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Franciacorta, così vino e cibo affondano le radici nella cultura italiana

Successo per l’evento del Consorzio di tutela all’interno delle iniziative per Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023. La Guida Michelin Italia sarà presentata il 14 novembre

di E.Sg.

I partecipanti al talk “Terra, le radici della cultura” organizzato dal Consorzio Franciacorta

5' di lettura

Vino e territorio. Un binomio che ormai viene dato per scontato, ma di cui non è sempre scontata l’effettiva declinazione. Ben vengano quindi le iniziative per riflettere sul suo significato e sui suoi possibili sviluppi, come quella organizzata dalle bollicine del Franciacorta all’interno del ricco palinsesto di eventi di “Bergamo Brescia 2023 Capitale Italiana della Cultura”: un titolo per la prima volta assegnato a due città italiane, entrambe dall'importante tradizione enogastronomica.

«Cultura, in latino, significa “coltivazione della terra” e deriva dal verbo còlere, coltivare. E se oggi questo termine si è evoluto e ha una valenza più ampia, abbracciando vari ambiti, la sua derivazione nasce proprio dalla terra», ricordano gli organizzatori. Il Consorzio Franciacorta, destination partner della Guida Michelin in Italia da tre anni – la Rossa di quest’anno sarà presentata il 14 novembre presso il Teatro Grande di Brescia – ha voluto su questa base intavolare un dibattito proprio sull’importanza di cibo e vino come elementi chiave della cultura italiana, che affondano le proprie radici nel territorio e che «ne esprimono ideali, identità e stili di vita».

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Al talk “Terra, le radici della cultura”, che si è svolto lunedì 11 settembre hanno partecipato chef stellati e personaggi di primo piano in ambito culturale ed enogastronomico. Tra questi, gli chef Enrico Bartolini, Andrea Berton, Enrico Cerea, Stefano Cerveni, Carlo Cracco, Davide Oldani, Nadia Santini e Riccardo Scalvinoni. Insieme a loro, anche Silvano Brescianini, presidente di Consorzio Franciacorta, Marco Do, direttore comunicazione di Michelin, Maddalena Fossati, direttrice de La Cucina Italiana, Chiara Maci, blogger, Edoardo Monti, mecenate e fondatore di Palazzo Monti e Matteo Zoppas, Presidente di Ice.

Il gusto come musa del Made in Italy

«Noi italiani siamo assuefatti dalla bellezza, storica e culturale, del nostro Paese al punto tale che spesso non sappiamo darle valore: siamo tutti cresciuti con cose buone e conoscere e apprezzare la nostra cultura ci porta a creare prodotti che vengono riconosciuti e premiati in tutto il mondo – ha detto Brescianini – valorizzando ancora di più la cucina italiana».

Per Matteo Zoppas, «da sempre, essere italiani e diffondere il “Made in Italy” all'estero significa portare con sé il gusto, la passione e la tradizione culinaria di una terra ricca di storia e sapori straordinari. Questo implica incarnare un’eccellenza ineguagliabile nell'enogastronomia, un lustro che ogni giorno il mondo ci riconosce».

Maddalena Fossati ha mostrato tutto l'orgoglio – e la speranza – legati alla candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco: «La parte più difficile l’abbiamo fatta. Ora – ha detto – si tratta di lavorare insieme seguendo la stessa narrativa e identificare un concetto comune di cucina italiana. E sento che ce la faremo».

Il ruolo di chef e blogger

Davide Oldani, sostenitore da sempre della stagionalità dei prodotti, ha detto ammette di essersi aperto a un concerto di modernità, che include anche «la coltivazione idroponica e aeroponica», e sottolinea quanto sia importante «tornare a un concetto di human sustainability, con una gestione corretta dell'ambiente ma anche del capitale umano».

Enrico Bartolini ha posto l’accento sul compito degli chef, al di là del saper cucinare, ma nel dover «essere ambasciatori e persone per bene». Nel concetto del buon servizio «c’è anche l'accogliere i ragazzi più giovani e rassicurarli sul futuro».
L'importanza delle tradizioni è stato invece il focus di Andrea Berton, che spiega quanto «anche il passato sia molto importante, perché racchiude la conoscenza per sviluppare concetti diretti verso il futuro».
Enrico Cerea ha mesos l’accento pone sulla fortuna che hanno gli chef che lavorano in Italia, spiegando che «siamo proprio nati nel paese giusto» e sull'orgoglio di riuscire a fidelizzare i clienti «che a volte diventano anche amici» al proprio ristorante.Sullo stesso tema, anche Riccardo Scalvinoni aggiunge quanto la Franciacorta, con i suoi prodotti e i suoi vini, sia «un posto incredibile, visitato per mille motivi dai turisti di tutto il mondo»
L’importanza di avere un briciolo di follia è il messaggio di Carlo Cracco, il quale ha sostenuto che nel mondo della ristorazione «tutto è possibile, basta crederci».

Chiara Maci ha sottolineato quanto sia indispensabile il web come mezzo per veicolare temi legati alla cucina: lei stessa ha cominciato 13 anni fa con questo «strumento incredibile, è pazzesco pensare di pubblicare una ricetta dall’Italia che viene subito vista in tempo reale anche in Giappone, stimolando curiosità e volontà di imitazione».

Verso il Festival Franciacorta in Cantina

Durante la serata è stato anche presentato il prossimo Festival “Franciacorta in Cantina”, in programma il 16 e 17 settembre, che vede coinvolte più di 60 cantine aperte e oltre 170 eventi distribuiti in 19 comuni. Tra le iniziative proposte ci sono anche visite in cantina con degustazione, cene di gala, pic-nic nelle vigne e degustazioni di Franciacorta di annata. Il Festival, il 25 settembre, sarà anche a Orticolario, «evento artistico dedicato alla cultura del paesaggio», negli spazi di Villa Erba a Cernobbio (Como) dove sono attesi 270 espositori.

«Regione Lombardia ha ben chiaro il compito che spetta alle istituzioni in questo momento storico: custodire l'identità, supportando agricoltori, trasformatori, commercianti e ristoratori nella promozione delle nostre eccellenze», ha commentato l'assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi.

La fotografia del mercato delle bollicine

Il Consorzio Franciacorta è l'organismo che garantisce e controlla il rispetto del disciplinare di produzione del Franciacorta, primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Il 2023 si è aperto con un trend di vendite positivo nel primo mese dell'anno, seguito però dai mesi tra febbraio e giugno che hanno segnato una flessione nei volumi rispetto ai corrispondenti periodi del 2022 con il primo semestre che ha registrato un -7,4% rispetto al primo semestre dell'anno 2022. Rispetto al periodo pre-pandemico (2019), comunque, il primo semestre 2023 segna un +17,6% in volumi.Il mercato interno rappresenta nel primo semestre l'84,4% del venduto in termini di volumi, in flessione dell'8,5% rispetto al primo semestre 2022.

Tra i canali di vendita, si segnala il proseguimento delle tendenze già viste negli ultimi periodi, con le migliori performance sull’horeca, bilanciate da un più rilevante calo nelle vendite nella grande distribuzione.Analizzando le esportazioni, a livello di singole nazioni la Svizzera conferma il proprio primato, rappresentando il 20% dell'export totale. Seguono il Giappone, che rappresenta in questo primo trimestre il 15,8% del totale export, gli Stati Uniti (13,1% del totale export, in crescita dell'11,9%), la Germania (11,6% dell'export) e il Belgio (5,1% dell'export).In termini di tipologie, nel primo semestre 2022 il 74,1% del venduto globale è rappresentato da Franciacorta, il 14,2% da Franciacorta Satèn, l'11,7% da Franciacorta Rosé.

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