Dall’antica Akràgas a Selinunte passando per la Valle dei Templi tra i profumi di mandorlo in fiore e gusti autentici

6/7Idee e Luoghi

Fra tradizioni e racconto

Templi di Sicilia

La Costa del Mito è mare, ma anche rito, tradizioni e racconto, è la narrazione che nasce dall’incontro con le persone, dalle amicizie che proseguono oltre il viaggio, dalla comunanza con un modo di sentire. Ma è anche il fortunato incrocio con la Strada degli Scrittori, con i luoghi e i romanzi dei più grandi autori del Novecento, non solo i già citati Pirandello e Camilleri, ma anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa, per i legami con gli avi  fondatori di Palma di Montechiaro, infine Leonardo Sciascia, nato nel vicino borgo di Racalmuto. Interessante il reperto della lettera del diavolo “dettata” alla Beata Corbera del romanzo "Il Gattopardo", ovvero Suor Maria Crocifissa della Concezione, al secolo Isabella Tomasi. La lettera, scritta in caratteri diversi greco, latino, cirillico, runico, è stata oggetto di studio di numerosi linguisti, tuttavia nessuno è mai riuscito a comprenderne appieno il significato. Il reperto è custodito nel Monastero di Palma di Montechiaro e una copia si trova esposta nella Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento.

Chi intraprende un viaggio nella Costa del Mito non deve essere soltanto un appassionato di archeologia, perché avrà modo di stimolare le papille gustative col nettare dei vitigni autoctoni o con la pasticceria custodita in antichi monasteri. Avrà modo di conoscere le antiche arti della panificazione, dell’intreccio, del ricamo, della ceramica e del corallo.

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