ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLingue

L’Italia è campione del mondo di fake English. Lo scrive il Financial Times

Ft racconta la naturale propensione all’inglese «farlocco» di noi italiani. Siamo figli di Celentano, lavoriamo in smart e ci sentiamo underdog. Ma quanto siamo boomer

di Francesco Prisco

Adriano Celentano interpreta «Prisencolinensinaiciusol», archetipo dell’inglese farlocco che secondo Ft usiamo in Italia

3' di lettura

Ragazzi, ci hanno beccato con le mani nella proverbiale marmellata! Anzi, per restare in tema, «in the marmelade» che fa pure un po’ disco music anni Settanta. Il Financial Times, bibbia universalmente riconosciuta dell’informazione economica e finanziaria, dedica un articolo tra il serio e il faceto alla nostra naturale propensione al «fake English», che non è esattamente l’inglese parlato da Mario Draghi quando era allievo del Mit, ma qualcosa di più simile agli «shish» di un presidente del Consiglio che l’ha preceduto.

Loro che hanno sede a Londra si sono all’improvviso accorti che il nostro italiano è una lingua farcita da cremosi prestiti e calchi dall’inglese; che il nostro passaporto per la contemporaneità è, da più di mezzo secolo, un «inglese farlocco» che alle orecchie di chi è cresciuto nella City suona puro gibberish, come le acrobazie linguistiche di Adriano Celentano in Prisencolinensinainciusol, esplicitamente citato da Amy Kazmin, corrispondente da Roma di Ft, nel suo articolo. Ci sono parole che pronunciamo tutti i giorni come self-bar, pullman, lifting, autostop che nell’inglese vero non esistono, parole inglesi, diciamo così, «Made in Italy», come il ministero affidato ad Adolfo Urso.

Loading...

Ft, sentita la linguista Licia Corbolante che al fenomeno dedica spesso post del suo blog, ricostruisce che «l’infatuazione degli italiani per l’inglese è iniziata nella Seconda guerra mondiale, quando le truppe statunitensi hanno liberato il Paese dai fascisti». I gloriosi anni di Renato Carosone, insomma. «Tuttavia», prosegue l’articolo, «poiché le scuole privilegiavano le lingue classiche, come il latino e il greco antico, pochi in quelle generazioni svilupparono la conoscenza dell’inglese. Eppure, la lingua ha avuto un importante effetto di richiamo». Perché, come dice la Corbolante, «se si usa l’inglese, si trasmette modernità, feschezza, progresso tecnologico e, in un certo senso, status».

Partendo da qui ci vuole poco per mettere in fila i nostri Lgbt, Smart Working e Click day quotidiani, ma anche i Jobs Act e gli underdog che hanno arricchito e continuano ad arricchire i discorsi dei nostri politici. Lorenzo Pregliasco di YouTrend, ancora su Ft, non manca di sottolineare che il fake English è «molto usato anche negli ambienti economici del Nord Italia, dove i verbi italiani vengono aggiunti all’inglese per creare ibridi come “schedulare”, programmare una riunione, o “ti brieffo”, ti aggiorno». Discorso intrigante che sembra la cover di una canzone incisa, quattro anni prima, dai Ciappter Ileven. S’intitola Beggiamo: «Bypassiamo questo meeting e matchiamo/io ti ho schedulato, sai». Ormai, caro il mio Financial Times, i buoi sono belli che scappati dalla stalla, hai voglia a ripararla con gesti estremi, tipo la proposta di legge per le multe alle parole straniere negli atti pubblici che pure qualche buontempone, in casa Fdi, ha fatto.

Nessuno, comunque, si senta offeso, l’articolo di Ft si conclude con la Corbolante che rassicura: quello dell’italiano è soltanto «dinamismo linguistico», perché la nostra è una «lingua vitale» ed è così che si comportano le lingue vitali. Pazienza se i Gen Z considerano noi boomer un po’ cringe. Noi che abbiamo la memoria lunga (aka Long term memory) ci ricordiamo persino di quando gli inglesi cantavano in fake Italian: «Quando para mucho mi amore de felice corazon/ Mundo paparazzi mi amore chica ferdi parasol». Firmato John Lennon e Paul McCartney, mica Adriano Celentano.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti