ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe dimissioni

Fuortes: «Nell’interesse della Rai rimetto il mandato di ad»

L’ad comunica le sue dimissioni: su di me scontro politico che danneggia il servizio pubblico

di Andrea Biondi

Ansa

3' di lettura

Sulla Rai arrivano le dimissioni dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes . Erano nell’aria. Ora l’ufficialità con la comunicazione delle dimissioni al ministro dell’Economia e delle Finanze. Sulla decisione, Fuortes ha affermato: «Da decenni lavoro nell’amministrazione pubblica e ho sempre agito nell’interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte». Ed ha aggiunto: «Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato».

Fuortes: su di me scontro politico che indebolisce Rai

«Da decenni - spiega Fuortes - lavoro nell’amministrazione pubblica e ho sempre agito nell’interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte». Dall’inizio del 2023, dice Fuortes, «sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico». Allo stesso tempo, Fuortes riscontra «all’interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell’atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana».

Loading...

«Non accetto compromesso su linea editoriale»

Questo, dice Fuortes, «minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai. Il Consiglio di Amministrazione deve deliberare, nelle prossime settimane, i programmi dei nuovi palinsesti ed è un dato di fatto che non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021».

Fuortes dichiara di non poter «accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell’interesse dell’Azienda, ho comunicato le mie dimissioni al Ministro dell’Economia e delle Finanze».

Il mandato a cavallo di due governi

Epilogo ormai atteso quello delle dimissioni di Fuortes, che non a caso cita il 2023 come momento spartiacque. A Palazzo Chigi era arrivato il nuovo governo, in sostituzione del Governo Draghi che a luglio 2021 ha nominato Fuortes alla guida di Viale Mazzini. E proprio il partito del premier alla fine dei giochi era rimasto senza seggio in cda. Questione che si è rilevata dirompente (e forse poco lungimirante all’epoca in cui si fece questa scelta) e che è arrivata fino a questo punto.

Nessuno può negare (tranne i vari amministratori delegati che nelle improvvide interviste di esordio, come accaduto anche a Fuortes, si affrettano a dire che non è così) che la politica dia le carte a Viale Mazzini. Del resto la Rai è pur sempre una Spa controllata per il 99,6% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con l'altro 0,4% alla Siae. C'è di mezzo la concessione di un servizio pubblico, la nomina di 4 componenti avviene da Camera e Senato e la Commissione bicamerale di Vigilanza ha poteri, fra i quali il gradimento con due terzi dei voti nella nomina di presidente e ad.

Eurovision Song Contest, spot Rai tra ironia e Mengoni sognatore

Il decreto «Fuortes»

Ora, dopo l’approvazione il 20 aprile del bilancio 2022 della Rai, giovedì scorso 4 maggio il Consiglio del ministri ha approvato il decreto che introduce un nuovo limite anagrafico per gli amministratori dei teatri lirici: 70 anni. A finire fuori gioco è stato così Stéphane Lissner , sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli. Fuortes ora ha deciso di dimettersi dalla sua carica in Rai prima della scadenza prevista nel 2024. Il posto di Lissner alla direzione del San Carlo è da tempo indicato dai rumors come il possibile, immediato approdo.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti