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Generali chiede una proroga per rispondere ai rilievi Ivass

Nei rilievi dell’Ivass sulla governance un verbale del consiglio di amministrazione del Leone tenutosi durante la procedura di definizione dei componenti del cda poi eletto dall’assemblea del 2022

3' di lettura

Più tempo. È quello che Generali chiederà all’Ivass in vista della scadenza dei trenta giorni entro i quali Trieste avrebbe dovuto inviare le proprie osservazioni in risposta ai rilievi mossi dall’Autorità dopo la lunga ispezione condotta negli uffici della compagnia, iniziata a ottobre 2022 e terminata nella primavera del 2023.

E non poteva essere altrimenti. Le carte da studiare sono parecchie, si parla di quasi 190 pagine di documento, e le tematiche da affrontare sono complesse. Per giunta, nel corso del tempo Generali avrebbe già apportato alcuni correttivi poi suggeriti dall’Authority, altri aspetti sarebbero sotto la lente da tempo e gli aggiustamenti sarebbero in corso d’opera e per tutto il resto le riflessioni da compiere sarebbero particolarmente approfondite. Così, come spesso fatto in passato anche da altre compagnie, Generali chiederà una proroga. A riguardo non esiste una regola prestabilita ma di certo servirà più di qualche settimana. Anche perché, come detto, alcune tematiche sollevate da Ivass presentano differenti profili di complessità.

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Tra queste, le osservazioni mosse riguardo alla lista presentata dal consiglio di amministrazione per il rinnovo del board in occasione dell’assise di aprile 2022.

I rilievi sulla lista

Tutto ruoterebbe attorno a un passaggio, finito sotto la lente Ivass, contenuto all’interno di un verbale del consiglio di amministrazione del Leone tenutosi durante la procedura di definizione dei componenti del cda poi eletto dall’assemblea del 2022. Con i soci che, in quell’occasione, decisero di privilegiare la lista del cda in uscita anziché quella alternativa proposta dall’azionista privato Francesco Gaetano Caltagirone. In particolare, una frase attribuita a uno dei consiglieri sarebbe risultata “stonata” all’orecchio dell’Autorità. Da quel passaggio, secondo l’Authority, emergerebbe che la lista sarebbe stata di fatto costruita attorno alla figura del ceo, Philippe Donnet. A riguardo, non viene sollevato un rilievo specifico circa la procedura messa in campo per scegliere i candidati, piuttosto sarebbe stato messo in luce un potenziale tema di competenze e di successiva attribuzione delle cariche ai membri del board nei comitati consiliari. A proposito, va specificato che non viene fatta alcuna osservazione rispetto alla scelta dell’amministratore delegato in sé.

Non sarebbe minimamente quello il punto. Sarebbe, come detto, più un discorso di profili e di incarichi, rispetto al quale Ivass anche in altre situazioni ha mostrato parecchia attenzione. Fare l’assicuratore al giorno d’oggi richiede una molteplicità di conoscenze che se adeguatamente rappresentate anche a livello di board possono contribuire efficacemente al lavoro tanto più se declinate nelle giuste posizioni.

L’esito dell’ispezione

Va ricordato, in ogni caso, che ad esito dell’ispezione non è stata comminata alcuna sanzione alle Generali. E questo non è un dettaglio. Evidentemente non sono stati ravvisati estremi così robusti da convincere la Vigilanza a procedere con una “multa”. Va aggiunto, inoltre, che nella decisione dell’Authority può aver contribuito “lo spessore” dell’interlocutore. Un profilo che sarebbe stato ritenuto valido e capace soprattutto di garantire una dialettica produttiva rispetto ai correttivi da introdurre. Quel che è emerso a conti fatti è comunque un giudizio a tinte chiaroscure: promossa sul fronte gestionale, rimandata sul piano della governance. L’ispezione, peraltro, è scattata a valle del duro confronto che si era consumato tra gli azionisti di Trieste per il rinnovo del board. Nei mesi precedenti all’assise, d’altra parte, le accuse incrociate avevano portato sul tavolo delle Autorità, Consob compresa, diversi elementi di riflessione.

Di qui probabilmente anche la decisione dell’Autorità, una volta sedimentata la polvere di entrare negli uffici della compagnia, per condurre una verifica ad ampio raggio. Che in definitiva ha messo in risalto alcuni necessari aggiustamenti da apporre alla governance e un giudizio positivo sul fronte della gestione della società.

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