Four Seasons San Domenico, il palcoscenico della vacanza siciliana contemporanea
Alberghi raccontati per voi: nello storico hotel di Taormina si incontrano arte secolare, storie di celebrità, giardini di agrumi e menù stellati. Una formula che ha conquistato anche le serie tv
di Sara Magro
3' di lettura
A quanto pare, il desiderio di essere sul set vince ed è irresistibile a ogni latitudine. Prendiamo l’esempio recente del Four Seasons di Taormina, senz’altro una delle inaugurazioni più attese del 2023, per dimensioni e valore del progetto. Certo, la riapertura di un monumento dell’ospitalità – stiamo parlando dello storico San Domenico – crea sempre attese e curiosità, ma in questo caso è stato un boom di prenotazioni e un inaspettato tutto esaurito già ai primi di aprile. Il motivo? Semplice, tutti, soprattutto gli americani, vogliono essere sul palcoscenico di «The White Lotus», la serie sulla vita dietro le quinte degli hotel di lusso. Infatti nei magnifici saloni del Four Seasons, tra affreschi e reperti antichissimi, sono stati girati gli episodi della seconda, seguitissima stagione. È così che spesso nasce (rinasce in questo caso) il successo di un’intera destinazione.
Serie a parte, bisogna riconoscere che il nuovo Four Seasons rappresenta lo stato dell’arte dell’alta ospitalità e che Taormina, meta del Grand Tour e della Dolce Vita, necessitava di una bella novità per riaccendere su di sé i riflettori. L’antico convento trecentesco si sviluppò grazie a una donazione di Damiano Rosso, aristocratico della città che scelse la vita monastica e lasciò poi la sua residenza ai monaci, che nei secoli successivi lo ingrandirono, lo arricchirono e lo riempirono di opere d’arte. Poi nel 1861, dopo complesse vicissitudini, tornò alla famiglia del fondatore, che la trasformò in un grand hotel nel 1896.
Taormina era una destinazione amata da nobili, intellettuali e artisti e dalle celle trasformate in camere sono passati Thomas Mann, D.H. Lawrence, Oscar Wilde, Wilhelm Von Gloedel, che immortalava i pastorelli, nudi e con corone di foglie, come abitanti di un mondo idilliaco e bucolico. Le sue foto arrivarono anche a New York, dove contribuirono a creare il mito di un'arcadia siciliana, dove tutti sognavano di andare.
Di aneddoti se ne potrebbero raccontare a migliaia, anche sulle star del Taormina film festival, il red carpet più prestigioso della città dal 1955. Mondanità, passioni, incontri erano sempre sullo sfondo del San Domenico, con le sue finestre che incorniciano scorci pittoreschi tra lo stretto di Messina e l’Etna. Uno spettacolo che si ammira da prospettive sempre diverse: dal giardino disegnato da Marco Baj con agrumeto (che ospita 14 tipi di agrumi), orto e prati di margheritine, dalle sale del ristorante e dalle suite con soffitti altissimi, broccati di seta e domotica innovativa: la luce si accende a sfioro, il telefono si ricarica senza fili, e si collega alla cassa per ascoltare la propria playlist immersi nella piscina privata sul terrazzo.
Nelle zone di passaggio viene naturale fermarsi ad ammirare la farmacia barocca, le collezioni di ceramiche e di quadri dei Domenicani, i reperti plurisecolari nei due chiostri. Sono frammenti di storie da ricostruire con l'aiuto di Margaret Raneri, art concierge che accompagna (chi lo desidera) a un tour storico attraverso i secoli, da quelli del fondatore, Damiano Rosso, alle recenti opere di Sergio Fiorentino alle cornici dell'artista georgiana Sofie Ko che contengono pigmenti puri ispirati dal quadro di scuola michelangiolesca di fronte.
Tra questi saloni decorati con favolose composizioni di fiori (la firma è di Vincenzo d’Ascanio che ha anche un sontuoso negozio di fianco all’hotel), la giornata comincia con granita e brioche (e una stanza di cassate, torte croissant, pane, insalate, pancake, uova in tutti i modi), continua con paccheri alla Norma alla trattoria siciliana a bordo piscina, riprende con un Negroni davanti al tramonto e finisce al ristorante Cerami con il menù dello chef Massimo Mantarro, una stella Michelin. La scena è tutta degli ospiti, e anche se non sono lì per girare una serie tv, sono protagonisti della vera vacanza all’italiana contemporanea. Gli ingredienti ci sono tutti: paesaggi struggenti, buon cibo, profumi, tramonti.
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