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Un recovery a regime per rispondere prontamente alle crisi: è quello che dovrebbe fare l’Europa dopo l’esperienza della pandemia Covid e ora della guerra in Ucraina. Il problema è come si possa finanziare il debito comune. L’Europa non può, infatti, imporre tasse, che sono vincolate al voto unanime dei 27. La scappatoia, ha detto Franco Gallo, già presidente della corte costituzionale, è quella di varare non tributi, a copertura del debiti, ma prelievi vincolanti, non classificati come tasse. Dunque potrebbe bastare non parlare di carbon tax, ma evocare una carbon price. Questa però è appunto una scappatoia.
Franco Gallo ha parlato a Trento, durante il Festival dell’economia. Il seminario, dal titolo “Futuro dell’Europa e politiche fiscali” ha messo in evidenza, al di là delle acrobazie verbali, la necessità di arrivare a una politica fiscale comune. Franco Gallo ha sollecitato l’adozione della maggioranza qualificata per arrivare alle decisioni e superare così la gabbia dell’unanimità, dove basta un Governo contrario per bloccare scelte che andrebbero a vantaggio dei cittadini dell’Unione.
Gallo ha anche delineato una strada per cancellare l’unanimità. Si deve partire da alcuni segmenti, per esempio, dalle politiche contro le frodi, l’evasione e l’elusione. Un’altra area potrebbe essere quella dei tributi armonizzati, come l’Iva, dove – paradossalmente – le normative europee arrancano. Secondo Gallo il risultata potrebbe essere un fisco che piano piano diventa più efficiente. E, forse, si potrà parlare, attraverso la via dell’Europa, di politiche redistributive che sono incardinate nell’articolo 53 della nostra Costituzione.
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