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Fotovoltaico, in Italia 110mila tetti industriali idonei per impianti

Lo stima Cerved: sono circa 300 km quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 GW di nuove installazioni

2' di lettura

Sono 110mila in Italia gli stabilimenti e i capannoni industriali con tetti idonei ad ospitare impianti fotovoltaici di grande taglia, per ampiezza, posizione geografica, caratteristiche aziendali come i consumi energetici e la solidità finanziaria. Circa 300 km quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 GW di nuove installazioni. Si tratta di un intervento in grado di attivare tra i 30 e i 36 miliardi di euro di investimenti e che porterebbe a un risparmio di emissioni di CO2 di circa 9mila tonnellate all’anno.

Il calcolo della superficie

Il calcolo dei tetti disponibili è stato fatto da Cerved, la tech-company che ha messo a sistema le tantissime informazioni di cui dispone - analisi satellitari per l'esame del territorio, consumo energetico delle aziende e loro robustezza finanziaria, costi degli impianti fotovoltaici - e investito in un'applicazione per elaborarle attraverso le tecnologie di intelligenza artificiale, favorendo così l'incontro tra aziende e istituti finanziari che vogliono supportare lo sviluppo della produzione di energia pulita.

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Contributo per la transizione

«Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico ma non hanno idea del loro potenziale di produzione», spiega Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved: «Le imprese energivore, ad esempio, che in questo momento stanno sostenendo degli elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall'installazione di impianti propri. Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata. Cerved mette a disposizione tutti i dati per sostenere tale innovazione, e grazie all'elaborazione di specifici algoritmi ha stilato una mappa delle aziende, completa di indirizzo e ragione sociale, a cui proporre finanziamenti ad hoc. È un contributo concreto a supporto della transizione energetica, come già facciamo con la produzione dei rating ESG emessi della nostra Rating Agency o con i modelli di rischio climatico che produciamo. Siamo in un momento storico di forte discontinuità, in cui dati e tecnologie avranno un ruolo centrale per comprendere i rischi, ma anche le opportunità. Una delle maggiori sfide per le imprese italiane riguarda proprio la transizione energetica, che per essere implementata su vasta scala deve coinvolgere sistema produttivo, innovazione tecnologica, politica e sistema finanziario».


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