Francesco a Cartagena, si ferisce al volto sulla papamobile. «Sta bene»
di Redazione Online
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«In Colombia e nel mondo, milioni di persone sono vendute come schiavi, oppure vanno mendicando un po' di umanità, un momento di tenerezza, prendono la via del mare o si mettono in cammino perché hanno perso tutto a cominciare dalla loro dignità e dai loro diritti». Lo ha detto Papa Francesco a Cartagena ultima tappa del suo viaggio di cinque giorni in Colombia. Il Pontefice ha esortato «a lavorare per la dignità di tutti i nostri fratelli, specialmente per i poveri e gli scartati dalla società, per quelli che sono abbandonati, per gli emigranti, per quelli che subiscono la violenza e la tratta. Tutti costoro hanno la loro dignità e sono immagine viva di Dio».
Anche a Cartagena, Papa Francesco ha ricevuto un'accoglienza trionfale. Decine di migliaia le persone che lo hanno acclamato al suo passaggio lungo le vie dell'antica città, di impianto coloniale, affacciata sul Mar dei Caraibi, nel Nord del paese. In alcuni tratti di percorso, l'auto del Pontefice è stata letteralmente presa d'assalto dai fedeli.
Papa urta su montante papamobile, contusione al viso
Mentre attraversava il centro di Cartagena, tra due ali di folla, Papa Francesco, si è fatto male urtando contro il montante della Papamobile quando la vettura ha dovuto frenare improvvisamente per la folla che acclamava. Il Pontefice ha riportato una contusione al viso. Nelle immagini arrivate da Cartagena il papa presenta una contusione allo zigomo sinistro e un piccolo taglio sull'arcata sopraccigliare. Subito dopo il piccolo incidente, il Papa si è rivolto al comandante della gendarmeria, Domenico Giani, che era sulla papamobile e che gli ha procurato un fazzoletto. Il papa, mentre la papamobile continuava a muoversi tra la folla, ha quindi tamponato la ferita prima da solo e poi con l'aiuto dello stesso Giani. Subito dopo ha continuato a salutare e benedire la folla. «Gli è stato applicato del ghiaccio e quindi medicato. Sta bene. Prosegue senza alcuna variazione il programma del viaggio» ha detto direttore della Sala Stampa, Greg Burke.
L’appello per l’accoglienza
All'Angelus a Cartagena, davanti alla chiesa di San Pietro Claver, il gesuita apostolo nel '600 degli schiavi neri deportati, in quest'ultima giornata in Colombia dedicata al tema “Dignità della persona e diritti umani”, Francesco ha lanciato un nuovo appello per l'accoglienza e l'assistenza ai migranti e ha sottolineato che «sono i poveri, gli umili, quelli che contemplano la presenza di Dio, coloro a cui si rivela il Mistero dell'amore di Dio con maggiore nitidezza».
«Basta violenza in Venezuela»
Nel suo discorso Francesco ha aggiunto anche un forte richiamo alla situazione sempre più grave nel vicino Venezuela, per il quale ha assicurato la sua «preghiera» e la sua «vicinanza ad ognuno dei figli e delle figlie di quella amata nazione, come pure a coloro che hanno trovato in questa terra colombiana un luogo di accoglienza». «Da questa città - ha aggiunto -, faccio appello affinché si respinga ogni tipo di violenza nella vita politica e si trovi una soluzione alla grave crisi che si sta vivendo e che tocca tutti, specialmente i più poveri e svantaggiati della società». La pacificazione e la riconciliazione nazionale dopo i decenni della guerriglia sono state al centro di suoi ripetuti appelli, nel segno dell'accantonamento del «desiderio di vendetta» e dell'accettazione della verità e della giustizia»
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