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Proteste in Francia, rinviata la visita di re Carlo d’Inghilterra. In fiamme porta municipio Bordeaux

Giovedì un milione di persone si sono riversate per le strade di tutta la Francia in oltre 200 proteste. Negli scontri di piazza 457 fermi e 441 agenti feriti. Chiesto il rinvio di molti voli tra domenica e lunedì

Aggiornato alle 12.10 del 24 marzo

Pensioni Francia, duri scontri sui Grands Boulevards a Parigi

5' di lettura

La visita di re Carlo III d’Inghilerra in Francia è stata rinviata a causa delle violente proteste nel Paese contro la riforma delle pensioni. Lo ha annunciato l’Eliseo in una nota. Il sovrano era atteso in Francia per la sua prima visita di Stato di 3 giorni, dal 26 al 29 marzo. L’Eliseo ha dichiarato che i governi francese e britannico hanno preso la decisione insieme dopo una telefonata tra Macron e Carlo questa mattina: «Visto l’annuncio, ieri, di una nuova giornata di azione nazionale contro la riforma delle pensioni, martedì prossimo 28 marzo in Francia, la visita di Re Carlo III, inizialmente prevista dal 26 al 29 marzo nel nostro Paese verrà rinviata», spiega la presidenza francese assicurando che la «visita di Stato verrà riprogrammata al più presto». La decisione arriva direttamente dal presidente francese Emmanuel Macron: lo si legge in una nota diffusa da Downing Street che cita l’attuale «situazione in Francia» come motivazione per il rinvio. Sua Maestà attende «con impazienza l’opportunità di visitare la Francia non appena sarà possibile individuare date» più opportune. Downing Street ha aggiunto che la decisione di rinviare la visita di re Carlo è stata «presa con il consenso di tutte le parti, dopo che il presidente francese ha chiesto al governo britannico di rinviare la visita». Il governo francese ha fatto notare inoltre che martedì è prevista una nuova giornata di scioperi e proteste di massa.

Venerdì Emmanuel Macron, parlando in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio europeo, ha detto a proposito delle violenze avvenute durante le proteste: «Non cederemo alla violenza, in democrazia non c’è diritto alla violenza».

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I fatti di giovedì

Nella giornata di giovedì la Francia era scesa di nuovo in piazza contro la riforma delle pensioni. Con violenze e disordini in molte zone del Paese.

Nella notte fra giovedì e venerdì, la porta di ingresso del municipio di Bordeaux, nel sud ovest del Paese, è stata data alle fiamme. Scontri fino a notte fonda tra manifestanti e agenti di polizia si sono registrati anche a Parigi. Qui nel primo pomeriggio di giovedì la manifestazione ufficiale, composta da giovani, anziani, professionisti, disoccupati, è partita da Place de la Bastille e ha raggiunto Place de l’Opéra lungo i Grands Boulevards. Nella capitale gli scontri peggiori sono avvenuti in Place de l’Opéra e successivamente in Place de la Bastille, dove la polizia ha tentato di disperdere i manifestanti con gas lacrimogeni. Grandi proteste si sono svolte anche a Marsiglia, Lione, Besançon, Rennes, Rouen e Arles, oltre che in altre città francesi.

Alle manifestazioni di giovedì, prima giornata di mobilitazione nazionale da quando Emmanuel Macron ha infiammato l’opinione pubblica, facendo passare l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni senza il voto del Parlamento, applicando l’articolo 49.3 della Costituzione, la partecipazione è stata massiccia. Nella nona giornata di protesta in oltre 300 città, sono stati circa 1.089.000 i manifestanti secondo il ministero dell’Interno, di cui 119.000 a Parigi. Sono invece 3,5 milioni, secondo la Cct, le persone scese in piazza giovedì.

L’aviazione civile chiede il rinvio di molti voli tra domenica e lunedì

Le organizzazioni sindacali hanno indetto un’altra giornata di mobilitazione per martedì 28 marzo, in coincidenza con la visita ufficiale di re Carlo III d’Inghilterra in Francia. Intanto, la direzione generale dell’aviazione civile ha chiesto alle compagnie aeree di rinunciare al 33% dei loro voli domenica all’aeroporto di Parigi Orly e al 20% lunedì, per lo sciopero dei controllori aerei contro la riforma delle pensioni. Gli annullamenti preventivi riguardano anche il 20% dei voli di domenica nell’aeroporto di Lione Saint-Exupéry e del 20% domenica e lunedì a Marsiglia Provence.

Francia, violenti scontri alle proteste contro la riforma delle pensioni

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I black bloc in azione

Violenti scontri con la polizia sono scoppiati giovedì nella capitale, con la presenza secondo i media di circa un migliaio di black bloc. Al corteo parigino lanci di sampietrini e di fuochi d’artificio, anche contro gli agenti, mentre la polizia ha più volte caricato e usato lacrimogeni. Un poliziotto è stato ferito da una pietra che l’ha colpito alla testa. Una trentina i fermi nella sola Parigi, ma arresti sono stati effettuati anche in altre città, con scontri a Rennes e Nantes. In tutto sono stati feriti 123 fra poliziotti e gendarmi. Lo ha comunicato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin.

Sindacati: continueremo la mobilitazione

Netta la posizione dei sindacati: «Il forte rifiuto di questo progetto da parte della società è legittimo e bisogna continuare a farsi sentire», ha dichiarato Marylise Léon, vicesegretaria generale della Cfdt, citata dall’emittente Bfmtv.

Prima del rinvio della visita di Carlo III, i sindacati avevano dato battaglia: «Noi continueremo la mobilitazione» contro la riforma delle pensioni, e anche la visita di re Carlo III in Francia «sarà nel nostro mirino», hanno detto due sindacalisti, Mathieu Obry della Cgt e Yvan Fort di Force Ouvrière, in dichiarazioni rese al quotidiano francese Sud-Ouest. «È quasi certo che il re non potrà prendere il tram» a Bordeaux, «come aveva previsto», ha aggiunto Pascal Mesgueni, delegato del sindacato cristiano Cftc. La visita ufficiale di Carlo in Francia era in programma dal 26 al 29 marzo, la prima all’estero da quando è diventato sovrano. Era prevista fra le altre cose una cena a Versailles, una visita all’Arco di Trionfo, un discorso al Senato e una visita a Bordeaux, dov’era previsto un viaggio in tram.

Emmanuel Macron ha «gettato una tanica di benzina sul fuoco», ha ancora accusato il sindacalista Philippe Martinez, segretario generale della Cgt, giovedì poco prima dell’inizio della marcia, mentre il presidente francese si trovava a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il riferimento è all’intervista rilasciata da Macron mercoledì a Tf1 e France 2, che è stata seguita da 10 milioni di persone, in cui il presidente francese ha chiarito che sulla riforma delle pensioni non si torna indietro: «Non è un lusso ma una necessità», e ora si attende il parere della Corte costituzionale, ma andrà applicata entro fine anno.

Disordini a Nantes alle proteste contro la riforma delle pensioni

Agli occhi dei manifestanti che protestano da settimane Macron è apparso sordo alle richieste, sono dunque tornati in piazza numerosi.In una Parigi bloccata per la nuova giornata di scioperi, con anche la Torre Eiffel e il castello di Versailles chiusi, treni rallentati e blocchi stradali: i dimostranti hanno bloccato l’autostrada che porta all’aeroporto di Roissy e alcuni viaggiatori si sono incamminati a piedi verso lo scalo. In mattinata manifestanti hanno invaso i binari della Gare de Lyon a Parigi: «Andremo avanti fino al ritiro della riforma», «Macron vattene», gli slogan.

Scontri vicino all’Opéra

E anche a Marsiglia il servizio ferroviario è stato sospeso nella giornata di giovedì perché i manifestanti si sono posizionati vicino ai binari. Il corteo parigino è partito giovedì alle 14 circa da place de la Bastille. All’altezza di Place de la République le prime tensioni, con lanci di larimogeni da parte di alcuni agenti che erano stati aggrediti. Poi gli scontri veri e propri, anche quando la testa del corteo è arrivata al punto di arrivo previsto, place de l’Opéra, con lanci di sassi e lacrimogeni, mentre i sindacati erano ancora molto indietro.

Il bilancio: 457 fermi e 441 agenti feriti

Nelle manifestazioni degenerate in scontri giovedì in tutta la Francia contro la riforma delle pensioni, 457 persone sono state fermate, mentre si registrano anche 441 feriti nelle forze dell’ordine, fra poliziotti e gendarmi: lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ospite di Cnews. Il ministro nel suo bilancio di ordine pubblico sulla nona giornata di mobilitazione nazionale ha citato anche 903 incendi appiccati a oggetti di arredo orbano e cassonetti dell’immondizia solo nelle manifestazioni a Parigi.


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