Fumata grigia sul salvataggio Tirrenia Più tempo per negoziare l’offerta Moby
Aggiornato a martedì otto marzo l’incontro con i Commissari straordinari sulla rinegoziazione del debito
di Davide Madeddu
2' di lettura
Fumata grigia. Per il futuro della Tirrenia Cin (Compagnia di navigazione controllata da Moby del Gruppo Onorato Armatori) sarà necessario attendere a martedì prossimo. L’incontro con i commissari della Tirrenia in Amministrazione straordinaria e i rappresentanti del gruppo, convocato alle 17,30 di ieri e terminato dopo oltre due ore è stato aggiornato alla prossima settimana. È l’ultima puntata della vicenda legata al debito che la Cin ha nei confronti di Tirrenia. Una cifra che oscilla tra i 180 milioni di euro e i 159 milioni dovuta per l'acquisizione delle navi.
Il nodo da sciogliere
L’ultimo nodo da sciogliere per dare corso al piano di ristrutturazione in continuità presentato dalla Compagnia e che, a sentire i rappresentanti del gruppo, nelle scorse settimane aveva raggiunto «un importante accordo con la maggior parte dei propri creditori, in particolare con le banche e con i bondholder».
L’offerta
Quindi l’offerta a Tirrenia in As come scritto da Vincenzo Onorato il 1 marzo «pari a 144 milioni di euro contro un debito di 180 milioni quantificato in euro 159 milioni nelle more di una procedura arbitrale in corso». Quanto al pagamento, secondo la proposta dovrebbe avvenire con un pagamento di 23 milioni di euro «subito all’omologa e i restanti 121 milioni di euro nei successivi tre anni». Non solo: «Per i residui 121 milioni di euro il debito, grazie ad un accordo con banche e bondholders, verrebbe garantito da ipoteca di primo grado su quattro navi Cin passando così da debito non garantito a debito garantito».
La preoccupazione dei sindacati
A sperare che quella di martedì prossimo sia l’ultima riunione sono le organizzazioni sindacali. «L’augurio è che possa arrivare una decisione affinché il tribunale possa decidere e deliberare in modo che tutti i creditori abbiano il giusto ristoro - dice Arnaldo Boeddu, segretario generale della Filt Sardegna - e che allo stesso tempo ci siano certezze per i 6 mila marittimi che oggi vivono nell’incertezza e hanno una grande preoccupazione per il futuro. D’altronde stiamo parlando di un piano che prevede ristori per il 90 per cento e che converrebbe anche allo Stato».
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