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Furgoni, Euro 6 e vecchie stufe: tesoretto antismog da 64 milioni

La priorità per la Giunta Cirio è ridurre il numero di mezzi commerciali altamente inquinanti:
in arrivo 50 milioni per l’elettrico. Tra le misure 10 milioni per gli abbonamenti ai trasporti pubblici

di Filomena Greco

Miglioramento. Gli ossidi di azoto sono ancora un problema per l'area di Torino anche se la concentrazione è passata da 60 a 40 microgrammi a metro cubo (media annuale)

4' di lettura

Messo nel cassetto lo “spauracchio” del blocco dei mezzi Euro 5 grazie all’intervento del Governo, ora il Piemonte deve accelerare sul nuovo Piano per la qualità dell’aria che dovrà fotografare la situazione, nella maniera più aggiornata possibile, e mettere in campo le misure necessarie ad adeguare i parametri a quanto richiesto da Bruxelles.

La settimana scorsa è arrivata la determina che sui componenti del team che il presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, hanno messo al lavoro su uno dei dossier più spinosi per il Piemonte. Sarà coordinato da ... «Vogliamo usare la scienza e la tecnologia per trovare le soluzioni migliori ai problemi di qualità dell’aria dell’intero bacino padano» spiega Marnati. Si partità dai dati a consuntivo del 2021-2022 che dovranno considerare i passi avanti fatti. «Calcoleremo l’impatto dei 35mila edifici in tutto il Piemonte ristrutturati grazie al Superbonus 110% – spiega Marnati – inoltre valorizzeremo i 704 mezzi del trasporto pubblico locale già rottamati, considerando che da qui al prossimo biennio ci sarà un numero pari di mezzi inquinanti che verranno sostituiti da mezzi a minore impatto. In ultimo, vanno considerati i benefici derivanti dalla rottamazione delle auto, sono state ad esempio 235mila nel corso del 2021».

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I nodi

Il Piemonte ha sostanzialmente due ordini di problemi sul fronte della qualità dell’aria: da un lato mantenere la media delle concentrazioni di polveri sottili sotto la soglia dei 40 microgrammi al metro cubo imposta da Bruxelles, dall’altro non superare, a ridosso delle centraline, i 35 giorni all’anno di sforamento rispetto ai livelli di inquinanti. Se sul primo fronte il Piemonte di fatto è riuscito a restare sotto soglia, quello che invece ancora pesa è il numero di giornate – molto meno rispetto a 10-15 anni fa ma comunque ancora troppe – in cui i valori superano le soglie, soprattutto a Torino, Alessandria e Asti.

La valutazione della qualità dell’aria spiega Secondo Barbero, .... di Arpa Piemonte, va sempre fatta su un periodo di osservazione pluriennale visto che i valori misurati sono fortemente influenzati dalle condizioni climatiche e dalla minore o maggiore capacità di dispersiva delle sostanze nocive legata ad esempio a pioggia e vento. Se di analizzano i parametri negli ultimi 15 anni, spiega Barbero, «abbiamo avuto un rientro su inquinati tradizionali come lo zolfo mentre restano sotto osservazione polveri sottili, ozono e ossidi di azoto». Questi ultimi sono inquinanti legati prevalentemente alla combustione, dunque derivano da traffico e riscaldamento civile a metano. «In questo caso osservati speciali sono auto e caldaie a metano, il problema del superamento dei limiti ce lo abbiamo prevalentemente nell’area urbanizzata di Torino mentre è sotto controllo nelle altre aree» spiega Barbero. Al centro degli interventi futuri su questo fronte, spiega barbero, c’è sicuramente il tema del traffico veicolare, che resta centrale. «Il punto debole – aggiunge Barbero – è che il blocco dei mezzi inquinanti, da Euro 2 a Euro 4, non è strutturale ma parziale nel corso della giornata e dei periodi dell’anno, e questo lo rende per forza di cose meno incisivo e risolutivo». Quanto al riscaldamento, si è fatto molto con il teleriscaldamento a Torino, ma restano margini di manovra sulle caldaie. Se è vero che gli ossidi di azoto sono ancora un problema per l’area di Torino, la situazione però è migliorata, con una concentrazione passata da 60 a poco più di 40 microgrammi a metro cubo come media annuale. «Manca poco al raggiungimento dell’obiettivo – sottolinea – anche se nel frattempo l’Ue ha aperto una procedura di infrazione e condannato l’Italia».

Sul fronte polveri sottili, «abbiamo osservato negli ultimi 15 anni riduzioni significativa tanto che da 4-5 anni rispettiamo il valore medio annuale di 40 micro grammi per metro cubo, mentre superiamo la soglia dei 50 microgrammi per più di 35 giorni all'anno, termine “consentito” da Bruxelles». Nelle zone più trafficate di Torino le giornate in cui gli inquinanti sono stati sopra soglia sono state una novantina, erano 65 nel 2021. «Certo, 15 anni fa si arrivava a 200 giorni all’anno, ma il problema è ancora molto significativo» conclude Barbero. Il tallone di Achille dunque sono le polveri sottili, per questo serve un’azione ad ampio raggio che coinvolga sì la mobilità urbana ma anche il riscaldamento e l’agricoltura.

Le misure dell’autunno

La priorità per la Giunta Cirio è ridurre il numero di mezzi commerciali altamente inquinanti. «Stiamo studiando una misura che definiremo entro novembre sostenere gli operatori che vorranno cambiare un mezzo mettendo a sistema le misure esistenti e nuove forme di garanzia per aiutare chi ha più problemi» spiega Marnati. L’obiettivo è arrivare ad almeno 50 milioni di risorse da destinare non solo ai furgoni elettrici ma si punterà anche sull’Euro6, nuovo e usato. Sarà inoltre prolungato il bando per rottamare vecchie stufe (4 milioni) mentre 10 milioni andranno a sostegno degli abbonamenti per i mezzi pubblici destinati a chi ha un mezzo fino a Euro 5.

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