Furti e rapine per strada in aumento, prima volta dal 2013
Nel primo semestre 2023 aumentano i furti con destrezza (+2,5%) e le rapine in pubblica via (+24,6) rispetto al 2019. Superano il pre-Covid anche estorsioni e percosse
di Marta Casadei e Michela Finizio
4' di lettura
Tornano a crescere furti e rapine mentre rallenta la corsa del cybercrimine. Si interrompe così il progressivo calo della criminalità predatoria in corso dal 2013, divenuto crollo con le restrizioni ai movimenti in pandemia. Gli illeciti, che negli ultimi anni si erano “spostati” sul web facendo crescere a doppia cifra le frodi informatiche, tornano quindi in strada. Soprattutto nei contesti urbani densamente popolati, con aumenti che superano i livelli pre-Covid.
È questo il trend principale che emerge dalle statistiche sulla criminalità aggiornate al primo semestre 2023, estratte dalla banca dati interforze dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno in esclusiva per il Sole 24 Ore del Lunedì, confrontate con gli anni precedenti.
I delitti commessi e denunciati continuano ad essere in calo: al netto della frenata imposta dalle restrizioni anti-contagio, che si è riflessa sulle denunce rilevate nel 2020 e 2021, i reati “emersi” nel 2022 (2,26 milioni in tutto sul territorio nazionale) continuano ad essere meno rispetto al totale rilevato nel 2019. Anche il dato relativo al primo semestre 2023, ancora non consolidato ma sufficiente per confermare la tendenza, risulta inferiore (-2%) a quello rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente.
La ripresa di furti e rapine
Alcune tipologie di reato, però, invertono la rotta tracciata prima dell’emergenza sanitaria. Basta fare alcuni esempi. Sono 13.405 i furti con strappo denunciati nel 2022, il 7,3% in più rispetto a quelli del 2019. Le percosse risultano in aumento del 12%: 16.142 quelle rilevate l’anno scorso a fronte dei 14.395 episodi denunciati quattro anni fa. Le rapine in pubblica via sono cresciute del 13,6%: 15.121 nel 2022, rispetto alle 13.307 del 2019, con un ulteriore incremento rilevato nel primo semestre di quest’anno (+7,7% su base annua, +24,6% rispetto allo stesso periodo 2019). Anche le estorsioni denunciate l’anno scorso, infine, sono risultate superiori del 34% rispetto a quelle di quattro anni fa.
Inoltre, focalizzando l’attenzione sui dati più recenti, cioè quelli relativi ai crimini commessi e denunciati nei primi sei mesi del 2023, appare ancora più evidente la ripresa della criminalità predatoria: rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, hanno registrato una fiammata i furti con destrezza (+11,2%), quelli sulle auto in sosta (+11,4%), quelli di motocicli (+11,5%) e di autovetture (+8,1%). Salgono anche i furti in abitazione (+5,6%) e le rapine in abitazione (+7,2%), il cui trend risulta in calo ormai da diversi anni.
«La ripresa dei crimini predatori dopo il crollo imposto dalle restrizioni in pandemia è inevitabile, nel 2017-2018 le denunce per queste tipologie di reato erano comunque superiori. Va però segnalato che alcune forme di criminalità “da strada” stanno crescendo più di altre, superando i livelli del 2019», afferma il dirigente superiore della Polizia di Stato, Stefano Delfini.
Il direttore del servizio Analisi criminale, un ufficio interforze del dipartimento della Pubblica Sicurezza che analizza quotidianamente questi dati per restituire informazioni utili alle forze dell’ordine che operano sul territorio, ammette ci siano alcuni segnali di preoccupazione: «L’attuale congiuntura economica e il crescente disagio sociale – dice – possono influire sulla frequenza di questi illeciti predatori, così come sulla maggiore propensione a denunciare furti anche se di modesta entità. In particolare in alcune grandi aree urbane, più popolate e mediamente più ricche, dove rileviamo dei picchi».
L’azione di contrasto
I delitti informatici, al contrario, dopo anni di incrementi a tripla cifra (+111% i delitti informatici nel 2022 rispetto a quelli rilevati nel 2019), nei primi sei mesi di quest’anno hanno registrato una prima contrazione (-14%).
Gran parte della criminalità si era spostata sulla Rete, ma le misure messe in campo e la crescente cautela degli utenti sembra stiano funzionando», commenta Delfini. Il confronto con il 2019 risulta interessante anche nei reati legati agli stupefacenti (spaccio, produzione e traffico), inferiori per oltre il 20% nel corso del 2022: «L’azione di contrasto rimane molto ferma, ma per questo tipo di criminalità servono strumenti investigativi più raffinati. Per individuare i ruoli dietro un’attività di spaccio serve un’attività più robusta», spiga il direttore del Viminale.
I trend emergenti
In aumento anche gli incendi, i reati commessi da minori (in forma singola o aggregata) e i cosiddetti “reati spia” indicati dal Codice rosso: nel decennio 2012-2022 sono aumentati del 105% i maltrattamenti in famiglia, del 48% lo stalking e del 40% le violenze sessuali. Dietro questi incrementi c’è una maggiore consapevolezza delle donne e fiducia nelle forze dell’Ordine.
«La nostra missione è cercare di far emergere il “numero oscuro”, cioè quei reati che non vengono denunciati ma contribuiscono alla criminalità reale», conclude Delfini. E se per certi fenomeni criminali più intimi, probabilmente, resterà sempre più difficile denunciare, ci sono anche altri fattori su cui è possibile incidere: la fiducia nello Stato, il senso civico e i valori sociali della popolazione, la maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, l’efficacia dell’azione giudiziaria, e così via. Sono questi gli elementi che influenzano la propensione alla denuncia dei cittadini.
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