Gallura, con Gallicantu lo stazzo dei pastori si trasforma in resort
Abbandonata dagli anni ’30, è stato il fulcro della vita agro-pastorale gallurese e indica contemporaneamente l’azienda contadina e la costruzione abitata dai padroni o dai mezzadri. La ristrutturazione (con apertura in primavera) prevede cinque camere, due suite, piscina, terrazza e una grotta per le degustazioni
di Davide Madeddu
2' di lettura
Il vecchio stazzo degli anni trenta, abbandonato da cinquant’anni, rinasce all’insegno dell’ospitalità di lusso, grazie allo scenario naturale regalato da macchia mediterranea e graniti e alla mano dall’architetto Jean Claude Lesuisse. Apre in primavera a Luogosanto in Gallura Gallicantu (che in sardo antico significa alba) lo stazzo ripensato in chiave turistica di alto livello, a pochi passi dal borgo situato nel cuore della Gallura.
Le opere di rivisitazione e ricostruzione sono ultimate.
Nella fase di recupero e trasformazione i proprietari, Marco Maria Berio e Raffaella Manca, hanno cercato materiali e arredi, «disegnando ogni pezzo così come lo avevano immaginato per trasformare la struttura costruita quasi un secolo fa ma da una cinquantina d’anni in stato di abbandono».
Gallicantu conserva due stazzi (lo Stazzo è stato il fulcro della vita agro-pastorale gallurese per centinaia di anni e indica contemporaneamente l’azienda contadina e la costruzione abitata dai padroni o dai mezzadri) restaurati con materiali tradizionali: i cantoni di granito delle strutture originali sono lasciati a vista e le vecchie tegole recuperate o reinventate come lampade da interno. In questo scenario ci sono poi alcune digressioni dell’architetto Jean Claude Lesuisse, come le finestre a occhio di bue, donano a entrambi un carattere originale, quasi fiabesco, che si ritrova anche negli interni di Gallicantu, dove la tradizione incontra la creatività onirica di Lesuisse.
Lo stazzo principale ospita cinque camere una diversa dall’altra, un salotto con camino per le sere più fresche e una zona benessere con sauna, bagno turco, docce emozionali e una piccola area relax. Poco più in avanti, le due suite Igna e Mendula, che si affacciano sul mandorleto dove una volta si trovava la piccola vigna che serviva al fabbisogno familiare.
«Ogni spazio è disegnato secondo lo stile dell’architettura organica: elementi naturali come ferro, pietra e ginepro trovano la giusta armonia con tessuti, tappeti e ceramiche dell’artigianato sardo moderno – chiariscono i proprietari –. La vecchia stalla ora ospita la cucina di Gallicantu. Arredi di recupero e mobili creati su misura da artigiani del luogo nascondono elettrodomestici Aeg di ultima generazione, che permettono di ridurre i consumi e prestare attenzione all’ambiente». E poi, solo per gli ospiti colazione e cena su una terrazza da cui si vedono i paesi dell’Alta Gallura e la Corsica.
Al centro della tenuta la piscina ricavata tra le rocce, un angolo di relax dove dimenticare i ritmi cittadini all’ombra di alberi secolari. Imperdibile la Grotta: già abitata in epoca pre-nuragica, è una spettacolare cantina per la degustazione di salumi, prosciutti e formaggi provenienti dagli stazzi vicini o da piccoli produttori locali.
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