Germania, il governo prende il controllo delle raffinerie di Rosneft
Le filiali di Rosneft in Germania, che rappresentano il 12% della capacità di raffinazione del petrolio del Paese, sono poste sotto «amministrazione fiduciaria» dall’agenzia nazionale che gestisce le reti energetiche
2' di lettura
Il governo tedesco ha annunciato che assumerà il controllo delle attività nel Paese del gruppo petrolifero russo Rosneft, che lì gestisce molte raffinerie, al fine di «assicurare» l’approvvigionamento energetico nazionale. in vista anche la nazionalizzazione di Uniper,
Le filiali di Rosneft in Germania, che rappresentano il 12% della capacità di raffinazione del petrolio del Paese, sono poste sotto «amministrazione fiduciaria» dall’agenzia nazionale che gestisce le reti energetiche, ha affermato il ministero dell’Economia in una nota.
Berlino intende in particolare «dare un importante contributo per garantire il futuro della raffineria di Schwedt» nell’Est del Paese, al confine con la Polonia. Questa grande raffineria è controllata in maggioranza dalla Rosneft e rifornisce di prodotti petroliferi l’intera regione di Berlino. Oggi le sue operazioni sono state gravemente interrotte dopo che il governo ha deciso di ridurre drasticamente le importazioni di petrolio russo. Berlino prevede di farne completamente a meno entro la fine di quest’anno. Assumendo il controllo del sito, le autorità tedesche saranno in grado di controllare l’approvvigionamento di petrolio da fornitori diversi dalla Russia.
In particolare, il collocamento sotto controllo riguarda le controllate Rosneft Germany (RDG) e RN Refining & Marketing (RNRM), che detengono quote in tre importanti raffinerie in Germania.
Il caso Priolo in Italia
«Questa soluzione permetterà alla Germania di superare alcune criticità legate alle sanzioni verso la Russia, mantenendo gli approvvigionamenti e garantendo l’occupazione in tuttala filiera. Il Partito Democratico chiede al Governo di valutare il caso tedesco come esempio di uno sbocco possibile anche per la raffineria Lukoil in Sicilia che rischia di bloccare le sue attività a dicembre del 2022 per effetto dell’embargo sul petrolio russo. Un impianto che impegna, tra lavoratori diretti e indiretti, circa 3mila persone. L’area industriale vale il 51% del Pil della provincia siracusana mentre le navi che riforniscono l’impianto costituiscono un quinto dell’intero traffico del porto di Augusta». Così in una nota Antonio Nicita, candidato del Pd, capolista al Senato in Sicilia Orientale.
Verso il salvataggio di Uniper
Alle porte anche un intervento del governo tedesco per salvare il gigante del gas Uniper, che ha confermato i colloqui in merito a una possibile acquisizione quota di maggioranza dello Stato tedesco. Il maggiore importatore di gas tedesco afferma che vista l’accresciuta situazione di incertezza ci potrebbe essere anche un aumento diretto di capitale che porterebbe il governo federale a una quota di maggioranza significativa in Uniper.
loading...