firmato IL DECRETO

Gentiloni: al via investimenti per 47 miliardi in 25 anni

di Alessandro Arona e Giuseppe Latour

(ANSA)

3' di lettura

Investimenti pubblici per 47 miliardi di euro da realizzare nei prossimi 25 anni, interamente con risorse pubbliche statali. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato oggi a Palazzo Chigi, con cerimonia pubblica, il Dpcm (decreto presidente del Consiglio) di ripartizione dei fondi previsti dalla legge di Bilancio 2017. Il comma 140 ha previsto l'istituzione di un nuovo fondo, con una dotazione di 1,9 miliardi di euro per l'anno 2017, 3,15 miliardi per il 2018, 3,5 per l'anno 2019 e tre miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, «per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese».

Criterio di ripartizione l’«avvio immediato» dei cantieri
Si tratta di risorse spendibili solo entro i tetti annui sopra indicati, e spetta infatti ai Dpcm la ripartizione per obiettivi e enti beneficiari ma anche l'articolazione annua della spesa (prevista), sulla base dello stato di avanzamento di programmi e progetti, tant'è che il comunicato di Palazzo Chigi spiega che tra i criteri di ripartizione è stata indicata la capacità di «immediato avvio dei cantieri».

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Gentiloni: «Un grande piano a lungo termine»
«In questi mesi - ha detto Gentiloni - abbiamo lavorato alla ripartizione tra le diverse amministrazioni, sulla base delle proposte di investimenti pluriennale” che sono pervenute alla presidenza del Consiglio». «Purtroppo negli ultimi anni - ha spiegato Gentiloni - gli investimenti pubblici non hanno avuto il ritmo che avremmo voluto, per restrizioni di bilancio e difficoltà procedurali. Ma con la fortissima iniezione di risorse data oggi e con il completamento della revisione del Codice appalti, possiamo ripartire. Oggi diamo avvio a un grande piano di investimenti pubblici, per infrastrutture e non solo, che vale 47 miliardi di euro in 25 anni. Nel nostro Paese non siamo abituati a una programmazione così lunga, ma per realizzare investimenti pubblici e grandi infrastrutture è questo l'orizzonte temporale giusto».

La regia del Mef
Nel merito il ministero dell'Economia ha avuto il compito di mettere in fila le richieste dei singoli dicasteri, considerando tre elementi: l'immediato avvio degli interventi e la relativa erogazione delle risorse; le ricadute sul mercato interno; la capacità di programmazione degli interventi su un orizzonte di più lungo periodo. In questo modo è stato composto un elenco che ha seguito sei direttrici, tre riconducibili alla competitività, le altre tre alla qualità della vita e alla sicurezza.

Alle infrastrutture 20 miliardi
La fetta più grossa delle risorse è dedicata alle infrastrutture: vale circa 20,4 miliardi di euro. Andranno, anzitutto, al contratto di programma 2017-2021 di Rete ferroviaria italiana (9,9 miliardi) ma anche agli investimenti di Anas (circa 5 miliardi). Nel pacchetto, però, rientrano anche risorse per il trasporto pubblico locale e la messa in sicurezza della rete ferroviaria regionale non interconnessa con l'infrastruttura gestita da Rfi. Una parte delle risorse sarà dedicata al fondo progettazione del Codice appalti, per realizzare gli elaborati delle nuove opere. Infine, ci saranno fondi per le infrastrutture portuali e il Mose.

Per la messa in sicurezza altri 8 miliardi
Altra voce molto rilevante riguarda la messa in sicurezza: vale 7,7 miliardi di euro. Include gli investimenti per la prevenzione del rischio sismico in tutto il paese. Si punta, ovviamente, agli interventi sulle scuole ma anche sugli altri edifici pubblici e sui musei. Una parte delle risorse andrà a Polizia e Vigili del fuoco e al finanziamento del piano di prevenzione Casa Italia. In questo capitolo possono essere incluse anche diverse voci dedicate al miglioramento della qualità del territorio e delle città: investimenti su reti idriche, edilizia sanitaria, difesa del suolo, barriere architettoniche. Questa sezione vale 1,7 miliardi di euro.

Le altre voci: Difesa, competitività, ricerca
Completano il quadro gli investimenti per il sostegno della competitività e delle esportazioni (1,7 miliardi di euro): includono l'informatizzazione della giustizia e il potenziamento del credito all'esportazione. Ancora, ci sono gli investimenti per la ricerca (2 miliardi di euro): ricerca spaziale e ricerca scientifica, tecnologica e sanitaria. E, infine, gli investimenti per la sicurezza nazionale e l'alta tecnologia (12,8 miliardi di euro): programmi del Mise e del ministero della Difesa.

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