Francesco al Policlinico Gemelli, il «terzo Vaticano» di Wojtyla
Bergoglio è il secondo Papa ricoverato della struttura a Monte Mario. Il ricovero al decimo piano, un’ala sempre riservata al Santo padre
di Carlo Marroni
I punti chiave
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Il ricovero del Papa al Policlinico Gemelli di Roma per un intervento chirurgico programmato, annunciato a sorpresa qualche ora dopo l’Angelus, è una “prima” per Francesco. Ma la prassi della Santa Sede, da tempo, è quella di dire le cose come stanno. E infatti è stato precisato che si tratta di una «stenosi diverticolare sintomatica del colon», cioè un restringimento di uno dei tratti finali dell’intestino dovuto all’infezione di piccole sacche che si formano nella sua parete, i diverticoli. A livello chirurgico il problema si risolve tagliando un tratto del colon, un'operazione quindi non particolarmente complessa. Ma è il Papa. A cui da sempre è riservato un pezzo del decimo piano del Gemelli, lo stesso dove fu ospitato Giovanni Paolo II.
Francesco in effetti è il secondo Pontefice ad essere ricoverato, in tutta la storia dei Papi, al Policlinico universitario dell'Università Cattolica. Come noto il papa polacco ebbe un percorso sanitario molto difficile, con ben sette accessi al Policlinico e lunghe degenze. Tanto che ad un certo punto coniò la celebre espressione il «Terzo vaticano», riferita appunto al Gemelli, dopo San Pietro e Castelgandolfo.
La corsa dell’ambulanza (senza sirena) il 13 maggio 1981
Il ricovero più noto è certamente quello a seguito dell’attentato ad opera di Mehmet Alì Agca in Piazza San Pietro: Giovanni Paolo II rimane ferito all’addome e ad una mano, mentre vengono risparmiati gli organi vitali. La decisione di portarlo al Gemelli e non al più vicino Santo Spirito fu presa dai medici della direzione sanitaria, in testa l’archiatra Buzzonetti ma anche il segretario don Stanislaw, che salirono a bordo di un'ambulanza alla quale ad un certo punto si ruppe la sirena. All'arrivo il battito era quasi impercettibile. Dopo l’operazione chirurgica viene dimesso nel giro di due settimane, il 3 giugno, ma il 20 giugno deve essere ricoverato di nuovo per un’infezione virale (”cytomegalovirus”) contratta probabilmente con le trasfusioni di sangue durante l’operazione di emergenza. Durante questo secondo ricovero (55 giorni), il 5 agosto, fu sottoposto ad un altro piccolo intervento chirurgico. Fu dimesso il 14 agosto.L'operazione al tumore intestinale nel 1992Anni dopo, a 72 anni il Papa è sottoposto ad un importante intervento chirurgico dall’equipe di medici, guidata da Francesco Crucitti, per l’asportazione di un tumore intestinale. Il bollettino medico parla di un “intervento chirurgico di resezione colica per voluminoso adenoma tubovilloso del sigma, con modeste e locali alterazioni citologiche riferibili a displasia di moderata entità”. La massa cancerosa, delle dimensioni di un’arancia, stava cominciando a diventare maligna. Con l’occasione, viene asportata anche la cistifellea per alcuni calcoli. Rimane al Gemelli 18 giorni. Sempre nel 1992 cominciano ad evidenziarsi sintomi inconfondibili del morbo di Parkinson, un disturbo del sistema nervoso centrale dal tremolio delle mani, all’irrigidimento della muscolatura facciale. Con il passare del tempo, appaiono sintomi secondari, come difficoltà nel pronunciare le parole e problemi respiratori. Un anno dopo, il 2 luglio 1993, viene sottoposto ad una Tac dopo l’operazione chirurgica del 1992.
La caduta nel 1993, la scivolata nel bagno l’anno dopo
Sempre nel 1993 Wojtyla nella sala Nervi cade sugli scalini durante un’udienza, provocandosi una lussazione alla spalla destra. Per alcune settimane indossa una ingessatura leggera, sulla quale riesce anche a scherzare: «Vi saluta il Papa - disse ai fedeli - è un Papa un po’ invalido, ma è ancora tutto di un pezzo, e non è ancora morto». L'anno dopo, il 28 aprile 1994, scivola nel bagno e si frattura il femore destro. Ricoverato al Gemelli, il chirurgo Fineschi gli sostituisce la testa del femore con una protesi. Il ricovero, dopo l’operazione chirurgica all’osso, dura un mese, e per oltre un anno camminerà appoggiandosi ad un bastone. Dovrà annullare un viaggio negli Stati Uniti programmato per ottobre. Ma un altro intervento arriverà due anni dopo: nel 1996 appendicite.
I ricoveri nel 2005 e la scomparsa
Altri problemi di salute lo affligerrano nel corso del tempo, ma si arriva al 2005, all'anno della scomparsa. In febbraio le complicazioni laringeee dell’influenza portano in Papa in ospedale; ma non è necessario il ricovero nel reparto di terapia intensiva. Viene dimesso il 10 febbraio. A soli 14 giorni dalla fine del precedente ricovero, per una ricaduta dei problemi respiratori, Giovanni Paolo II viene di nuovo ricoverato al Gemelli per una tracheotomia elettiva. Per alcuni giorni il Papa, al quale è stata applicata una cannula alla trachea, non può parlare, ma venerdì 11 marzo, in occasione della visita di due vescovi della Tanzania, presiede una Messa durante la quale pronuncia le prime parole pubbliche dopo l’intervento delle quali viene diffuso un video dal Ctv. Le prime parole che Giovanni Paolo II ha pronunciato davanti alla telecamera sono state quelle della benedizione: “Il nostro aiuto è nel nome del Signore”. Domenica, dopo l’Angelus «doppio» (in piazza San Pietro la recita ufficiale condotta da mons. Sandri; al Gemelli il Papa che si affaccia e benedice), a sorpresa il saluto del Papa: “Cari fratelli e sorelle, grazie per la vostra visita... Vi saluto in Cristo... A tutti buona domenica e buona settimana”. Esultanza della folla che ha gridato: “Viva il Papa!”. Alle 12,50 Navarro Valls annuncia il rientro del Papa in Vaticano nel pomeriggio.
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