Giappone: il governo decide di rilasciare l’acqua Fukushima, riversamento in mare dell’acqua contaminata. Cina convoca ambasciatore di Tokyo
Il riversamento sarà avviato il 24 agosto, il piano incontra molte resistenze nei Paesi vicini e i dubbi di alcuni scienziati
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«La sicurezza scientifica e il senso di sicurezza sono due cose differenti. Anche se il piano è sicuro, il danno reputazionale si verifica lo stesso». Masanobu Sakamoto, capo della Federazione nazionale delle cooperative di pescatori giapponese, centra uno dei punti della questione: il riversamento dell’acqua radioattiva contenuta nella cisterne dello stabilimento nucleare di Fukushima devastato dal disastro del terremoto del marzo 2011 è un piano sicuro, ha stabilito l'Iaea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ma non mancano le obiezioni. Il rilascio inizierà il 24 agosto, ha deciso il premier giapponese Fumio Kishida, dopo aver ispezionato la scorsa domenica la centrale in fase di smantellamento, e aver incontrato le associazioni locali dei pescatori a cui ha assicurato sostegno di lungo termine.
Il 4 luglio scorso il direttore generale dell'Iaea Rafael Mariano Grossi ha presentato un report al premier Kishida in cui si afferma che il piano del governo giapponese è in linea con gli standard globali di sicurezza e ha «un impatto radiologico trascurabile per persone e ambiente». Il report è il risultato di due anni di lavoro di una task force di specialisti dell'agenzia coadiuvati da esperti in sicurezza nucleare provenienti da 11 Paesi. L’autorizzazione alla procedura era stata data dal predecessore di Kishida, Yoshihide Suga, nell’aprile 2021. Dopo la decisione presa due anni fa, era stato lo stesso governo giapponese a chiedere all'Iaea di stilare un dettagliato rapporto sulla sicurezza del piano. Richiesta che era stata prontamente accettata.
L'acqua conservata nella centrale nucleare di Fukushima è stata trattata con un particolare procedimento chiamato Advanced Liquid Processing System (ALPS) - spiega nel report l'Iaea - volto a rimuovere quasi tutta la radioattività a parte il trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno. Prima del riversamento, le autorità giapponesi diluiranno l'acqua per portare il trizio sotto gli standard normativi. La revisione dell'Iaea ha affrontato tutti gli elementi chiave di sicurezza del piano di scarico delle acque suddivisi in tre componenti principali: valutazione della protezione e della sicurezza; attività e processi normativi; e campionamento indipendente, conferma dei dati e analisi.
Negli ultimi due anni, la Task Force ha condotto cinque missioni di revisione in Giappone, pubblicato sei rapporti tecnici e si è incontrata più volte con il governo giapponese e la Tokyo Electric Power Company (TEPCO) giapponese, l’operatore che gestisce la centrale, e ha analizzato centinaia di pagine di documenti documentazione tecnica e normativa.
L’Iaea ha specificato che manterrà una presenza in loco presso la centrale durante la revisione, e pubblicherà dati che saranno condivisi con la comunità globale, compreso il monitoraggio delle rilevazioni in tempo reale. Lo stesso premier Kishida ha dichiarato che il Giappone continuerà a comunicare il piano ai residenti e alla comunità internazionale ’con un alto livello di trasparenza’, riducendo al minimo eventuali danni alla reputazione dell’area. Malgrado diversi paesi europei abbiano revocato le restrizioni sulle importazioni di cibo dal Giappone, la Cina ha introdotto test di radiazioni a tappeto sui prodotti ittici provenienti dal Paese vicino, inasprendo ulteriormente le tensioni diplomatiche con Tokyo.
I Paesi vicini restano nervosi, non solo la Cina ma anche la Corea del Sud.
Il vice ministro degli Esteri cinese Sun Weidong ha convocato l’ambasciatore giapponese in Cina “per presentare solenni rappresentazioni” sull’annuncio di Tokyo relativo all’inizio dello scarico nell’oceano “delle acque reflue contaminate” dalla centrale nucleare di Fukushima. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri.
La Cina, inoltre, ha vietato alcune importazioni alimentari da 10 prefetture giapponesi, e dell’industria ittica locale. Il People's Daily, un media di stato di proprietà del Partito Comunista cinese, ha definito l'acqua trattata “liquami nucleari” del Giappone. Il governatore di Hong Kong, John Lee, ha ordinato al suo governo di applicare “immediatamente” tagli all’import di alcuni prodotti alimentari giapponesi. E in Corea del Sud, dove le importazioni di prodotti ittici dalle acque vicino a Fukushima sono ancora vietate, un parlamentare dell'opposizione ha avvertito che «nessuno può dire o prevedere con certezza cosa comporterà lo scarico di materiali radioattivi in mare per un lungo periodo di tempo». Il governo sudcoreano ha scelto una via più diplomatica: «non vediamo un problemi tecnici o scientifici riguardo al riversamento delle acque trattate ma questo non vuol dire che siamo d'accordo con il piano».
Alcuni scienziati, invece, chiedono più apertamente se il governo giapponese e la società che gestisce l'impianto, la Tokyo Electric Power, siano stati sufficientemente chiari riguardo al materiale radioattivo che potrebbe rimanere nei serbatoi di contenimento da cui l'acqua trattata sarà riversata per un periodo di circa 30 anni.
Secondo il sito web della Tepco, solo il 30% delle circa 473.000 tonnellate di acqua nei serbatoi è stato completamente trattato al punto che rimane solo il trizio.
«L’idea è: “fidatevi di noi”», commenta Ken Buesseler, un radiochimico marino presso la Woods Hole Oceanographic Institution citato dal New York Times, che ha detto di voler vedere analisi più dettagliate di ciò che rimane nei serbatoi, in particolare quelli che hanno già subito qualche trattamento. Buesseler ha affermato che mentre il trizio è «uno dei materiali radioattivi meno pericolosi», altri, come il cesio o il cobalto, potrebbero essere più pericolosi se rilasciati nell'oceano. Sostiene anche che il governo non ha studiato opzioni alternative come la costruzione di più serbatoi o l'utilizzo dell'acqua trattata per produrre cemento. «Penso che vogliano solo la soluzione più economica e veloce, ovvero un tubo nell’oceano», ha affermato Buesseler.
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