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Gas, pronto il piano del governo: le estrazioni ripartono dal Sud

Pacchetto energia in Cdm. Governo al lavoro sulle norme per accelerare la diversificazione delle forniture. Operazione a tempo sulle centrali a carbone. Nel nuovo Dl aiuti l'ipotesi del bonus retroattivo per i gasivori

di Celestina Dominelli

Di Maio e Descalzi in Congo firmano la cruciale intesa sul gas

3' di lettura

Diversificazione delle forniture attraverso nuovi contratti per aumentare i volumi in arrivo di gas e di gas naturale liquefatto da rotte alternative a quella russa, ai quali si aggiungono i 2 miliardi di metri cubi in più di produzione nazionale che ripartirà dalla Sicilia. Politiche di riduzione dei consumi energetici, a partire dagli uffici pubblici, ma che, in caso di stop al gas di Mosca, potrebbero portare anche al distacco delle utenze industriali con un risparmio complessivo, senza compromettere il sistema, di circa 3 miliardi di metri cubi annui in termini di mancato ricorso al gas. E ancora, un altro pacchetto di semplificazioni per accelerare le nuove installazioni green, sbloccando anche gli ultimi colli di bottiglia sul fronte delle autorizzazioni regionali e del via libera delle sovrintendenze.

Verso nuovo decreto aiuti giovedì

Sarebbero questi gli assi principali della strategia complessiva sul gas che il governo vuole portare al prossimo Consiglio dei ministri. La riunione, salvo cambiamenti dell’ultima ora, sarà convocata per giovedì prossimo e dovrebbe licenziare il nuovo decreto con gli aiuti all’economia che conterrà anche le nuove norme per intensificare il progressivo affrancamento dai 29 miliardi di metri cubi annui forniti da Mosca. Un iter che sta marciando molto rapidamente grazie all’impegno in prima linea del premier Mario Draghi tanto che, due giorni fa, anche il quotidiano tedesco Die Welt parlava di un’Italia più veloce della Germania nel chiudere accordi con altri Paesi per diventare indipendente dall’energia russa.

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Gli accordi sul gas

Una sequela di intese, dall’Algeria (pronta ad assicurare 9 miliardi di metri cubi annui in più dal 2023) alla doppietta, appena realizzata dalla missione dei ministri Luigi Di Maio (Esteri) e Roberto Cingolani (Transizione ecologica), in Congo e Angola, passando per i circa 2 miliardi di metri cubi addizionali via Tap già dalla fine di quest’anno, che dovrebbe assicurarci in totale circa 22,5 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas, dalla fine del 2023. A questi si aggiungeranno i 2 miliardi di metri cubi in più di gas domestico che il governo non sarebbe intenzionato ad accelerare con un nuovo decreto sblocca-trivelle che modifichi il perimetro fissato dal Pitesai, il piano regolatore dei giacimenti, ma attraverso un emendamento di dettaglio.

Gli apporti dei giacimenti nell’Adriatico

Una facilitazione tecnica, insomma, grazie alla quale le aree limitrofe ai progetti Argo e Cassiopea di Eni in Sicilia non saranno incluse nelle zone off-limits per le attività di estrazione. In questo modo, la produzione potrà ripartire da qui (dove le stime di settore indicano in 10 miliardi di metri cubi il potenziale in termini di riserve), facendo così alzare l’asticella nazionale, anche per via dell’apporto assicurato da altri giacimenti nel basso Adriatico, tra Marche ed Emilia Romagna.

Il ruolo delle centrali a carbone

All’ulteriore sprint sul fronte del gas alternativo a quello russo, si affiancherà poi il “cuscinetto” garantito dalle centrali a carbone. La strada che l’esecutivo intende battere sarebbe quella di massimizzare il funzionamento delle 4 centrali (Fusina, Torrevaldaliga e Brindisi di Enel, Monfalcone di A2A) che, al momento, non pompano al massimo dei giri. Portando la capacità al 100%, si otterrebbe un risparmio, per il mancato uso del gas, di circa 3,5 miliardi di metri cubi annui. Ma l’operazione sarà comunque a tempo: non più di due anni e con verifiche semestrali.

Le semplificazioni in arrivo per le rinnovabili

Poi c’è il capitolo rinnovabili. Su questo fronte, un grosso lavoro di sburocratizzazione è stato realizzato con l’approvazione del Dl bollette che ha semplificato al massimo gli iter per gli impianti di potenza fino a 200 kilowatt. Ora resta da sciogliere il nodo dei blocchi autorizzativi delle sovrintendenze. Per questo, nel provvedimento atteso giovedì in Cdm, dovrebbe confluire un nuovo pacchetto di semplificazioni, su cui sta lavorando il ministro della Cultura, Dario Franceschini, per velocizzare gli iter delle installazioni green, a cominciare da quelle progettate nelle aree idonee.

Le altre norme in cantiere

Insomma, il menu del nuovo decreto aiuti sarà ampio. Tra le norme al vaglio dell’esecutivo, figurano infatti anche l’estensione del taglia accise per altri due mesi, fino alla fine di giugno, e un assist da un miliardo per compensare il caro prezzi che sta mettendo in crisi gli appalti. Allo studio ci sarebbe poi un intervento per allineare i crediti d’imposta di energivori e gasivori, rendendo il beneficio retroattivo per i secondi.

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