Generali entra in Cattolica: 300 milioni per il 24,4% del capitale
Previsto che il consiglio di amministrazione di Cattolica convochi l'assemblea straordinaria, da tenersi entro il 31 luglio, per la deliberazione di trasformazione in spa ed il conseguente cambio di statuto
di Laura Galvagni
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Generali entrerà in Cattolica Ass con il 24,4% a valle di un aumento di capitale riservato da 300 milioni a un prezzo di 5,55 euro a titolo contro i 3,61 euro della chiusura di Borsa di mercoledi 24 giugno.
È questo il succo dell'accordo anticipato da Il Sole24ore.com e comunicato poi dalle due aziende. L'operazione, secondo quanto annunciato, si fonda su tre pilastri: “accordi industriali e commerciali – in grado di generare opportunità e benefici diretti immediati per i due gruppi su quattro aree strategiche di business: Asset management, Internet of Things, salute e riassicurazione”; l'aumento di capitale riservato e “la facoltà di sottoscrivere pro quota il successivo aumento di capitale in opzione per tutti gli azionisti per un ulteriore controvalore massimo pari a 200 milioni di euro”; e infine come ultimo tassello chiave la trasformazione in spa di Cattolica “con effetto dal 1° aprile 2021” e a valle di un'assemblea che dovrà deliberare in proposito entro il 31 luglio. Prevista anche “l'adozione di modifiche statutarie a tutela dell'investimento (in vigore sino alla data di efficacia della trasformazione)”.
Per quanto riguarda gli aspetti industriali dell'accordo è stata definita “la gestione da parte di Generali Asset Management di parte del portafoglio investimenti di Cattolica”, l'offerta da parte di Trieste ai clienti della compagnia con base a Verona “dell'innovativa piattaforma IOT sviluppata da Generali Jeniot per lo sviluppo del business telematico auto, casa, pet e imprese”; inoltre in ambito Salute si punta all'estensione ai sottoscrittori delle polizze Cattolica “dei servizi innovativi di Generali Welion”. E in ultimo il Leone diventerà il “principale partner in relazione ad una quota dei rischi da riassicurare”.
L'esecuzione di tali accordi è necessaria per la realizzazione della partnership strategica. Nei dettagli, è previsto che il consiglio di amministrazione di Cattolica convochi l'assemblea straordinaria, da tenersi entro il 31 luglio, per la deliberazione di trasformazione in spa ed il conseguente cambio di statuto e che entro il 15 luglio il board approvi la prima tranche dell'aumento di capitale (per 300 milioni di euro) riservato a Generali con le nuove azioni emesse al prezzo di 5,55 euro e la riforma societaria e di governance. Tali modifiche includono il diritto di veto di Generali nell'assemblea e in cda in relazione a determinate materie rilevanti a tutela degli interessi finanziari di Generali come investitore e socio di Cattolica, nonché la nomina di tre membri del board.
Marco Sesana, Country Manager & Ceo di Generali Italia e Global business Lines, ha commentato: «La partnership strategica con Cattolica è un'opportunità unica, oggi in Italia, di crescita profittevole nell'asset management e nei servizi innovativi ai clienti danni, pilastri della nostra strategia Partner di Vita 2021. Ci permette di estendere i nostri servizi sulla salute e la telematica, grazie alle piattaforme innovative di Generali Welion e Generali Jeniot agli oltre 3,5 milioni di clienti di Cattolica. Il nostro ingresso come azionista rilevante coglie l'opportunità di partecipare al rafforzamento patrimoniale e alla trasformazione in spa di Cattolica».Paolo Bedoni, presidente di Cattolica, e Carlo Ferraresi, direttore generale, hanno sottolineato: «La partnership rappresenta un progetto rilevante che, con l'obiettivo dipreservare la centralità del territorio, dei clienti e dei dipendenti, offre una importante opportunità di creazione di valore per i soci e azionisti. Infatti, attraverso questo accordo il gruppo potrà beneficiare per i suoi clienti di nuovi ed innovativi servizi e potrà rafforzare la propria posizione di capitale».
Va ricordato che il 31 ottobre scorso il consiglio di Cattolica ha allontanato l'ex amministratore delegato, Alberto Minali, perché, a parere del board, puntava a una trasformazione in società per azioni della compagnia.
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