Il 2021 della manifattura

Frenata dell’industria a dicembre: -1% su novembre. Ma 2021 a livelli pre-Covid

A dicembre -1%. Su base annua +4,4%, 2021 in recupero dell’11,8%. Italia meglio di Germania e Francia

di Luca Orlando

3' di lettura

Frena di un punto la produzione industriale italiana a dicembre, un calo dell’1% che fa seguito invece alla crescita robusta del mese precedente. Nella media del quarto trimestre così il livello della produzione cresce dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. L'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l'energia (+0,1%), mentre diminuisce per i beni intermedi (-0,5%), i beni di consumo (-1,0%) e i beni strumentali (-2,2%). Calo mensile che tuttavia non viene replicato nel dato tendenziale: corretto per gli effetti di calendario, a dicembre 2021 l'indice complessivo aumenta infatti del 4,4%.

Il rallentamento, segnala l’Istat, è comunque visibile anche mettendo a confronto i dati trimestrali: l’indice complessivo è sempre cresciuto ma di volta in volta con minor vigore.

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Tra i settori manifatturieri le flessioni maggiori si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-3,7%) e nella metallurgia (-3,4%) ma in termini generali prevalgono per intensità e numero i settori ancora in crescita. Bene farmaceutica, legno e moda, con ampi recuperi a doppia cifra. E in crescita convinta anche il settore alimentare.

Il dato globale vede comunque un rallentamento, frenata anticipata sabato 5 febbraio dalle rilevazioni del Centro Studi di Confindustria, che prospetta un rallentamento ulteriore e più ampio per il mese di gennaio.

Alla minore tonicità della crescita internazionale si aggiungono due fenomeni più specifici, legati alle continue difficoltà nel reperimento dei materiali e alla corsa dell’energia, che in qualche caso ha portato alla riduzione di alcune produzioni energivore.

Vincoli ben sintetizzati dall’ultimo dato Istat di dicembre sui nodi della produzione, con la carenza dei materiali e il conseguente allungamento dei tempi delle consegne all’estero a preoccupare quasi un imprenditore su cinque, il massimo da oltre 30 anni nelle rilevazioni.

Nel confronto annuo dicembre presenta comunque il quarto rialzo consecutivo (il decimo escludendo il 0,1% di agosto), una crescita ancora significativa rispetto al dato di dicembre 2020. Anche se in trend discendente, il 2021 si chiude così con un risultato oltre le attese, con la manifattura italiana in grado di rimbalzare in modo convinto dopo il crollo a doppia cifra del 2020, comunque inferiore rispetto alle prime stime avanzate in primavera, nei momenti più duri della pandemia.

A fronte di un calo 2020 dell’11,4% il recupero 2021 è dell’11,8%, con un indice che nel mese di dicembre si posiziona due punti oltre l’ultimo dato pre-pandemico di febbraio 2020. Per la sola manifattura la crescita è del 13%, nessun comparto chiude l’anno in frenata.

Un quadro, quello italiano, più roseo rispetto a quanto registrato dalle maggiori economie continentali, Francia e Germania, più penalizzate di noi per il peso maggiore assunto da due settori in difficoltà, la moda per Parigi, le auto per Berlino.

La Germania in termini di produzione cresce infatti nel 2021 solo del 3% (-0,3% il dato mensile di dicembre, un calo di oltre quattro punti su base annua), presentando così un bilancio in rosso di oltre cinque punti rispetto al 2019. Prendendo a riferimento febbraio 2020 la produzione tedesca si trova in deficit di quasi sette punti. In frenata anche la Francia: l’industria nel complesso cede lo 0,2% su base mensile e il risultato è quello di lasciare l’output ad oltre cinque punti di distanza dal livello pre-Covid di febbraio 2020.

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