Fusione Fava e Storci, nasce il campione mondiale delle macchine per pasta
L'unione crea una multinazionale con oltre 100 milioni di euro di ricavi, un organico di 320 dipendenti e una quota di mercato del 40% a livello globale
di Ilaria Vesentini
I punti chiave
3' di lettura
«Siamo sempre stati leader mondiali nella nicchia delle macchine per pastifici, da quando mio nonno nel 1937 iniziò a costruire i primi essiccatoi per la pasta e depositò i brevetti più importanti per l'industrializzazione del settore. Nel 1995, con la separazione dalla commerciale Braibanti, si apre una nuova era per noi, perché iniziamo a fornire in tutto il mondo i nostri impianti con il marchio Fava. E oggi, con l'acquisizione del 100% di Storci, già nostra fornitrice delle presse impastatrici e specializzata in tecnologie complementari e di piccolo taglio, confermiamo il nostro ruolo di guida del mercato globale nelle tecnologie per pasta artigianale e industriale, secca e fresca». Così Luigi Fava, terza generazione alla guida dell'omonima azienda di Cento (Ferrara), commenta l'operazione di acquisizione per incorporazione della Storci di Collecchio (Parma), altra impresa familiare in cui Fava era già entrata nel 1995 con il 50% del capitale e che ora passa in toto in mani estensi.
I numeri
L'operazione dà vita a un gruppo di 100 milioni di euro di fatturato e 320 dipendenti tra i due stabilimenti emiliani e la rete di assistenza tecnica post-vendita (50 persone), con oltre 1.000 impianti in funzione nei più importanti pastifici del mondo, circa il 40% della quota di mercato globale e una presenza sul mercato italiano di circa l'80% del parco macchine installato. Tra i clienti di Fava ci sono tutti i nomi più noti della pasta italiana, a partire da Barilla, Garofalo, De Cecco, La Molisana, Divella, Ferrara, Agnesi, «ma quasi il 90% del nostro fatturato è realizzato oggi sui mercati esteri. Il mercato italiano è saturo e il tasso di sostituzione basso perché costruiamo macchinari che durano 40-50 anni. A trainare la crescita è da qualche anno il continente africano, che assorbe il 60% del nostro export. Siamo partiti dal Nord Africa, ma ora stiamo aprendo e sviluppando tutta l'area subsahariana dove le nostre macchine sono riconosciute come le migliori perché riescono a trasformare una materia prima povera, la farina di grano tenero anche di scarsa qualità, in una pasta buona da mangiare», precisa l'amministratore delegato del gruppo, oggi il più grande player internazionale nella ricerca, progettazione, costruzione e commercializzazione di linee per pastifici.
Le tecnologie
La fusione di Storci - in cui la famiglia Fava è stata affiancata dallo studio legale BonelliErede - permetterà di creare sinergie e migliorare l'efficienza lungo tutta la supply chain e nei processi produttivi sui 40mila mq dei due siti, mentre la nuova struttura commerciale integrata coprirà in modo più capillare tutta la piazza mondiale dei pastifici, anche artigianali, con una gamma di prodotti che comprende macchinari per la produzione di pasta sia secca che fresca e linee per produrre piatti pronti secchi (instant pasta), freschi e surgelati. Dai piccoli macchinari semiautomatici con una capacità inferiore ai 1.000 kg di pasta all'ora ai mega impianti industriali da 6mila kg di pasta/ora «ma abbiamo anche battuto il record dei 12mila kg/ora – racconta Fava - esistono due soli impianti al mondo così grandi, uno l'abbiamo installato in Italia e uno in Egitto». «I fratelli Storci, Michele e Simone, saranno consiglieri di amministrazione in Fava con deleghe operative nelle proprie aree di competenza e mi saranno di valido supporto per le scelte strategiche finalizzate a dare ulteriore sviluppo e valore all'impresa», precisa l'Ad.
Il mercato
Il gruppo emiliano gioca da capocannoniere in un mercato globale molto piccolo e poco contendibile, dove a sfidarlo sono un produttore svizzero e un altro tedesco e dove è difficile mettere a segno balzi di crescita a due cifre e strappare margini straordinari. «Siamo ancora imbattuti perché in tutti questi decenni non abbiamo mai smesso di reinvestire gli utili in ricerca e innovazione e perché garantiamo ai clienti una rete di servizi, assistenza post vendita e ricambistica che non ha eguali sul mercato», precisa Fava. Che a Cento, in pieno Covid, ha inaugurato un laboratorio di mille metri quadrati dove cinque ricercatori lavorano a tempo pieno allo sviluppo di nuove soluzioni. Guidati da Enrico Fava, padre di Luigi e presidente della società (insignito della laura honoris causa in Ingegneria Meccanica nel 2005), considerato oggi il massimo esperto vivente nelle tecnologie per pasta. La quarta generazione? «Ancora non è in azienda - conclude l'imprenditore - perché i miei figli sono giovani e stanno ancora studiando ma sarebbe bello portassero avanti la storia della nostra famiglia, che da 87 anni dedica la propria vita a costruire le migliori macchine per la pasta al mondo».
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