il voto nei Länder

Germania, l’avanzata dell’estrema destra al test elettorale in Sassonia e Brandeburgo

Nei due Länder dell’ex Ddr AfD è in ascesa ma potrebbe restare fuori dal governo. Sul voto peserà la percezione di un Est che si sente ai margini

di Isabella Bufacchi

Il premier Michael Kretschmer (Cdu) assicura che darà alla Sassonia altri mille poliziotti (Afp)

3' di lettura

Le elezioni sono un campo fertile per le sorprese. E sarà così in Sassonia e Brandeburgo, i due Länder della ex-DDR (Repubblica democratica tedesca) alle urne domani lasciando la Germania, e l’Europa, fino all’ultimo con il fiato in sospeso. Le sorprese infatti potrebbero essere più di una, dando tuttavia per scontata - stando agli ultimi pronostici - la batosta per i partiti dell’establishment Cdu e Spd, l’ascesa a razzo attorno al 20% di AfD (Alternative für Deutschland) e un buon risultato dei Verdi. L’esito inaspettato ma non impossibile, rispetto ai risultati delle elezioni regionali del 2014, delle Europee 2019 e tenendo conto dei sondaggi altalenanti da mesi, vedrebbe da un lato ridimensionata la vittoria prevista del partito di estrema destra e dall’altro lato un gradimento dei Verdi superiore alle attese.

La Cdu dunque mira a confermarsi di misura primo partito in Sassonia, pur con un calo considerevole dei voti, inseguita da AfD al secondo posto. In Brandeburgo l’Spd potrebbe miracolosamente, e nonostante il calo a picco dei voti, mantenere la supremazia degli ultimi 30 anni bloccando al fotofinish AfD al secondo posto, dopo una rimonta insperata dei socialdemocratici e un serrato testa a testa.

Loading...

Stando alle indicazioni tra tutti i partiti anti-razzismo determinati a fermare la deriva xenofoba, nel post-elezioni dovrebbe arrivare il “cordone sanitario” contro la destra estrema con governi di coalizione multicolore (per esempio il rosso-rosso-verde in Brandeburgo oppure il nero-rosso-verde in Sassonia), dove i Verdi potrebbero, con voti tra il 10% e il 14%, diventare l’ago della bilancia.

Il confronto con il passato

In Sassonia, per la Cdu è previsto un crollo verticale dal 39,4% delle ultime elezioni regionali del 2014 al 32% (-7,4%), AfD in ascesa dal 9,7% del 2014 al 24,5% (+14,8%)e i Verdi all’11% circa. Questo non tiene conto delle europee 2019 con un’affluenza record e dove AfD è stato il primo partito con il 25,3% seguito da Cdu al 23% e i Verdi al 10,3%. In Brandeburgo, l’Spd negli ultimi sondaggi è dato al 22% (-9,9% rispetto al 31,9% del 2014) contro il 21% di AfD (+8,8% rispetto al 12,2% del 2014). Ma alle europee 2019, AfD è risultato il primo partito con il 19,9% dei voti, rispetto al 17,2% dell’Spd e il 18% della Cdu. I Verdi potrebbero ottenere domani il 14,5%, in grande ascesa rispetto al 6,2% delle regionali 2014 e poco superiore al 12,3% delle europee 2019. I giovani voteranno Verdi, i meno giovani AfD o i nostalgici Linke.

Il fattore socio-economico

L’analisi del voto è complessa e qualche statistica economica può sorprendere. La Germania viene a tutt’oggi considerata divisa tra Ovest ed Est, in termini di produttività, salari, disoccupazione e Pil pro capite, ma i progressi sono stati considerevoli nel trentennio dalla riunificazione. Il tasso di disoccupazione in Sassonia e Brandeburgo è attorno al 6% , superiore rispetto al 4,2% su scala federale ma molto inferiore al 17% di 15 anni fa. Joachim Ragnitz, dell’Ifo Institute di Dresda, sottolinea che il reddito pro capite, in termini reali, nelle regioni della Germania orientale è pari al 92%  di quello a Ovest (92,8% in Sassonia e 94,2% in Brandeburgo) ma la percezione dei cittadini nella ex-DDR è di un benessere peggiore, si sentono trattati come tedeschi di seconda categoria, poco considerati dalle politiche federali.

«Nessuno nell’Est vuole ricostruire il muro - dice Ragnitz al Sole 24Ore commentando il populismo separatista -. L’Est vuole che la sua voce sia sentita di più nell’Ovest e che i problemi nella ex-DDR siano presi più seriamente dai politici a livello federale. Servono più investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, l’Est dovrà attrarre più investimenti esteri». Per Alexander Kritikos del think tank DIW, la demografia è un fattore chiave in queste elezioni. «In molte aree rurali della Germania est, la popolazione sta invecchiando più dell’Ovest perché molti giovani sono andati via, con picchi del 40% della popolazione sopra i 60 anni nell’Est rispetto per esempio a Francoforte che è al 20%».

Altra fonte di protesta e scontento è l’arretratezza delle infrastrutture locali: «Nell’Est mancano scuole, stazioni di polizia, ospedali, il trasporto locale è carente e questo rende i cittadini scontenti, specialmente nelle aree rurali». Secondo Kritikos, molto è stato fatto: «L’errore iniziale è stato sottostimare il divario della produttività, all’Est era al 35% rispetto all’Ovest trent’anni fa, ma si credeva fosse al 60%. Ora però è all’80%: dire che la riunificazione ha fallito non ha senso».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti