Frecce tricolori, audio dalle chat dei militari: «Il rischio bird strike era acuto»
La procuratrice di Ivrea, Gabriella Viglione: «In corso tutti gli accertamenti». Lo stormo di uccelli? «Una probabilità»
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Un audio che circola nelle chat dei militari descrive una delle ipotesi al vaglio della Procura di Ivrea che indaga per capire le cause dell’incidente aereo che ha portato allo schianto di un mezzo delle Frecce tricolori a Torino, causando la morte di una bambina di cinque anni. Il rischio era «più che moderato», bensì «severo», ovvero acuto. Nella scala dei rischi connessi alla presenza di volatili sulle piste aeree le fasce sono tre: low (basso), «moderate» (moderato) o «severe» (acuto). La procura di Ivrea lavora su tutte le comunicazioni avvenute prima dell’incidente e ha preso in considerazione anche questo audio, di cui sta cercando di individuare il protagonista.
«Sono addolorato, sto solo pensando alla piccola Laura». È quanto ha detto ai suoi colleghi il maggiore Oscar Del Do’, il pilota della Freccia Tricolore che sabato si è schiantata al suolo nei pressi di Caselle e che ha portato alla morte di una bambina di cinque anni. Il velivolo è caduto 30 secondi dopo il decollo, l’impatto con uccello avrebbe spento il motore. Il pilota sarà iscritto nel registro degli indagati. Intanto è stato dimesso dall’ospedale Paolo Origliasso. Il padre della vittima continua a ripetersi: «Cosa potevo fare?».
«Sono in corso gli accertamenti che, come capirete, sono complessi, lunghi. In questo momento non si può dire molto, stiamo facendo ancora tutti i rilievi. Le forze dell’ordine sono tutte intervenute. Bisogna ancora raccogliere vari pezzi dell’aereo e i reperti dell’auto. Al momento non si può dire molto altro, è tutto in corso di accertamento». Così Gabriella Viglione, a capo della Procura di Ivrea che si è attivata per lo schianto della Freccia Tricolore nei pressi dell’aeroporto di Caselle, a Torino. Due, al momento, le ipotesi sulle cause della tragedia: stormo di uccelli o guasto al motore».
Le ipotesi
Una prima ipotesi è quella dell’urto dell’apparecchio con uno stormo di uccelli. Un ’bird stroke’, come si dice in gergo. A questo proposito Viglione ha parlato di «probabilità, ma dobbiamo verificare tutto». Il velivolo, chiamato Pony 4, stava sfrecciando con quattro compagni in una formazione a triangolo di cui occupava l’ultimo posto della ’coda’ di sinistra. Il pilota alla cloche, il maggiore Oscar Del Do’, avrebbe comunicato al caposquadra di avere un problema al motore - altra ipotesi dunque al vaglio degli inquirenti - e di doversi sganciare. «Sembra che l’aereo in decollo abbia ingerito degli uccelli, il motore si è spento e il pilota ha cercato di portare fuori l’aereo dalla zona e si è lanciato. Nella traiettoria c’era la macchina». Così, a caldo, Maurizio Fiorilli, responsabile sicurezza Aeroclub Torino.
Lo schianto
L’apparecchio - si vede dai video subito circolati in rete - procede inizialmente in linea retta, poi all’improvviso diventa ingovernabile e perde quota. È una questione di frazioni di secondo. Subito prima che il muso punti verso il suolo il maggiore si lancia nel vuoto. Mentre il paracadute si apre, Pony 4 picchia per terra, esplode e continua a strisciare a folle velocità in una coltre di fumo e di fiamme. In quel momento sulla strada che costeggia il perimetro dell’aeroporto sta passando un’automobile con una famiglia diretta verso casa, a San Francesco al Campo.
L’auto coinvolta e la morte della bimba
«Ho sentito un grosso rumore», dirà in seguito il papà. Non è ancora chiaro se c’è stato un contatto con l’aereo. In ogni caso la vettura esce dalla carreggiata, si ribalta e si incendia. La bimba muore. Il fratellino dodicenne riporta ustioni di secondo grado su circa il 15% della superficie corporea. Lo portano all’ospedale infantile Regina Margherita, dove arriva cosciente. Non ha lesioni considerate ’importanti’ dai medici ma in ogni caso lo sedano e lo ricoverano in rianimazione. La prognosi non viene sciolta. Con lui c’è la mamma, che però viene trasferita al Cto: le sue ustioni (12-13%) sono concentrate sul braccio destro. Il padre, quarantanovenne, ha ustioni sul 4% del corpo in prevalenza sul palmo della mano sinistra; la prognosi per lui è di 20 giorni.
Il dramma
«Il papà ha ripercorso molte volte ciò che è successo ieri chiedendosi cosa poteva fare di diverso». Così in ambienti medici hanno parlato di Paolo Origliasso, il padre di Laura. L’uomo è stato dimesso stamani. La moglie resterà invece ancora al Cto perché le ustioni che ha riportato sono più estese e con ogni probabilità richiederanno un intervento di chirurgia plastica. Su entrambi è stato attivato fin dall’immediatezza, dal servizio di soccorso 118, un supporto di tipo psicologico. «In casi come questi - ha osservato Maurizio Berardino, capo dipartimento anestesia e rianimazione della Città della Salute - è necessario verificare che non ci siano lesioni più subdole, meno evidenti. Ma gli accertamenti sono stati tranquillizzanti».
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