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Franciacorta festeggia i 50 anni con l’impegno di tutelare i terreni agricoli

di Emanuele Scarci

(Fotogramma)

2' di lettura

Cinquant’anni di Doc e un futuro che si annuncia in rosa per i produttori del Franciacorta e che la Regione Lombardia supporta con un provvedimento che ridurrà drasticamente il consumo di suolo nella Denominazione e tutelerà l’ambiente con norme specifiche. Ieri ad Erbusco il Consorzio del Franciacorta ha celebrato i 50 anni con una ricerca sui prossimi 10 anni curata dal sociologo Domenico De Masi: nel 2027 la Franciacorta si caratterizzerà come regione di turismo enogastronomico, per un pubblico adulto e benestante.

Se il lago d’Iseo costituirà un significativo fattore attrattivo, il vino sarà un fondamentale motore della crescita, grazie anche all’accoglienza delle cantine della Franciacorta. Per gli operatori del territorio la vera sfida consisterà nell’essere coesi nelle decisioni e disposti a rinunciare a guadagni immediati in un’ottica di lungo periodo.

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«Il Piano territoriale d’area Franciacorta comprende 22 Comuni - ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni -. Prevede, tra le altre cose, che un Comune prima di cambiare destinazione d’uso a un’area agricola debba prima utilizzare quelle industriali». La Franciacorta Docg comprende 2.800 ettari vitati e nel 2016 sono state vendute 17,4 milioni di bottiglie (di cui 1,7 all’estero) per un valore al consumo di circa 350 milioni, iva inclusa. «Molto lavoro è stato fatto ma c’è ancora tanto da fare - ha detto il presidente del Consorzio Vittorio Moretti -. In particolare sui mercati internazionali: l’export rappresenta il 10%. Siamo molto radicati in Giappone, ma dobbiamo puntare sul ricco mercato americano».

Che fare? «Innanzitutto essere presenti nelle enoteche e nei ristoranti - ha detto, senza mezzi termini, Karin O’ Keefe di Wine Enthusiast -. Serve visibilità. Recentemente a Boston ha aperto un’enoteca con 15mila etichette ma di Franciacorta non c’è traccia. Poi negli Usa bisogna puntare sul dosaggio zero e sui vitigni autoctoni». Andrea Illy, presidente di Altagamma, si è soffermato sulle eccellenza: «Non può essere il Prosecco a rappresentare la qualità, la tradizione, l’alto di gamma. Questo ruolo tocca al Franciacorta. I francesi sono più avanti nella finanza e nella distribuzione, ma a livello di prodotto abbiamo una marcia in più. La Franciacorta e il Franciacorta possono rappresentare la dolce vita italiana. Lasciamo pure al Prosecco l’aperitivo e allo Champagne le grandi occasioni».

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