Frieze New York catalizzatore per le artiste contemporanee
Numero contenuto di gallerie per l’edizione americana della fiera inglese. Forte attenzione per l'arte al femminile. Interesse per le nuove proposte
di Giovanni Gasparini
I punti chiave
5' di lettura
Giunta alla terza edizione nella cornice iper-moderna dello Shad, ad un capo della magnifica passeggiata dell'Highline di New York, Frieze ha radunato 62 gallerie internazionali, circa un terzo del numero pre-pandemia quando la fiera era ospitata in una enorme tenda a Rendell Island di fronte ad Harlem. Al di là della questione logistica, la presenza di Frieze dal 17 al 21 maggio ha coinvolto migliaia di collezionisti e curiosi locali ed internazionali, una concentrazione che ha favorito lo sviluppo anche di diverse fiere-satellite come la vicina Volta e 1:54, specializzata in arte contemporanea africana.
L'opening ha visto una forte partecipazione di pubblico non necessariamente giunto con intenzioni d’acquisto, anche se si è immediatamente formata una lunga coda per ottenere al prezzo ’popolare’ di 250 $ uno dei piatti d’artista in edizione da 250 ciascuno, in vendita a favore di un progetto caritatevole: vera solidarietà o marketing per ricchi? Difficile distinguere...
Gli elementi ricorrenti dell’arte proposta sono un generale ritorno alla pittura, soprattutto con tele di grande dimensione e forte impatto cromatico, con una certa prevalenza di artiste. I prezzi richiesti si concentrano fra i 50mila e i 200mila $, con punte di mezzo milione ed oltre per artisti già affermati, e prezzi più contenuti per la sezione Focus di gallerie emergenti.
Artisti affermati e rapporto con musei
Forte presenza di una considerevole numero (in proporzione al totale) di gallerie affermate internazionalmente, che rappresentano artisti maturi o in alcuni casi i loro lasciti. La decana delle galleriste Victoria Miro, che dalla focalizzazione originaria su artisti emergenti si è spostata verso nomi affermati, cavalca l'onda popolar-mediatica generatasi per Yayoi Kusama, con varianti dei famigerati ‘polka dots' che raggiungono regolarmente quotazioni milionarie, ma approfitta anche dello spazio dedicato alla ben più giovane Sarah Sze dal Guggenheim per testare il suo mercato.
David Zwirner, che nella galleria di Chelsea a New York ha subito l'assalto del pubblico per l'esibizione dedicata a Kusama, dedica l'intero stand ai pannelli colorati di Suzan Frecon, con prezzi nel range 50-500mila $. Sempre tra le artiste affermate da tempo, la rivale Gagosian vende un numero considerevole di edizioni delle foto collage recenti di Nan Goldin, che combinano nudi e arte classica, con prezzi attorno a 90mila €. Anche la galleria Kordansky approfitta di una concomitante esibizione museale, questa volta al Metropolitan Museum, per proporre sul mercato le opere di Lauren Halsey. Thaddeus Ropac ripropone con successo anche a Frieze l'artista ottuagenaria omaggiata la settimana prenderne a Tefaf, Martha Jungwirth, vendendo altre sue opere nel range fra 280 e oltre 400mila €, prezzi tutto sommato contenuti se comparati con quelli richiesti per nomi come Rauschenberg, Baselitz e Alex Katz presenti nello stesso stand.
Hauser&Wirth prosegue con la sua strategia di recupero di artisti ‘dimenticati' del recente passato, con una esibizione monografica dedicata a Jack Whitten, lavori in toni bianco e nero dagli anni ‘70 al decesso, vendendo lavori su carta a partire da 75mila $ e opere su tela nelle centinaia di migliaia di dollari, fino alle sette cifre richieste per una scultura unica. Buona la presenza anche di grandi gallerie non basate in Occidente, come la sudafricana Goodman Gallery che vende diversi lavori di William Kentridge, fra cui una scultura bronzea a forma di moka per caffè a 500mila $ e disegni attorno a 600mila $. La brasiliana Luisa Strina, altra signora storica del mercato dell'arte, propone a 70mila $ una premonitrice installazione di Alfredo Jaar del 1988, lavoro unico con un estintore di sicurezza sormontato da un fragile globo terrestre a cui fa da supporto. L'altra galleria brasiliana Vermelho spinge, invece, progetti locali tesi a valorizzare e proteggere le comunità degli Indios delle Amazzoni. Opere d'arte che riflettono su temi identitari, sociologici ed ambientali più che la ‘facile' pittura delle proposte più commerciali.
Arte politica al femminile
Una menzione speciale meritano le due presentazione più ‘politiche' della fiera. La gallerista americana Michael Rosenberg ha selezionato un gruppo di lavori di artiste storicizzate aventi in comune la data del 1973, cinquanta anni fa e data della liberalizzazione dell'aborto, proponendo un percorso sulla libertà sessuale al femminile che parte da una maschera BDSM di Nancy Grossman a 350mila $, un grande lavoro tessile a forma di sesso femminile della Abakanowicz (280mila $) e lavori più intimi di Louise Nevelson da 450mila $ per una struttura nera di grandi dimensioni, mentre quelle piccole sono offerte a 65 e 85mila $. Sullo stesso piano, la ben più giovane galleria iraniana Dastan si pone in dialogo con la galleria americana portando l'esperienza delle donne di Teheran, con cinque generazioni di artiste degli ultimi decenni, vendendo diversi lavori fra i 30 e 70mila $.
Gallerie ed arte italiana
Qualificata ma limitata la presenza di artisti italiani, con due gallerie milanesi dalla dimensione internazionale, Massimo De Carlo che fra gli altri propone lavori di Rob Prutt con una composizione cromatica venduta attorno a 170mila $, e Gio' Marconi con l'ironia di un commento sull'arte storica italiana di Simon Fujiwara proposto a 120mila $. Almeno tre gallerie non italiane offrivano opere di artisti nostrani: Tanya Bonakdar propone uno specchio con suggestive manette metalliche di Monica Bonvicini a 50mila $ (stesso prezzo di una installazione di Thomas Saraceno nella stessa galleria), mentre Esther Schipper, dopo il successo riscosso a MiArt con una installazione simile, propone la prova d'artista (dopo aver venduto l'intera edizione di 7) di una vetrina con bobine di film in movimento di Rosa Barba a 100mila €. La belga Hufkens offre un classico lavoro di minimalismo colorato di Griffa a 75 euro, insieme ad opere di artisti ed artiste internazionali come Tracey Emin sotto la soglia dei 100mila $.
Focus: la proposta delle gallerie giovani
Mentre le gallerie di grido propongono nomi già affermati, spesso anche nel mercato secondario, una sezione di 11 gallerie più giovani offre qualche proposta nuova, presentando ciascuna un solo artista. La londinese Tiwani, che ha sede anche in Lagos, vende diverse tele nel range 15-40mila $ della giovane pittrice Emma Prempeh, fra cui uno dei lavori più fotografati con una coppia di gatti di famiglia. La galleria Argentina Barro, con sedi a Buenos Aires e New York, vende già all'inaugurazione per 14mila $ diversi set di uccelli rari della Patagonia, divertenti lavori tessili della 64enne Monica Giron, frutto di un progetto che dura da una trentina d'anni. La newyorkese Derosia vende diverse pitture su metallo a soggetto erotico di Sam Lipp, sotto la soglia di 20mila $. La brasiliana Mitre Galeria da Belo Horizonte presenta con successo lavori minimali di Marcos Siqueira, dipinti con pigmenti naturali dalla regione mineraria del Brasile. Infine, non solo le grandi gallerie ‘riscoprono' artisti finora poco integrati nel mercato, come la 82enne June Clark la cui opere quasi ‘ready made' in metallo animano la galleria Daniel Faria di Toronto.
Frieze ritorna ad ottobre a Londra, mentre le grandi gallerie si ritroveranno a Basilea a metà giugno per la ‘rivale' ArtBasel.
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