Gasparri, il fedelissimo di Berlusconi alla guida della giunta che giudicherà Salvini
di Andrea Marini
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Ex An, già fedelissimo di Gianfranco Fini, ora è tra gli uomini più vicini a Silvio Berlusconi. Maurizio Gasparri, una carriera politica che ha attraversato tutta la Seconda repubblica, è dal 18 luglio (eletto con una ampia maggioranza) presidente della Giunta per le Autorizzazioni e Immunità di Palazzo Madama. L’organismo dovrà decidere se dare o meno l’autorizzazione a procedere contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, per la gestione dei migranti a bordo della nave Diciotti. E la proposta che farà Gasparri come presidente darà un primo orientamento sulla questione.
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Gli inizi nel Msi romano
Nato a Roma nel 1956, Gasparri ha iniziato giovanissimo la sua attività politica nel Fronte della Gioventù, l’associazione giovanile del Msi. È qui che si salda l’intesa con Gianfranco Fini, della cui leadership Gasparri diventa tra i principali sostenitori. Nel 1992 diventa deputato del Msi e nel 1994 viene eletto alla Camera nelle liste di An. Nel primo governo Berlusconi, sempre quell’anno, diventa sottosegretario all’Interno.
La legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo
Il nome di Gasparri è legato soprattutto alla legge che porta il suo nome. Dal 2001 al 2015, con il centrodestra tornato al governo, diventa ministro delle Comunicazioni e si fa promotore della legge che riordina il sistema radiotelevisivo (di fatto il punto di riferimento del settore fino alla riforma avviata dal centrosinistra nel 2015).
La rottura con Fini
Nel 2008, con la fusione tra Fi e An, Gasparri aderisce alla nuova formazione del Popolo delle Libertà, diventando capogruppo al Senato della nuova formazione. Nel 2011, avviene la rottura tra Fini e Berlusconi, ma Gasparri non segue il suo vecchio leader, e rimane legato al Cavaliere. Un sodalizio che resta solido ancora oggi.
Meloni e Rampelli si avvicinano a Gasparri
Con Fini che lascia il Pdl, Gasparri all’interno del Pdl dà vita con Ignazio La Russa alla corrente “Destra protagonista”. All’area si avvicina il gruppo di Fabio Rampelli e Giorgia Meloni. Tanto che nel 2009 lo stesso Gasparri propone Rampelli come candidato del centrodestra per le regionali nel Lazio. Tuttavia, quando nel 2012 Rampelli, Meloni e La Russa lasciano il Pdl per fondare Fratelli d’Italia, Gasparri, ancora una volta, resta fedele a Berlusconi.
La (ri)nascita di Fi
Nel 2013 Silvio Berlusconi scioglie il Pdl per ridare vita a Forza Italia. Gasparri aderisce al movimento e diviene membro del comitato di presidenza della nuova formazione. Dal 2013 al 2018, come senatore di Fi, diviene vicepresidente di Palazzo Madama.
La mancata candidatura alle regionali del Lazio
Nel 2018, in vista delle regionali del Lazio, il nome di Gasparri circolò come possibile candidato unitario del centrodestra anche se poi la coalizione confluì su Stefano Parisi. «Credo che Maurizio Gasparri possa essere un ottimo governatore per il Lazio ma bisogna prima essere sicuri del risultato vincente», disse lo stesso Berlusconi. Il 4 marzo 2018 viene rieletto per la terza volta al Senato (dopo le precedenti cinque legislature alla Camera), diventando presidente della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.
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