Gauri Gill, il successo da Documenta alla Biennale
Scelto da Rugoff per Venezia l’artista racconta le comunità emarginate nelle zone rurali del Rajasthan, le esperienze dei migranti ed entra nell’immaginario delle tribù indiane
di Silvia Anna Barrilà
3' di lettura
Tra gli artisti scelti da Ralph Rugoff per la 5 8ª mostra della Biennale Arte di Venezia c'è l'indiana Gauri Gill, 49 anni, nota per la serie “Acts of Appearance”. Presentata in parte a Documenta nel 2017, l'intera serie è stata poi mostrata a Nuova Delhi, nel gennaio 2018, dalla galleria dell'artista Nature Morte , una delle più importanti in India, e qualche mese dopo al MoMA PS1 di New York. Oltre ad essere esposta in Biennale, parte della serie è appena stata mostrata alla Sydney Opera House e l'anno scorso è stata inclusa nella Chennai Photo Biennale in India.
Carriera e pratica artistica. “Naturalmente la visibilità in istituzioni di questo tipo crea un mercato forte” commenta il gallerista Peter Nagy, fondatore di Nature Morte. “Le opere sono state realizzate in edizione di sette e abbiamo disponibilità di copie, seppure alcune siano più popolari e si esauriscano più velocemente, altre meno. Il suo è un mercato internazionale (la stragrande maggioranza delle vendite di “Acts of Appearance” è stata effettuata ad acquirenti al di fuori dell'India, inclusi molti musei). Anche in India i suoi lavori sono sempre andati relativamente bene (alcune serie vendono molto meglio di altre), ma il mercato dell'arte in generale in India, compresa la fotografia, è piatto e non c'è crescita in atto”.
Nato a New Dheli, dove vive e lavora, dopo gli studi in India e negli Usa, Gauri Gill ha seguito diverse linee di ricerca. Risale alla fine degli anni ’90 l'inizio del suo impegno nei confronti delle comunità emarginate nelle zone rurali del Rajasthan, raccontato nella serie “Notes from the Desert”, un archivio in divenire che include capitoli quali “The Mark on the Wall”, “Traces”, “Birth Series”, “Jannat”, “Balika Mela”, e “Ruined Rainbow”. Ha esplorato il dislocamento umano e l'esperienza dei migranti in “The Americans” e “What Remains”. Progetti come “1984” sottolineano il suo impegno costante alla collaborazione, all'ascolto attivo e all'uso della fotografia come pratica della memoria. “Fields of Sight” (dal 2013) è una collaborazione con l'artista Adivasi Rajesh Vangad, che unisce il linguaggio contemporaneo della fotografia con l'antica pratica del disegno Warli per co-creare nuove narrazioni. Nel suo ultimo lavoro, “Acts of Appearance” (dal 2015) l'artista ha lavorato a stretto contatto con gli artisti della cartapesta della tribù Kokna nel Maharashtra, usando delle maschere per raccontare storie di fantasia improvvisate insieme alla vita contemporanea nel villaggio.
Quotazioni. Le fotografie di questa serie da Nature Morte quotano tra 5.000 e 13.850 $. Il suo mercato si svolge in galleria e non all'asta, infatti i passaggi in asta sono nove con solo quattro scatti venduti: “Waterwells from the series Places, Traces (2016)” a 3.312 € da Saffronart in India.
Archivio e riferimenti. Nature Morte è al momento l'unica galleria al mondo che lavora con Gauri Gill. Il sito dell'artista raccoglie immagini, informazioni e testi sulle varie serie del suo lavoro. Il suo lavoro è nelle collezioni di importanti istituzioni nordamericane e indiane, tra cui il Museum of Modern Art di New York; Gallerie d'arte Freer e Sackler presso la Smithsonian Institution , Washington DC; il San Jose Museum of Art di San Jose in California e nella collezione di Deutsche Bank a Francoforte e al Fotomuseum di Winterthur. Nel 2011 gli è stato assegnato il Grange Prize , il primo premio canadese per la fotografia.
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