L’immobiliare alla prova del Covid
Francia, cresce la domanda di “seconde case” in campagna
La notizia ha meno di 1 settimana. Secondo France Info, le vendite di immobili residenziali nei piccoli comuni fuori porta, situati ad un centinaio di chilometri dalla capitale sempre più frequente al telelavoro e la voglia di poter vivere finalmente in spazi più grandi rispetto ai soliti 30-40 metri quadri in cui risiede la stragrande maggioranza dei parigini non ricchi. A gennaio le compravendite di abitazioni in Francia avevano toccato la cifra record di 1.076.000 unità vendute. Le stime per febbraio e marzo parlano di un rallentamento almeno del 10 per cento. Secondo gli operatori locali il peggioramento del mercato avverrà solo se le condizioni di lockdown dovessero inasprirsi durante l'anno e se le famiglie si trovassero in gravi difficoltà finanziarie senza un aiuto da parte dello Stato. I prezzi in questi primi tre mesi sono rimasti sostanzialmente fermi, dopo che nel 2019 avevano registrato degli aumenti compresi fra il 3 e il 13% in tutte le principali città. Il Financial Times segnala che molti ricchi residenti nel Principato di Monaco (dove gli appartamenti costano oltre 40mila euro al mq) starebbero aumentando la domanda di “seconde case” nelle campagne del sud della Francia (dove i terreni sono molto più abbordabili della costa), alimentando inattesi aumenti di prezzo.
Il mercato francese degli uffici, invece, è crollato più di quanto gli analisti si attendessero. Nella regione dell'Ile de France, la più importante a livello nazionale, l'assorbimento trimestrale è sceso del 37% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La domanda per le medie e piccole superfici è sostanzialmente scomparsa al momento dell'avvio del lockdown. Anche la domanda per spazi superiori ai 5.000 metri quadrati, comparata con l'anno scorso, è scesa del 47 per cento. Gli affitti al momento restano stabili, con Parigi che segna addirittura un aumento del 3 per cento rispetto al 2019.
Il mercato retail francese sta cercando di resistere alla crisi. Gli affitti dei negozi di lusso non hanno registrato variazioni rispetto alla fine del 2019, ma è dato in calo del 25% l'assorbimento di tutti gli altri negozi, soprattutto nelle città medie. Il segmento dei centri commerciali, già in difficoltà l'anno scorso, sta invece subendo a fine trimestre un calo del 5,5% dei canoni rispetto al primo trimestre dello scorso anno.
Gli effetti del Coronavirus sul mercato della logistica francese al momento sono alquanto pesanti. Il primo trimestre 2020 ha infatti segnato un calo dell'assorbimento a livello nazionale del 58 per cento, addirittura sotto del 40 per cento rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Dopo 4 anni di mercato eccezionalmente vivace, era previsto un rallentamento, ma non si era tenuto conto della pandemia. Il lockdown ha bloccato moltissime transazioni. Nella regione parigina il calo è stato superiore alla media: -71% di assorbimento di spazi alla fine di marzo, rispetto a fine marzo 2019. Tuttavia, dal punto di vista degli investimenti, il primo trimestre è stato un ottimo periodo con un volume di oltre 7 miliardi di euro. Questo dinamismo degli investitori fa capire che il settore è visto come un comparto quanto mai strategico per il prossimo futuro, grazie alla fortissima ascesa dello shopping .
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