Franco: «Pnrr non deve sostituire le risorse ordinarie per il Sud» Gentiloni: «Spesa fondi Recovery in tempi certi»
Il ministro delle Finanze e il commissario europeo sulle opportunità offerte dal Piano europeo alle regioni meridionali
di Vera Viola
I punti chiave
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«L’Italia non può crescere senza una forte dinamica delle regioni meridionali. Il Pnrr ha tra le sue priorità l'inclusione e non può che cercare di affrontare la questione dello sviluppo meridionale che è stabile da circa 40 anni». Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze, ne ha parlato intervenendo al convegno intitolato «Umanesimo digitale. Sud & Nord: Villa Nitti accorcia le distanze» che si è svolto a Maratea. Dallo stesso palco il commissario europeo Paolo Gentiloni ha detto: «Una delle sfide decisive di Next generation Eu si gioca in Italia e proprio nel Mezzogiorno».
Si accendono i fari sul Sud dell’Italia
«Uno studio realizzato a fine 2009 in Banca d'Italia che si concluse con un convegno alla presenza del Capo dello stato Giorgio Napolitano – ha ricordato il ministro Franco – evidenziò problemi del Mezzogiorno: quella fotografia non è cambiata». Dagli anni ’70, ha ricostruito Franco, il Pil pro capite è rimasto al 55-60% rispetto al Centro Nord: «Si registra il fallimento delle politiche per il Sud». Per il ministro delle Finanze, il Sud si inserisce «in un Paese che, a sua volta, non ha una performance adeguata poiché cresce meno della media europea».
I fondi del Pnrr non devono sostituire le risorse ordinarie
«Il Pnrr – ha precisato il ministro Franco – ha tra le sue priorità l'inclusione e non può che cercare di affrontare la questione dello sviluppo meridionale che è stabile da circa 40 anni. Ad esso è destinato il 40% delle risorse del Pnrr, a cui si aggiungono quelle del Fondo di sviluppo e coesione, i fondi della Programmazione europea». E ancora ha sottolineato: «Sia chiaro che un ritardo di sviluppo delle dimensioni di quello del Sud d’Italia deve avere una strategia di lungo periodo e che utilizzi tutti gli strumenti, come fondi europei e politiche ordinarie. Il piano è occasione di sviluppo fondamentale ma non può bastare. Può dare forte contributo alla convergenza ma non è sufficiente poiché servono anche le politiche ordinarie».
Il Piano deve essere attuato
«Il governo si sta muovendo in modo coordinato, il ministro Carfagna è in prima linea ma siamo tutti impegnati e questo sforzo deve coinvolgere tutti gli enti, le imprese, le parti sociali e le famiglie», ha concluso Franco. Se ci sarà «un cambio di passo nel modo di impiegare le risorse, il piano darà senz’altro un fondamentale impulso allo sviluppo del meridione e dell’interno paese». Il Piano di ripresa e resilienza «non porta lontano se non viene attuato. l’esperienza passata suggerisce che la disponibilità delle risorse è importante ma altrettanto lo è la capacità di realizzare i progetti, questa è una delle sfide principali con cui ora ci confrontiamo», una delle “priorità” del governo.
Gentiloni: accorciare le distanze in Italia come Europa
Si discute di accorciare le distanze nella Villa che fu di Francesco Saverio Nitti, politico di lungo corso di origini lucane considerato uno degli esponenti più illustri del meridionalismo. «Anche la storia della integrazione europea potremmo vederla come avvicinamento tra distanze di unità perdute e ritrovate – ha detto Gentiloni – Quella europea è una unità che ha dimostrato di non aver paura delle diversità e che, dalle diversità e dal pluralismo, trae nuova energia. Questo periodo che segue alla pandemia ci sta dimostrando che dalla diversità nei momenti di maggiore difficoltà collettiva possono emergere nuove spinte alla integrazione. Come è avvenuto in Europa».
L’esame dei Recovery Plan
«Vi parlo dal palazzo della Commisione Europea dove stiamo procedendo a ritmo spedito in un mare di pagine, di idee e progetti sul futuro d'Europa – ha detto Gentiloni – Stiamo adottando decisioni che contengono la nostra valutazione dei primi piani, quelli di Portogallo e Spagna, a cui seguiranno una dozzina di altri Paesi tra cui l'Italia. I primi titoli comuni europei sono stati emessi nei giorni scorsi, per un valore di 20 miliardi».
Opportunità unica da cogliere in tempi certi
«Ma sia chiaro – ha precisato Gentiloni – che, se non vogliamo smarrire questa rotta, dobbiamo evitare l'autocompiacimento ed avere invece la consapevolezza che quanto deciso con un programma comune è una opportunità unica e straordinaria con precise scadenze temporali». E ha continuato: «Progettare il futuro dando risposte alle ferite che la pandemia lascia: tra marzo 2020 e aprile 2021 si sono registrate 750mila morti in più. Un bilancio che non dimenticheremo.Next generation Eu è una manifestazione di solidarietà europea. Che deve basarsi su un patto tra generazioni europee, per la transizione digitale, ambientale, per l’occupazione delle donne e dei giovani. Non c'è Paese in cui non c'è bisogno di riforme e investimenti. Ma una delle sfide decisive si gioca in Italia e proprio nel Mezzogiorno».
Umanesimo digitale, il convegno di Maratea
Tre giornate di convegni, circa 50 interventi. L’appuntamento promosso da Fondazione Nitti e Associazione Merita presieduta da Claudio De Vincenti ha voluto analizzare problemi e opportunità del Sud anche alla luce delle opportunità fornite dalle risorse messe a disposizione dalla Unione Europea. Nella giornata conclusiva sono intervenuti anche il vicepresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, il presidente di Animi Gerardo Bianco e la presidente di ItaliaDecide Anna Finocchiaro.
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