Free climbing, zipline, base jumping: idee per scegliere una vacanza mozzafiato
Sul cavo tra le cime degli alberi o in parete come uomini ragno per cambiare prospettiva e visione: dalla Nuova Zelanda al Costarica, fino al Salento, l'avventura è in verticale.
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Nella mitologia Maori, il divino Tāne Mahuta separò i genitori – Papatūānuku la madre terra e Ranginui il padre del cielo – facendo passare la luce sulla terra e dando vita ai boschi della Nuova Zelanda. Tra quei boschi crescono i Kauri, gli alberi possenti come giganti: Tāne Mahuta è l'esemplare più famoso, con un'altezza di 54 metri e una circonferenza di 16. Questo spiega l'attrazione dei locali e dei turisti per una natura a dir poco imponente: quelle piante, così uniche, si possono sfiorare camminando a venti metri di altezza, lungo le passerelle in acciaio montate tra le fronde. La prima condizione per percorrere la West Coast Tree Top Walk è di non soffrire di vertigini, perché ci si trova a condividere il cielo con gli aironi bianchi in volo dal vicino Lago Mahinapua.
La seconda, è stare in silenzio, e predisporsi all'ascolto con tutti i sensi: se si è tra i primi a salire, la vista sul mare di Tasmania è sensazionale. Per i Māori, è bene saperlo, la foresta è sacra: in lei si trovano cibo, materiali per gli utensili e la base per la farmacopea tradizionale. Nei boschi del Costarica, invece, ci sono i canopy tour (o zipline), percorsi formati da cavi in acciaio tesi ad altezze ragguardevoli, tra gli alberi. All'interno della Arenal Reserve, nella provincia di Alajuela, il primo gesto di coraggio è prendere posto nella cab, la funivia sospesa sopra la foresta pluviale, per arrivare alla piattaforma con vista sul vulcano Arenal, ancora attivo.
Si dondola molto, ma la sensazione di pericolo è controbilanciata dalla vista degli ibis, dei jacana e del tucano dal becco a chiglia. Poi si prosegue appesi alla corda della zipline, incerti se guardare la massa magmatica del vulcano, di fronte, o il magma verde della foresta, appena sotto. Ci vuole, forse, ancora più coraggio per provare il B.A.S.E. jumping: l'acronimo di Buildings (edifici), Antennas (torri), Span (ponti) e Earth (montagne, speroni naturali) indica i luoghi e le altezze da cui, muniti di tuta alare e di un piccolo e unico paracadute, ci si può lanciare. Io ho fatto esperienza con i jumper in cima al monte Brento, in Trentino, un belvedere a quota 1.545 metri sul lago di Garda. Ma ci sono altri luoghi per sfidare la gravità, assistiti dalla benedizione del vento: come le Angel Falls nel Canaima National Park, in Venezuela, o dalla vetta del Kjerag in Norvegia.
La quarta e ultima avventura ad alto tasso di adrenalina è a Gagliano del Capo, in Salento. Da qui ci si incammina verso la falesia del Ciolo, una delle più belle scogliere del Mediterraneo, per una sessione di freeclimbing con vista, una volta arrivati in cima, che abbraccia Corfù e l'Albania.
PER CUORI SALDI B.A.S.E. jumping al monte Brento, in tandem con l'istruttore. Camminata tra gli alberi della Nuova Zelanda: West Coast Tree Top Forests & Walkway. Free climbing in Salento: SudEst Climb è un'associazione sportiva di arrampicata sportiva attiva nelle aree di Torre S.Emiliano, Porto Badisco e Ciolo. Zipline nella riserva di Arenal, in Costarica.
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