Generali, la battaglia già vista per il controllo del Leone
Lo scontro per il gruppo assicurativo coinvolge grossi nomi come Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e Philippe Donnet. Ma l’effetto è quello di un déjà vu con gli anni ’80
di Giancarlo Mazzuca
I punti chiave
2' di lettura
Gli strani casi della vita: in pieno Covid si è risvegliato il Leone di Trieste, le Generali, che ci riporta ai tempi di Enrico Cuccia, il mitico banchiere di via Filodrammatici che, oltre trent'anni fa, dominò la scena della finanza. Allora la grande compagnia d'assicurazioni era davvero un'icona del «made in Italy» ed il motivo di questa «leadership» lo spiegò molto bene un personaggio altrettanto mitico, il grande giornalista Enzo Biagi, nella prefazione che fece ad un libro del 1990 sulle stesse Generali pubblicato da Claudio Lindner e dal sottoscritto.
In quella presentazione, Biagi scrisse che il gruppo triestino aveva per lui un particolare fascino per un semplice motivo: gli ricordava, in particolare, Franz Kafka che era stato assunto come impiegato di concetto nell'ufficio di Praga del Leone in un'epoca che venne definita felice per l'Europa. Il giornalista emiliano era anche andato a visitare il palazzo nella capitale boema dove Kafka aveva lavorato: ogni mattina andava, puntuale, in ufficio dopo aver trascorso la notte in bianco con le visioni e gli incubi che poi avrebbe riportato fedelmente nelle sue opere.
La battaglia kafkiana per il controllo di Generali
Ecco, la battaglia che oggi divampa per il controllo delle Generali è, appunto, molto kafkiana perché ci riporta ai tempi delle grandi scalate azionarie di una volta che consideravamo definitivamente superati. Sì, ci fa riandare con la mente a vecchie vicende quando la società giuliana, sotto la regia di Cuccia, faceva gola a molti protagonisti della finanza italiana ed internazionale (francese «in primis») tanto da rendere incerti i suoi futuri assetti azionari.
Se alla fine degli anni Ottanta sulla testa del Leone si combatterono, così, aspre battaglie che coinvolsero, oltre all'omino di Mediobanca, personaggi del mondo della finanza come Giovanni Bazoli, Giovanni Auletta Armenise ed Antoine Bernheim, oggi la storia si ripete con altri nomi altisonanti quali Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e Philippe Donnet.
Oggi, i due imprenditori italiani, che hanno investito quattro miliardi nelle Generali, vorrebbero ribaltare il vertice ma l'amministratore delegato transalpino, sostenuto da Mediobanca, è deciso ad andare avanti per altri tre anni. Caltagirone e Del Vecchio dovrebbero mettere giù le loro carte a fine gennaio e, le prossime, saranno settimane di studio e di trepida attesa in vista dello «show-down» finale. Sì, ci sembra di rivedere un film che abbiamo già visto: speriamo che, questa volta, sia anche meno kafkiano del solito.
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