Frieze Master: riparte il mercato per l’arte storicizzata e del collezionismo eclettico
Successo di pubblico e vendite per la prima fiera dedicata alle arti dalla preistoria alla fine del XX secolo. Forte presenza e vendite per l'arte italiana e l'arte al femminile
di Giovanni Gasparini
5' di lettura
Si è finalmente tenuta a Londra dal 13 al 17 ottobre la fiera Frieze Master, nata come appendice alla fiera omonima dedicata all'arte contemporanea, basata sul concetto di collezionismo attraverso diverse categorie. La fiera, infatti, raccoglie gallerie che offrono oggetti d'arte archeologici, dipinti classici, lavori di cultura non occidentale e lavori moderni del XIX e XX secolo, accomunati dal principio di qualità ed eccezionalità.
In assenza dell'olandese TEFAF Maastricht, capostipite del settore, prima rinviata a settembre e poi cancellata, si trattava della prima opportunità di esibizione per molte gallerie, presentando quindi un test importante per i diversi settori di mercato che compongono la fiera. L'affollamento sperimentato il primo e l'ultimo giorno della fiera, e i risultati dichiarati dai galleristi direttamente sollecitati a chiusura, danno un quadro positivo generale da cui si possono estrarre alcuni elementi di particolare rilievo e trend, relativi all'arte italiana, al mercato delle artiste e all'accessibilità relativa del mercato per libri, stampe e multipli.
Forte presenza dell'arte Italiana
Mentre le case d'asta internazionali riducono i lotti e terminano l'esperienza ventennale di un catalogo dedicato all'offerta di arte italiana del secondo dopoguerra, la forte presenza italiana è stata una delle cifre caratterizzanti della fiera inglese, ed è un fenomeno che va ben oltre le tradizionali gallerie italiane, coinvolgendo dealer internazionali che confermano la presenza di un collezionismo globale. Rientra in questo trend la galleria Luxembourg + Co., che ha presentato sia in fiera sia in galleria a Londra una esibizione ben curata di ritratti di Giosetta Fioroni della fine degli anni '60, il periodo d'oro per l'arte a Roma, lavori caratterizzati dall'uso degli smalti, soprattutto argentei, con molte vendite nella fascia di prezzo fra 20mila e 150mila euro. Anche la anglo-italiana Robilant&Voena ha riportato una vendita di un ritratto della Fioroni da una richiesta di 150mila euro; il lavoro faceva parte di una sezione della galleria dedicata ai ritratti femminili con artisti come Boldrini, Fontana con una ceramica, Marino Marini, Rotella, per un range di prezzo da 100mila ai 2 milioni di euro per una ‘Marylin' di Andy Warhol; sempre in ambito di arte non italiana, la galleria ha venduto un lavoro tardo di Picasso attorno ai 600mila $, mentre un lavoro astratto di Rotella è stato venduto attorno ai 300mila euro, lasciando i galleristi soddisfatti.
Forte la presenza da Ben Brown di arazzi di Alighiero Boetti e ceramiche di Fontana, mentre l'italiana Tornabuoni ha riportato la vendita di un lavoro ottico di Alberto Biasi attorno a 130mila € e una sfera di bronzo di Arnaldo Pomodoro per 250mila € (prezzo richiesto), nonché una trattativa per uno dei due ‘tagli' di Fontana (rosso di medie dimensioni) proposti con una richiesta milionaria. È stato venduto da Mazzoleni un Fontana a tre tagli su colore scuro di oltre un metro per lato, del 1959 (richiesta oltre il milione di euro); la galleria è, inoltre, presente nel suo spazio in centro a Londra con un'esibizione che mette in dialogo lavori di Burri, Kounellis e Nunzio.
Mentre i grandi nomi affermati dello Spazialismo e dell'Arte Povera continuano la loro corsa, la milanese Gio Marconi ha proposto un trio di artisti meno noti al pubblico internazionale: Adami con le sue tele Pop, Baj con una figura tridimensionale sua caratteristica, e Luca Del Pezzo, tutti lavori degli anni ‘60-'70, il periodo in cui la Pop Art americana sbarca in Italia ed influenza una generazione di artisti, soprattutto in ambito romano. Fra le ‘riscoperte' di successo va a merito di Tommaso Calabro aver portato in fiera alla sua prima partecipazione una monografica di Remo Bianco, con una serie di «Tableux Dores» e «Testimonianze» elaborate fra la fine degli anni '50 e gli anni ‘70; il coraggio è stato premiato con 4 lavori venduti sui 5 disponibili a prezzi fra 15mila e 40mila euro. Un ‘taglio' di Fontana ‘verde Alitalia' presente all'opening non compariva più in chiusura alle pareti della galleria internazionale Nahmad, buon segno per il dealer che ha proposto anche un lavoro classicista di de Chirico del 1959, affiancando l'arte italiana ad opere milionarie di Klee, Kandinskij, Degas e una veduta veneziana del 1908 di Monet.
La collaborazione fra Fabrizio Moretti, gallerista di dipinti antichi ed appassionato collezionista di arte moderna e contemporanea, con Hauser & Wirth, una delle principali gallerie al mondo, si è concretizzata in una parete in cui un lavoro concettuale di Fabio Mauri degli anni '70 dialogava con due ‘fondi oro' toscani del ‘300. Fra i nomi meno noti riproposti è spiccato il confronto-dialogo proposto dalla Galleria Massimo Minini fra l'americana Hicks, con diversi lavori tessili, e Carla Accardi, artista innovatrice anche per l'uso di materiali plastici negli anni '60, con lavori venduti per prezzi attorno e oltre 100mila €.
Mercato al femminile
Il duo al femminile presentato da Minini fa parte di un trend favorevole all'esibizione di artiste che non riguarda certo solo l'Italia. La londinese Dickinson ha proposto un'ampia esibizione dedicata alle artiste sudamericane degli anni '60 e '70, guidate dalle opere geometriche di Carmen Herrera proposte da 220mila fino a oltre 1 milione di euro, Lygia Pape con tele da 200mila £ e Lygia Clarke con un lavoro su carta a 185mila £, e Mira Schindel con diversi lavori che partivano da 250mila £. La londinese Gallery of Everything ha proposto una monografica di Janet Sobel, autodidatta artista surrealista presente nei maggiori musei americani con opere degli anni '40 e '50 con richieste fra 50mila e 100mila $, con le tele più importanti attorno a 500mila $.
Libri e stampe
Una parte importante e di qualità della fiera è legata ai lavori su carta e stampati. Spiccava per attualità la collezione di oltre 800 fra libri e pubblicazioni sul climate change proposte da Peter Harrington a 1,6 milioni di £. In ambito delle pubblicazioni d'arte la galleria Stephane Clavreuil ha offerto una prima edizione delle incisioni di Adamo Scultori con soggetto gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo per solo 25mila £, e un'edizione seicentesca delle ‘Vite' del Vasari, oltre ai volumi delle vedute di Roma di Piranesi per 300mila £ e una cartella di riproduzioni dei principali lavori di Klimt stampata sotto la supervisione dell'artista nel 1918 a 90mila £. Lavori su carta di Klimt, Schiele e la Secessione a Vienna erano proposti dallo specialista del settore Richard Nagy, che esponeva le opere insieme agli arredi del periodo portati dalla galleria Yves Macaux, in uno degli spazi meglio curati di tutta la fiera. La grande qualità della stampa italiana, infine, si trovava anche nell'ambito delle Mappe proposte dallo specialista Daniel Crouch, con prezzi variabili da 40mila £ per una mappa a pannelli multipli della Roma papalina del 1748, a 1,2 milioni di sterline per una delle prime realizzazioni a stampa di Jacopo de' Barbari alla metà ‘500 dedicate alla Serenissima Repubblica di Venezia.
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