Gas liquefatto al record storico in Asia, permessi per la CO2 mai così cari
Un carico di Gnl destinato alla Corea del Sud è passato di mano per 20,80 $/MBtu, un prezzo decuplicato rispetto ai minimi di aprile. Le tensioni rischiano di ripercuotersi anche sulle nostre bollette. Anche il petrolio ha accelerato il rally e i «permessi Ue per inquinare» valgono più di 34 €/tonnellata
di Sissi Bellomo
2' di lettura
Continua la vertiginosa salita dei prezzi del gas liquefatto in Asia, una tendenza che minaccia di provocare ulteriori rincari anche sul mercato europeo, dove continuano ad eserci forti tensioni anche sulla CO2: i permessi di emissione, in rialzo di oltre il 40% da ottobre, hanno superato 34 euro per tonnellata, un record storico. Il petrolio, inoltre, sospinto in rialzo dalle decisioni dell’Opec Plus, è ai massimi da undici mesi: vicino a 54 dollari al barile nel caso del Brent.
Un carico di Gnl destinato alla Corea del Sud per consegna febbraio, riferisce Bloomberg, è stato venduto da Trafigura a Gunvor per la cifra record di 20,80 dollari per milione di British thermal units (MBtu): un valore oltre dieci volte superiore ai minimi di prezzo toccati ad aprile durante l’emergenza Covid e che è più elevato rispetto al picco storico del Japan-Korea Marker (Jkm), indicatore benchmark per il mercato asiatico, che a febbraio 2014 si era spinto fino a 20,20 $.
I consumi di Gnl in Asia si sono impennati, anche a causa di un’ondata di gelo che sta investendo gran parte del continente, e i trader riferiscono che è diventato difficile reperire forniture spot.
Cina e Giappone in particolare, che ormai si contendono il primato mondiale delle importazioni, hanno acquistato quantità record di Gnl a dicembre: 8,1 milioni tonnellate per Tokyo e ben 9 milioni per Pechino (il 40% in più rispetto ai volumi, già da record, di novembre), secondo stime Refinitiv Eikon basate sul traffico marittimo.
Sul fronte dell’offerta l’export degli Stati Uniti è tornato a correre (e si dirige quasi tutto verso l’Asia). Ma i problemi di produzione in Australia e Malaysia non si sono ancora risolti del tutto, mentre i transiti nel canale di Panama continuano ad essere rallentati. Anche i noli delle navi metaniere sono intanto saliti alle stelle, superando 220mila dollari al giorno sulla rotta transatlantica.
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