Gabetti, intermediazione e servizi aumentano la marginalità
Il Gruppo – che è anche uscito dalla “Grey list” di Consob per le difficoltà del passato – chiude il primo semestre con ricavi a 98,2 milioni (+3% sullo stesso periodo dell’anno scorso). Il risultato netto è stato pari a 6,8 milioni(+50% sul primo semestre 2021) e l’Ebitda dell’attività servizi è passato da 11,5 a 17,5 milioni. Stretta sui bonus e aumenti dei mutui, i fattori da monitorare
di Laura Cavestri
I punti chiave
3' di lettura
Grazie, soprattutto, alle linee di business di intermediazione e servizi (inparticolare quelli collegati ad Abaco), Gabetti Property Solutions chiude il primo semestre con ricavi a 98,2 milioni di euro, in crescita del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il risultato netto del Gruppo è stato pari a 6,8 milioni in crescita del 50% rispetto al primo semestre 2021. Registrata una Ebitda dell’attività servizi per 17,5 milioni, in forte crescita rispetto a quello realizzato al 30 giugno 2021 che era stata pari ad 11,5 milioni.
L’indebitamento finanziario netto è pari ad euro 4,8 milioni con un incremento di 2,9 milioni di euro rispetto al 31 dicembre scorso, principalmente dovuto alla gestione finanziaria, oltre una gestione operativa che nei primi 6 mesi è stata in assorbimento per circa 1,6 milioni, anche per effetto della consueta stagionalità del business.
Le linee di business
Le linee di business migliorano a livello di Ebitda: per Agency e Corporate Services (+0,8 milioni di euro) ha contribuito un ottimo semestre dell’Agency diretta e la costante crescita di Patrigest; mentre per la linea Real Estate Network Services ha avuto un ruolo rilevante la crescita della segnalazione finanziaria di Monety, del network franchising con i marchi Gabetti Franchising, Grimaldi e Professionecasa e della marginalità di Gabetti Lab, nonostante i minori ricavi. L’Ebit di Gruppo è risultato pari a 12 milioni, in netta crescita rispetto al 30 giugno 2021 pari a 8,2 milioni.
Al 30 giugno 2022 il Risultato netto del Gruppo Gabetti è stato pari a 6,8 milioni (già considerati gli utili di competenza di terzi per 3,3 milioni) in netto miglioramento rispetto ai 4,3 milioni del 30 giugno 2021.
«Continua l’andamento positivo del Gruppo – ha detto l’amministratore delegato Roberto Busso – con ricavi della linea di business Agency e Corporate Services superiori del 25% rispetto all’esercizio precedente; crescono a due cifre percentuali i ricavi di Patrigest, di Abaco e soprattutto dell’Agency diretta (+44%), mentre la linea di business Real Estate Network Services è risultata leggermente inferiore (-3%), penalizzata da una leggera contrazione dei ricavi di Gabetti Lab legati al mondo ecobonus.
In continua crescita invece i ricavi del network franchising immobiliare e della segnalazione finanziaria».
«L’Ebitda della linea di business Real Estate Network Services ha raggiunto i 13,8 milioni di euro, in crescita del 59% rispetto a giugno 2021 – ha dichiarato Marco Speretta, direttore generale del Gruppo –. Cresce la marginalità del network immobiliare sia per la collaborazione con Gabetti Lab sia per la vendita dei servizi alle agenzie, in particolare con la vendita del pacchetto Toolbox che si arricchisce sempre più di strumenti a favore degli affiliati».
Bonus e tassi
«Il risultato del primo semestre 2022 conferma il continuo percorso di crescita del nostro Gruppo – ha dichiarato Fabrizio Prete, presidente del Gruppo Gabetti –. Tutte le società risultano superiori anche alle previsioni di budget, a conferma delle strategie impostate in questi anni. Sull’effervescenza delle compravendite e sulla “spinta” dei bonus riqualificazione pesano, tuttavia, l’aumento dei tassi di interesse che dovrebbe portare a una “stretta” sui mutui e le restrizioni sul Superbonus.
«Noi – ha aggiunto Prete – lavoriamo stringendo accordi con general contractor che non sono cessionari del credito a loro volta, ma lo utilizzano direttamente. Questo ci ha permesso di non avvertire i limiti dell’agibilità del credito di cui hanno sofferto moltim operatori più piccoli. Anzi, se potessimo, stringeremmo molti più accordi con i general contractors». Siamo consapevoli, ha aggiunto Prete, che «Il Superbonus andrà ad esaurimento e stiamo portando avanti i lavori già avviati. Dal 2024 ci posizioneremo maggiormente per cogliere le opportunità di riqualificazione offerte dagli altri incentivi».
Se sul fronte costi «per noi solo mediati. Quindi possono diventare un grande problema che sinora siamo riusciti a gestire – ha detto ancora Prete – altra questione da monitorare sarà l’andamento dei tassi. Se gli aumenti saranno contenuti, ritengo che anche gli effetti sul Real Estate possano essere meno rilevanti. Se invece il costo dei finanziamenti crescerà molto, l’effetto potrà essere significativo. Nell’immediato, credo che, oltre ai tassi, vadano monitorati gli indici di fiducia di famiglie e imprese. Indicatori che interpretano il sentiment, anche emotivo, di investitori e consumatori».
Infine, ha concluso Prete, «stamane la Consob ci ha ufficialmente comunicato che il Gruppo è definitivamente fuori dalla cosiddetta “grey list”», il regime di “sorveglianza speciale” che (assieme a quella della “black list”) obbliga soggetti che hanno avuto difficoltà finanziarie e hanno intrapreso un percorso di risanamento alla diffusione di informazioni periodiche (in base all’articolo 114 del decreto legislativo 58/1998, aggiornato alla data del 2 luglio 2021).
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