Gas e nucleare nella lista Ue degli investimenti «green». Via libera dell’Europarlamento
Con questo voto l’atto delegato della Commissione, che prevede l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia «green», può così continuare il suo iter
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Gas e nucleare entrano nella lista degli investimenti sostenibili dell’Unione Europea. Il Parlamento europeo ha infatti bocciato la risoluzione che proponeva di respingere questa «tassonomia».
Hanno votato contro la risoluzione 328 eurodeputati, i voti favorevoli sono stati 278, gli astenuti 33. Con questo voto l’atto delegato della Commissione, che prevede l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia «green», può così continuare il suo iter. Per l’approvazione della risoluzione di rigetto serviva la maggioranza assoluta, pari a 353 europarlamentari.
«Non ci sarà un nuovo atto delegato se l'attuale dovesse fallire», non riscuotendo il consenso del Parlamento europeo. Lo aveva indicato in precedenza la presidente della Commissione europea von der Leyen. Il regolamento sulla “certificazione verde” delle attività economiche include gas e nucleare nella lista delle produzioni compatibili con la sostenibilità nella fase di transizione all'energia completamente pulita.
I nuovi impianti a gas e nucleare potranno quindi ricevere finanziamenti da parte degli investitori, anche se per un periodo di tempo limitato e solo quando tali impianti sostituiscono le centrali a carbone.
Maggioranza «Ursula» spaccata
La maggioranza «Ursula» si è però spaccata a metà e anche quella che in Italia sostiene il governo Draghi è divisa. A votare per il rigetto dell’atto delegato sono stati Verdi, Sinistra e S&D. Per mantenere l’atto delegato hanno votato invece Ppe, Ecr, Id e la maggioranza del gruppo Renew (poco meno di 30 i dissidenti tra i liberali). I voti in dissenso nel Ppe sono stati 36, quelli nei socialisti 21.Tra gli italiani Pd (compatto nel voto), M5S e Verdi hanno votato per il rigetto, FI, Fdi, Lega e Iv hanno votato contro.
Greenpeace preannuncia azione legale
Il voto dell’Aula scontenta le associazioni ambientaliste. Greenpeace annuncia in un comunicato che intraprenderà un’azione legale contro la Commissione europea. Prima che l’azione legale abbia inizio, l’ong presenterà alla Commissione europea una richiesta formale di revisione interna. In caso di esito negativo, Greenpeace porterà la causa alla Corte di Giustizia europea
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