Gas, consumi ancora in calo. E il flusso dalla Russia è crollato del 77,2%
Dall’inizio dell’anno la flessione dei consumi di gas raggiunge il 16,8% se confrontata allo stesso periodo dello scorso anno
di Sara Deganello
I punti chiave
3' di lettura
Consumi di gas in calo a maggio in Italia: sono stati utilizzati 3,8 miliardi di metri cubi, il 6,7% in meno rispetto allo stesso mese del 2022.
Nonostante il calo dei prezzi rispetto all’anno terribile 2022. A maggio il gas sul Ttf di Amsterdam ha raggiunto i minimi dal 2021, sotto i 24 euro al MWh (nel 2022 era quasi il doppio), per poi risalire fino a 40 e attestarsi tra i 25 e i 30 nella seconda metà di luglio.
Secondo il bilancio del gas pubblicato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, dall’inizio dell’anno la flessione dei consumi di gas raggiunge il 16,8% se confrontata allo stesso periodo dello scorso anno.
Una tendenza confermata dall’andamento mese su mese, del 2023 che ha visto ad aprile una riduzione del 12,3%, a marzo del 26,2%, a febbraio dell’8,5% e a gennaio del 22,3%.
Motivi della flessione
Più in generale, la contrazione è stata messa in luce anche nella recente analisi del primo semestre realizzata da Enea.
«La flessione dei consumi riguarda in primo luogo il settore civile (-12%), principalmente per effetto del minor impiego di gas per il riscaldamento, come conseguenza delle misure amministrative e di efficienza adottate, ma soprattutto per il clima eccezionalmente mite dei primi mesi dell’anno, a gennaio in particolare. Anche l’industria ha registrato una riduzione dei consumi (-10%), determinata in particolare dal calo fino al 20% della produzione nei settori gas intensive (chimica di base, carta, minerali non metalliferi e siderurgia, ndr), i cui consumi energetici risultano ormai inferiori di oltre il 5% rispetto a quelli del 2020», ha spiegato Francesco Gracceva, che ha curato l’analisi Enea.
I flussi dall’estero
Per quanto riguarda la provenienza del gas che arriva in Italia, si conferma la riduzione del flusso dalla Russia: a maggio la flessione è del 77,2%, con 282 milioni di metri cubi, mentre nello stesso mese del 2022 erano 1,3 miliardi.
Da gennaio, il gas russo in transito dal Tarvisio verso il nostro Paese è diminuito del 75,3%: un risultato che fa scivolare la Russia, con 2 miliardi esportati da gennaio a maggio, nella classifica dei maggiori fornitori di gas dell’Italia, che vede attualmente al primo posto, l’Algeria (9,3 miliardi di metri cubi nei primi cinque mesi: -2,4%), seguita dall’Azerbaigian attraverso il Tap (4,1 miliardi: +0,3%) e dal Nord Europa con Norvegia e Olanda (3,1 miliardi: +13,1%).
In crescita il Gnl , il gas naturale liquefatto, che viaggia via mare: dai rigassificatori di Panigaglia (La Spezia), Cavarzere (attraverso il terminale Gnl Adriatico di Rovigo), Livorno e – per la prima volta con 103 milioni di metri cubi – Piombino sono transitati 6,9 miliardi di metri cubi, il 30% in più rispetto allo scorso anno. Con una nuova geografia di fornitori, che va dal Qatar agli Usa fino all’Egitto.
Stoccaggi
Tra i fattori che hanno fatto crollare il prezzo del gas, che aveva cominciato una cavalcata senza precedenti dalla seconda metà del 2021 fino al record di 346 euro al MWh di agosto 2022, ci sono scorte ai massimi, clima mite e rallentamento della domanda, sia per quanto riguarda i consumi delle famiglie sia per l’utilizzo industriale.
Tutti indicatori che si stanno riproponendo, in prospettiva, in vista della stagione autunnale. Giovedì il ceo di Snam Stefano Venier ha comunicato che gli stoccaggi di gas sono pieni per l’87%, molto meglio di un anno fa quando il livello era al 70%.
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