7% e all'estero il 4%.

In linea con i risultati internazionali anche i collezionisti italiani possiedono un livello d'istruzione più elevato (laurea), sovente sono imprenditori, liberi professionisti o dirigenti d'azienda. Hanno collezioni non grandissime: in media 155 le opere, oltre il 40% ne possiede meno di 50 e il 60% meno di 100 con una netta preferenza per l'arte contemporanea (94%), associata a opere post-war (46%) o moderne (21%). Naturalmente vi sono eccezioni: in 11 casi le raccolte superano le 500 unità e in tre le mille. I collezionisti italiani si chiudono nel riserbo (55%) alla domanda sul valore della collezione. A livello aggregato il 55% del campione colleziona da più di dieci anni e in maniera sistematica; insomma collezionisti professionisti e di lunga data, sebbene una buona parte non si reputa un collezionista ed effettua acquisti occasionali (10%) o discontinui (20%). Interessante scoprire che si colleziona seguendo un tema, un movimento o delle tendenze, in primis si privilegia l'Astrazione (29%), seguita dal Minimalismo (22%), l'Arte povera (21%) e l'Informale (20%), e ancora nel dettaglio l'Arte concettuale, i movimenti MAC e Fluxus. È frequente l'eclettismo, alcuni collezionisti seguono in contemporanea due o tre tendenze artistiche, e solo il 20% ha un'ispirazione monotematica. Influenza l'acquisto il prestigio dell'artista (42%) più del prezzo (36%) e si privilegiano gli autori affermati. Ma quali gli artisti in collezione? Il più quotato nella propria raccolta è Lucio Fontana, presente come top in 16 delle 187 collezioni monitorate, seguito da Alighiero Boetti (7), Mario Schifano (5), Carla Accardi (4), Hans Hartung, Maurizio Cattelan , Michelangelo Pistoletto e (3) Arnaldo Pomodoro, Christo, Enrico Castellani, Gerhard Richter, Damien Hirst e Mimmo Rotella.

COSA SCEGLIE IL COLLEZIONISTA ITALIANO
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Le ragioni del collezionismo

I fattori emotivi risultano nettamente predominanti nelle scelte delle opere e nella composizione delle collezioni italiane (98%): si è spinti da ragioni emotive e personali, la passione da condividere con una comunità (24%) e la volontà di supportare il sistema e gli artisti (31%) o il desiderio di raccogliere per poi donare a un museo (10%). Il 30% circa del campione che ha espresso almeno una giustificazione di natura economico-finanziaria e sceglie in base alla potenziale rivalutazione del lavoro (35%), all'opportunità di conservazione del capitale (28%) e alla liquidabilità dell'opera (15%).

Canali di acquisto e gestione

I collezionisti italiani pur acquistando in un mercato dell'arte globalizzato dell'arte preferiscono farlo in Italia (70%) rispetto all'estero (30%). Le gallerie sono il canale più utilizzato: established il 68% e il 51% le emergenti. In ogni caso ne usano in media tre e rappresentano anche una fonte informativa rilevante. Gli altri canali sono le fiere d'arte (58%) (visitate in media almeno 2,6 l'anno con al top Miart seguita da Artissima, Art Basel e Artefiera Bologna), le case d'asta (35%), i contatti diretti con gli artisti (33%),i contatti privati (21%), gli art advisor (9%) e l'online (7%). Le informazioni ritenute più interessanti sono quelle sulle mostre e sugli eventi (68%) o sui singoli artisti (66%), sulle tendenze generali del mercato (41%) o sui prezzi d'asta di specifiche opere (34%).

Infine la maggior parte dei collezionisti gestisce da solo la collezione (87%) e compra in media ogni anno meno di 10 nuove opere (88%) con un budget annuale sotto i 100.000 euro, il 40% non esclude di vendere quello che compra, mentre il 30% lo esclude. Oltre metà del campione (54%) preferisce conservare la collezione in casa, o, in un caso su tre, in luoghi sicuri come depositi, porti franchi e caveaux. È diffusa la disponibilità a consentire forme di accessibilità pubblica alle proprie collezioni. Dulcis in fundo frenano gli acquisti l’Iva troppo elevata e le problematiche fiscali e burocratiche.

Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura Beni Storici Intesa Sanpaolo

«Il sostegno del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo alla crescita di un settore strategico per il nostro Paese si concretizza, ancor più in questo momento, anche individuando temi di ricerca originali, realizzando indagini capaci di accrescere la conoscenza del mercato dell'arte e del collezionismo italiano, e condividendo le informazioni ottenute. Questo studio rientra in una logica di approfondimento e valorizzazione del patrimonio artistico appartenente alla Banca, al quale abbiamo dedicato il polo museale delle Gallerie d'Italia, e che tra l'altro è oggetto di un importante progetto di rideterminazione e monitoraggio del fair value, intrapreso con lungimiranza dal nostro Gruppo sin dal 2017» conclude Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo.

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