Gas, parte il raddoppio del Tap: 1,2 miliardi di metri cubi in più
Comunicato l'esito della prima fase del processo di consultazione del mercato per espandere la capacità da 10 a 20 miliardi di metri cubi annui al 2027. Schieppati: «Rotta strategica e affidabile»
di Celestina Dominelli
4' di lettura
Nel 2022, il Tap, il gasdotto che trasporta in Europa il gas proveniente dal maxi giacimento di Shah Deniz, nel settore azero del Mar Caspio, ha garantito al Vecchio Continente 11,5 miliardi di metri cubi, di cui 10 miliardi destinati all’Italia: 3 miliardi di metri cubi in più rispetto al 2021. Flussi consistenti, dunque, che fanno della pipeline il secondo fornitore della penisola dopo l’Algeria e che hanno coperto il 15% dei consumi registrati dal nostro Paese lo scorso anno (69,9 miliardi di metri cubi, soddisfatti per oltre il 50% dai volumi arrivati da Sud, Africa e rotta azera per l’appunto), mentre nel 2021, con una domanda più alta (76 miliardi di metri cubi), l’apporto si era fermato al 9 per cento.
Raddoppio della portata
Ora il Tap ha acceso ufficialmente i motori per il progetto di espansione della capacità che punta a raddoppiare la portata, da 10 a 20 miliardi di metri cubi annui, entro il 2027. Ieri, infatti, è stato comunicato l’esito della prima fase del processo di consultazione (market test), durante la quale gli operatori hanno potuto presentare le offerte vincolanti per chiedere capacità di trasporto sul lungo termine. «Il market test è partito nel 2021 con due finestre a disposizione degli operatori: la prima si è conclusa il 22 gennaio e contiamo di attivarne un’altra nella seconda metà dell’anno, tra settembre e ottobre, ma prima dobbiamo capire i piani del mercato - spiega al Sole 24 Ore Luca Schieppati, managing director del Tap dal giugno 2017, con 30 anni di esperienza nel settore alle spalle -. Le richieste ammontano a 1,2 miliardi di metri cubi, per consegne dal 2026 a dicembre 2028 e, in una seconda tranche, da ottobre 2026 a settembre 2033. Stiamo firmando i contratti di trasporto per questa nuova capacità sul lungo termine che sarà disponibile a fine 2025».
Massimizzazione della capacità ed espansione
Insomma, Tap è destinato in prospettiva a fornire un sostegno ancora più consistente alla diversificazione avviata dall’Italia e dall’Europa dopo la scelta della Russia di ridurre le forniture. «Attraverso la combinazione di due leve, la massimizzazione della capacità a breve termine, da un lato, e il processo di espansione sul lungo periodo, dall’altro, Tap ha portato tanto gas in Europa anche grazie al fatto che Shah Deniz ha assicurato più volumi della crescita attesa e che abbiamo offerto al mercato prodotti commerciali attrattivi per gli operatori - prosegue Schieppati -. L’Azerbaigian ha quindi dimostrato di essere un fornitore strategico e affidabile e ha assicurato un risultato importante per la sicurezza degli approvvigionamenti e la competitività europea». Un’affidabilità certificata dai numeri dal momento che, dall’inizio delle operazioni commerciali (fine 2020), sono stati trasportati in Europa oltre 20 miliardi di metri cubi di gas, di cui più di 17 solo in Italia.
E adesso, con l’annunciata espansione, il contributo salirà ancora anche perché, insieme ai volumi garantiti a lungo termine, ci sarà un obbligo aggiuntivo sulla capacità a breve termine. In soldoni, ai primi 1,2 miliardi di metri cubi, di cui un miliardo indirizzato all’Italia e i restanti 200 milioni verso l’Albania (che, per la prima volta ha chiesto capacità di trasporto in ingresso), andrà sommato almeno un 10% di gas in più reso disponibile dal Tap e ulteriormente massimizzato alle condizioni operative del gasdotto. Che, a conti fatti, ha finora assicurato più gas rispetto agli impegni presi nero su bianco.
«Lo step appena chiuso non ci impedisce di lavorare sulla fase successiva di offerte vincolanti e sul raddoppio - chiarisce Schieppati -. Se a ottobre, riceveremo richiesta per l’espansione piena, lavoreremo in simultanea. E i risultati registrati fino a questo momento confermano la bontà di un percorso aperto, trasparente e non discriminatorio che sta procedendo per fasi. Senza contare che, da un anno a questa parte, l’espansione è divenuta sempre più strategica per l’Europa: non a caso, a maggio, il progetto è stato inserito da Bruxelles nel RepowerEu e, a luglio, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha firmato un protocollo d’intesa a Baku con il presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev». Un accordo importante, osserva ancora il manager, «che ha permesso di spingere più volumi in Italia con la capacità esistente e di creare le condizioni, politiche e strategiche, per la successiva espansione».
Sicurezza delle forniture e transizione green
La cui messa a terra passa per un processo molto articolato. Che deve tenere insieme, da un lato, i produttori del Mar Caspio, chiamati ad assumere delle decisioni di investimento per lo sviluppo dei tanti campi presenti in quell’area, e, dall’altro, i player del mercato. In primis gli operatori infrastrutturali che devono sviluppare nuova capacità per garantire il passaggio del gas, ma anche gli shipper che devono firmare i contratti di fornitura e assicurare così l’incontro tra offerta e domanda di gas. «Stiamo lavorando molto per proporre un quadro regolatorio e commerciale che agevoli le decisioni degli operatori e che non vada a impattare sulla sicurezza del modello di business».
Quest’ultimo deve contemperare l’esigenza di sostenere la sicurezza delle forniture con quella di accompagnare la transizione green. Perché il processo di espansione del Tap, precisa Schieppati, «rappresenta anche un’opportunità per mettere in atto una serie di soluzioni finalizzate a ridurre l’impronta carbonica, a tagliare le emissioni fuggitive e a trasportare in futuro i gas green (idrogeno e biometano)». Per questo motivo, è allo studio la possibilità di connettere le centrali di compressione alle reti di altissima tensione, nonché di installare motori elettrici alimentati da fonti rinnovabili al posto delle turbine a gas. E si sta altresì testando, in laboratori specializzati, la compatibilità delle condutture del Tap con il trasporto di idrogeno al 100 per cento.
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