Francesco Maglia e gli ombrelli d’autore
La storica azienda milanese punta a un prodotto di eccellenza, nei materiali e nel design. Il futuro è tutto eco-sostenibile.
di Paola Dezza
3' di lettura
Fare della creazione di ombrelli un’arte, tramandata di generazione in generazione. A Milano la ditta storica Francesco Maglia dal 1854 porta avanti una tradizione di famiglia, che negli anni è diventata una eccellenza artigianale italiana.
«L’ombrellaio nell’Ottocento non era figura stabile - racconta Francesco, titolare della società ed erede diretto del fondatore -. Non c’era ancora la fabbrica, ma ci si spostava di paese in paese per produrre e riparare ombrelli».
Dopo gli studi in Giurisprudenza e un’esperienza di alcuni mesi a Londra in un negozio di ombrelli, dove apprende le tecniche di vendita e familiarizza con la clientela, Francesco è tornato a Milano per prendere le redini dell’azienda, che dal 1860 al 2003 ha avuto come indirizzo corso Genova, per poi spostarsi in via Ripamonti per via del cambiamento dovuto al traffico.
Francesco Maglia è un produttore di lusso: «Abbiamo scelto di specializzarci e puntare sulla qualità con materie prime di alto livello - dice ancora -. La scelta dei materiali è proprio uno dei pilastri della produzione».
«Usiamo il legno per il 70% dei nostri prodotti - spiega -, che viene importato da Indonesia, Giappone, ma anche da America e Canada. Si tratta di legni esotici, ma anche di legni europei come castagno, nocciolo e frassino. Non solo. Utilizziamo anche materiali italiani tipici come la radice di ginestra, che arriva da Calabria, Sicilia o Toscana, oppure l’olmo, anche se è complicato da lavorare per via dei cambiamenti delle condizioni atmosferiche (la pioggia più acida per l’inquinamento rende diverso il legno, ndr). Per esempio, gli ultimi cento giorni di siccità causeranno certamente un rallentamento nell’approvvigionamento di castagno al mio fornitore che curva il legno».
La ditta è anche l’unica a utilizzare l’ottone per tutti i componenti metallici del prodotto. È una lega metallica altamente performante e al 100% riciclabile.
«Il nostro è un prodotto eco-sostenibile, in ogni impatto del ciclo di produzione. Il tessuto dura 40-50 anni. Per scelta utilizziamo poliestere che ha come garanzia la durata estesa, mentre la seta inglese è trattata con prodotti chimici - sottolinea Maglia -. Il prodotto viene poi fatto a mano nel laboratorio di Milano. Per produrre un ombrello ci vogliono da 70 a 110 passaggi a mano. In laboratorio siamo in otto. La nostra è una produzione quasi a chilometro zero, il fornitore più lontano si trova a Varese».
Nel Comasco l’azienda produce i tessuti, a 10 km da Milano si trova il fornitore storico del legno, con cui lavorano da tre generazioni, a Varese un secondo fornitore. Sul lago di Lecco c’è invece l’azienda che rifornisce i metalli.
Il fatturato si aggira sul milione di euro. La produzione è di 4mila ombrelli all'anno, che vengono venduti attraverso e-commerce, con un servizio sartoriale in azienda oppure in location di riferimento dalla Germania ad Austria e Olanda, fino a Giappone, Cina e Stati Uniti.
Il campionario è composto da oltre 400 modelli e l’azienda offre ai propri clienti un servizio su misura dove uno può esprimere lo stile personale scegliendo il tessuto. «Sposiamo l’etica di produzione mirata. Dal 2019 quando ho preso in mano l’azienda, abbiamo portato il magazzino di prodotto finito a zero, per la riduzione degli sprechi», dice.
I nuovi progetti riguardano proprio il controllo degli sprechi. Presto il lancio di alcuni prodotti come le shopping bag, per annullare completamente gli avanzi di tessuto, ma l’azienda sta lavorando anche a piccoli prodotti come trousse da uomo con aziende del settore pelle per unire gli scarti e fare sostenibilità. Nel 2020 è stato avviato anche un co-branding con Orient Express.
Per quanto riguarda l’e-commerce, il prodotto viene realizzato in 24 ore, dall’ordine alla spedizione: «Abbiamo raggiunto persone in posti lontani e senza negozi, come l’Alaska e posti remoti dell’Australia» conclude.
E i tessuti? Vengono disegnati in proprio, ispirandosi al mondo della sartoria, come la seta per cravatte. Si tratta di tessuti regimental, rigati e gessati, classici scozzesi, pois e pied-de-poule, ma anche tinta unita.
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