congiuntura

Gabbrielli (Assopellettieri): «Dalle giovani generazioni la spinta alle fusioni tra Pmi»

AIl'assemblea annuale (online) osservati speciali i dati del crollo di fatturato (-30%) ed export (-29% nei primi sei mesi dell'anno) e del boom della cassa integrazion

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

Sulla carta sono tutti d'accordo: bisogna aggregarsi per fare massa critica e resistere meglio sul mercato, tanto più in questa fase Covid così complicata. Ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti anche le Pmi della pelletteria, come quelle di molti altri settori, fanno i conti con resistenze e ritrosie. «E invece ormai non c'è altra strada, bisogna aggregarsi», ha ammonito Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri, durante l'assemblea annuale (svoltasi online) dell'associazione parte di Confindustria Moda, che ha messo in fila i numeri del crollo in atto di fatturati (-30%) e export (-29% nei primi sei mesi dell'anno) e del boom della cassa integrazione. Gabbrielli ha però aperto una porta: «So che l'aggregazione è difficile, ma una spinta fondamentale verrà dall'entrata in campo delle giovani generazioni, che sono meno legate alle aziende e alle tradizioni».

Quattro strade per la ripresa

Per far fronte alla flessione attuale di ordini e uscire dal tunnel, Assopellettieri ammette di avere poche armi. Gabbrielli ne ha elencate quattro, tutte difficili da attuare: il mercato interno, cui potrebbero guardare le aziende con un marchio proprio che fin qui hanno sempre cercato di esportare (magari aiutate da una campagna di sensibilizzazione dei consumatori a comprare italiano per avere migliore qualità e sostenere il Paese); il mercato cinese, l'unico che ha ripreso a marciare dopo la pandemia («anche se per una piccola azienda è un mercato quasi impossibile da aggredire»); l'e-commerce; la riconversione alla produzione per i brand.

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Le proposte della manifattura

Le ricette anti-crisi non sono facili, in questa fase. Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al distretto fiorentino, sollecita progetti di filiera che possano attrarre investitori; Francesca Orlandi dell'omonima pelletteria maceratese punta sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità, che auspica sia riconosciuta da una sorta di “patente di prodotto italiano sostenibile”; Giovanni Guerriero della omonima pelletteria napoletana guarda alla «buona ripresa» che si intravede per il secondo semestre 2021, Covid permettendo.

Alle aggregazioni - intese come fusioni, ingresso di fondi d'investimento nel capitale, reti d'imprese – i piccoli pellettieri per adesso mostrano di preferire alleanze di filiera o missioni comuni all'estero.

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