Galleria Borghese, Bernini, Caravaggio, Hirst e l'ecosistema social
Innovazione digitale e modellazione 3D ma anche narrazione e ricerca nei programmi della neodirettrice Francesca Cappelletti, nello sforzo di recuperare gli incassi perduti
di Laura Traversi
7' di lettura
È entrata nella Palazzina al centro del parco di Villa Borghese in pieno Covid. Francesca Cappelletti da settembre è alla guida della Galleria Borghese di Roma, professore ordinario di Storia dell' arte moderna all'Università di Ferrara, inizia la sua nuova sfida professionale a porte chiuse, in attesa della (seconda) riapertura rinviata al prossimo 15 gennaio.
Nell'attività scientifica e nell'insegnamento ha sperimentato significative scoperte ed avanzamenti in campo storico-archivistico (sulla Collezione Mattei e Caravaggio, col ritrovamento della Cattura di Cristo di Dublino), storiografico (monografia su Paul Brill), e metodologico, con speciale attenzione a contesti storici e socio-economici anche nella didattica ( insegnando in corsi di laurea per manager di itinerari culturali e comunicazione della cultura). Il 2020 rappresenta un sfida per tutti i musei, Cappelletti racconta la sua.
A Roma e nei musei statali della capitale, fino al 2019, si registra un incremento costante di presenze turistiche: 29 milioni nel 2018. Circa 25,5 milioni tra aree archeologiche e musei, di cui più di 5,4 milioni nei principali musei urbani statali (dati Istat 2019-20). Trend confermato alla Galleria Borghese anche nei primi due mesi del 2020, con 93.000 ingressi (80.000 nel 2019). In totale, nel 2019, la Galleria ha registrato 573.000 visitatori, con introiti per 6,7 milioni di € in bigliettazione.
La Galleria Borghese ospita dal 2006 un programma pluriennale sul Contemporaneo. Continuerà?
In un'ottica costruttiva, verranno confermati gli accordi e i progetti su cui la struttura era impegnata, come la programmazione sul Contemporaneo avviata dalla precedente direzione di Anna Coliva e la mostra di Damien Hirst, pensata espressamente per Villa Borghese ed orientata al collezionismo (10 maggio -10 ottobre 2021).Il museo è attivo nell'organizzazione di mostre, ma anche nella collaborazione a progetti di ricerca. La Galleria custodisce capolavori di Caravaggio e Bernini in grado di attrarre il pubblico generale, ha una dimensione internazionale fin dagli anni ‘30-‘40 del Seicento, descritta nella letteratura di viaggio del Grand Tour. Oltre a se stessa, racconta la storia delle gallerie ex-fidecommissarie che sono sia pubbliche (Galleria Nazionale Barberini e Galleria Spada) che private, traghettatesi a museo aperto al pubblico (Gallerie Colonna e Doria Pamphilj), cui vorremmo essere collegati da iniziative comuni. Potremmo diventare più connessi a piattaforme da tempo operanti per la storia del collezionismo e il mercato dell'arte, come il Provenance Index del GRI-Getty Research Institute . Gli spazi disponibili per mostre sono limitati e condivisi colla collezione permanente, da cui mi piacerebbe partire per fare nuove mostre.
Cosa succede con le chiusure?
La Galleria, per la tenuta statica della Palazzina e i lunghi restauri (1984-1997) ha sempre avuto ingressi contingentati, su prenotazione (200 ogni 2 ore, fino ad un massimo di 360, ridotti a 80-100 in fase Covid). La chiusura (8 marzo-18 maggio e 6 novembre-3 dicembre), salvo ulteriori disposizioni, porta una diminuzione consistente degli ingressi. Per gli introiti dei Musei è abbastanza pesante, soprattutto perché la Borghese con l'autonomia gestionale e di bilancio aveva la possibilità di amministrare i propri flussi, pur riservando un 20% di fondo-quota di solidarietà a siti meno fortunati. Ma i musei dipendono, in questa situazione, da quanto a cascata deriva da decisioni più generali.
Gli effetti del lockdown sul lavoro e sulle entrate museali?
Lo staff è costituito da circa 50 dipendenti tra amministrativi, curatori, funzionari e tecnici (organico Mibact ) e da circa 20 risorse per custodia e guardiania in “outsourcing”, in base ad appalti pubblici a rotazione. Abbiamo lavorato in smart working, con organizzazione a scacchiera per il 75%, con un 25% in sede a rotazione. Quanto più direttamente i bilanci sono legati alla bigliettazione, come nel sistema museale Usa, tanto più c'è una crisi drammatica (al MoMA hanno licenziato 180 persone). Per quanto ci riguarda anche tutti i servizi forniti da Ales (società in-house del Mibact) sono stati mantenuti. In generale, si può dire che quella parte del sistema italiano che non dipende solo dalla bigliettazione ha retto, ma è chiaro che l'impatto sulla promozione e valorizzazione è enorme. Siamo in fase di revisione dei conti proprio in questo periodo. Le perdite legate al primo lockdown ammontano a più di 600.000 €. Le entrate per eventi hanno subito una pesante riduzione.
Nel 2020, si è assistito ad un'interazione rinnovata dei cittadini coi musei e i siti culturali del loro territorio. Quale è il rapporto dei romani con la Galleria Borghese ed il parco?
È vero: lo riflette l'attività social della Galleria che, nel 2020, ha visto crescere la comunità del suo pubblico, particolarmente in primavera. È il terzo museo italiano su Instagram (118.000 followers), con un incremento del 400% su Facebook. Negli ultimi anni, il dibattito è stato quello di raggiungere il non-pubblico, quello “mobile” che non è determinato a compiere l'esperienza del museo. Non dobbiamo lavorare per chi è già motivato e in condizione di raggiungere le informazioni, ma soprattutto per gli altri. La funzione sociale del museo è qui. Va cambiato il tono, ma non la serietà della proposta. Il pubblico non deve sentirsi ignorante o incapace di comprendere le opere custodite all'interno. Il linguaggio scientifico degli studiosi slitta in secondo piano. Per capire meglio la collezione custodita nella Palazzina bisognerebbe ricostruire la sua unità coll'esterno del parco. I giardini storici ai lati, proprietà del Comune, sono gestiti da noi per manutenzione e visite guidate. Il Museo sarebbe favorevole, anzi è fermamente intenzionato a collaborare con tutti quanti vorranno integrare tra loro le parti di cui è composto storicamente questo insieme. Penso sia importante lavorare sui nuovi pubblici: spesso chi passeggia a Villa Borghese non sa cosa ci sia nella Palazzina. Piante, banner e siti in rete devono evidenziare il legame colle altre gallerie del barocco. Il mio sogno è che si veda la Galleria Borghese con visita guidata di parco e Uccelliere inclusi nel biglietto. Dai Propilei di Piazzale Flaminio fino al verde del parco, tutto potrebbe essere parte di un insieme oggi incompreso e frammentato nella memoria. Ricostruire il rapporto col giardino che ospita anche alcuni Musei del Comune (Museo Bilotti, Museo Canonica) è una potenzialità ancora inespressa. La mostra di sculture nel parco in corso è un esempio di quanto si è sin qui fatto per ricucire questi legami. Ma c'è molto da fare per una comunicazione istituzionale condivisa. Intanto in Galleria è stata razionalizzata l'area di accoglienza del pubblico nel Foyer, che include Biglietteria, Guardaroba, Caffetteria e Bookshop.
In alcuni paesi i Musei sono aperti (es. Usa). Da voi erano riavviate aperture serali e visite ai depositi nel sottotetto. Come restate vicini al pubblico?
Potenziando la comunicazione online. Con video e rubriche in arrivo sul sito, come “Siamo qui per voi/ We are here for you” in cui vari addetti museali approfondiscono un'opera o presentano mini-lezioni, dai mosaici romani incorporati nella decorazione (restauratrice Barbara Provinciali) alla Venere di Cranach, anche in coordinamento con altre gallerie barocche, come la Galleria Colonna (con la Maria Mancini di Carlo Maratta). Le opere hanno anche un valore ispirazionale per tanti pubblici, inclusi artisti, creativi, ricercatori, scrittori. Col lockdown molti musei hanno fornito online conoscenze meno fruite prima, dalle conversazioni col curatore alle passeggiate col direttore, dal museo Egizio di Torino ai Cocktail Curators della Frick Collection . O le splendide online exhibitions della Pierpoint Morgan Library , scientifiche nei contenuti ma anche attraenti. Credo che tutto questo darà risultati, portando a vedere gli originali. Sull'emergenza vissuta dai musei citerei i podcasts del Museo Getty, raccolti da James Cuno, presidente del Paul Getty Trust.
Prevede innovative forme di interazione musei-università?
Abbiamo ultimato le riprese in laser-scanner di tutte le superfici marmoree, che costituiranno la base di un progetto BIM (Building Information Modeling) col Dipartimento di Architettura dell'Università La Sapienza (Carlo Bianchini e Carlo Inglese). Si tratterà di un rilievo millimetrico e saremo il primo museo in Italia a farlo. La ricostruzione o modellazione BIM (tridimensionale) di tutto lo spazio interno, servirà per la gestione, la manutenzione, i restauri, e non solo per motivi di studio. Sarà strategica per il futuro in quanto consente di lavorare al Pc con un modello millimetrico della Galleria, ad esempio progettando e condividendo dove collocare dipinti, luci, ecc.
Musei tra narrazione, scientificità e innovazione, cos’altro?
Dopo molte sperimentazioni, il focus diventa non lo studio o l'approfondimento dell'opera ma gli interessi del visitatore. Senza rinunciare a funzione educativa e diffusione delle conoscenze, pur in senso ampio. Il pubblico non deve essere oppresso da un eccesso di nozioni o da ogni particolare dei restauri. Di recente abbiamo contribuito alle celebrazioni raffaellesche prestando alle Scuderie del Quirinale la “Dama col liocorno” di Raffaello ed effettuando una grande campagna diagnostica e di consolidamento della Pala Baglioni, appena rimontata e ricollocata. Per questo sono disponibili nuovi strumenti online. Non va mai dimenticata la funzione del museo di raccontare se stesso attraverso le opere e la sua storia. La Galleria Borghese racconta quella del Barocco romano e del collezionismo dei cardinal-nepoti. Non cogliere questi aspetti renderebbe i musei meno significativi, mentre noi dobbiamo farli diventare dei luoghi parlanti, che raccontino a tutti.
Buone pratiche nelle didascalie e nella segnaletica?
Alla National Gallery di Londra le didascalie inquadrano perfettamente le questioni fondamentali dell'opera. Per avere di più c'è l'audioguida. Il visitatore non è abbandonato a se stesso, le app consentono a chi vuole rapidi collegamenti a temi e soggetti simili. Il paragone colle collezioni britanniche è sempre difficile, ma ci sono le collezioni delle dimore del National Trust , che non hanno la dimensione di una storia universale della pittura. C'è un personaggio che colleziona, chi i fiamminghi, chi il barocco e un rapporto forte del contenitore/edificio col parco. Sono un pezzo importante della storia d'Europa, che prende le mosse dal piccolo edificio nel parco, la villa italiana, che nel Rinascimento riscopre quello già raccontato da Cicerone. Nel Seicento viene potenziato. La Galleria Borghese può essere una chiave di lettura importantissima per Roma. Non dimentichiamo che era la raccolta personale del cardinale Scipione Borghese, nipote del papa Paolo V, il cui nome campeggia sulla facciata di S.Pietro. Nel 2012 il Louvre ha riportato per pochi mesi 60 delle 695 sculture acquisite da Napoleone per il suo Musée. Una mostra splendida, forse la più bella fatta qui, che mise in luce anche l'aspetto dato alla Palazzina nel tardo settecento cogli affreschi di Antonio Asprucci. Ne derivarono libri e progetti di ricerca, con contenuti che vorrei riportare nelle sale, per rendere più comprensibile decorazione e significato degli spazi al pubblico. Tornate a Parigi le opere, restano sul posto gli affreschi che molto spesso traevano spunto nei soggetti dalle sculture sottostanti. Nella rivisitazione di Asprucci della storia della collezione, c'è un nesso da evidenziare, tra i dipinti e la scultura principale della sala (che permane solo nella stanza dell'Ermafrodito). Un insieme perfetto, una microstoria che possiamo raccontare tra pannelli didascalici, banner, cartellini e tecnologia QR Code. Col rilievo 3D potremo presentare sul sito anche gli allestimenti passati. Dopo la mostra sui marmi del Louvre, sarà col virtuale che rivedremo le opere sul posto. È importante avvicinare il passato alla nostra realtà, ma anche farne comprendere la distanza, le differenze, anche di mentalità. Questa sfida il museo deve continuare a raccoglierla. Con un po' di lavoro ce la faremo.
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