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Giardini, gallerie e passeggiate archeologiche: weekend di primavera a Roma

Da Villa Albani lungo la via Salaria fino alle mostre alla Galleria Borghese e a Villa Medici, con tappe al Roseto Comunale e nelle trattorie del centro: idee per un fine settimana nella Capitale

di Luca Bergamin

Il Giardino all’italiana di Villa Albani Torlonia (foto di Massimo Listri)

4' di lettura

Un Grand tour di primavera non può che avere come prima tappa Roma, dove in questo fine settimana che precede i giorni che porteranno alla Pasqua ci si può concedere un escape di inizio stagione tra soggiorni al cospetto delle antichità più classiche in hotel dall'allure contemporaneo e passeggiate in giardini delle meraviglie, alcuni quasi segreti, che proprio adesso si stanno risvegliando e possono essere visti anche da prospettive aeree inusuali.

A Villa Albani passeggiando nel ‘700 con Stendhal e Yourcenar

È stata la culla botanica del Neoclassicismo. Nel suo giardino all'italiana passeggiava lo scrittore Stendhal e Marguerite Yourcenar raccoglieva memorie. Fu soprattutto Johann Joachim Winckelmann - in virtù del rapporto privilegiato con il cardinale Alessandro Albani, nipote di Papa Clemente XI, e insieme all'architetto Carlo Marchionni - a fare di Villa Albani Torlonia quel gioiello di architettura celato in Via Salaria. Si può visitare prenotandosi sul sito fondazionetorlonia.org della onlus che attraverso i contributi volontari dei visitatori provvede al restauro delle oltre 1200 opere di arte conservate nel parco e nelle sale del primo piano. Entrandovi, si resta immediatamente conquistati dal connubio tra il giardino e questa dimora principesca che sin dalle origini ebbe come scopo principale quello di custodire la collezione del Cardinale Albani e mettere a disposizione degli intellettuali e artisti del XVIII secolo un luogo elitario in cui incontrarsi, dialogare, ispirarsi sia all'interno che all'esterno. Ecco, dunque, che nel parco si gode la piacevolezza di camminare tra antichissimi pini marittimi e furtivi scoiattoli, raggiungendo l'emiciclo della Kaffeehaus, ornato da statue, bassorilievi, fontane, scalinate (il delicato, splendido tempietto diruto è oggetto di un restauro in via di completamento), indugiando nel giardino inglese e francese. All'interno, la meraviglia è quella che scaturisce dal rapporto intimo, ravvicinato con opere del Perugino, Guido Reni, Giovanni Battista Piranesi, Giovanni Paolo Pannini.

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Villa Albani Torlonia

E soprattutto, alzando lo sguardo verso l'alto, si viene folgorati dall'affresco del Parnaso dipinto da Anton Raphael Mengs, le statue, sempre girevoli, che Winckelmann volle fossero riflesse negli specchi, i marmi rari dai colori vividi, le tarsie e le bizzarrie dentro le nicchie rivelano il gusto e del Cardinale e del suo curatore, sodali nel desiderio di destare la curiosità in questa villa rococò considerata nel Settecento la più bella del mondo.

La vista dei templi di Portuno e di Ercole Vincitore che si ha dalle stanze del 47 Boutique Hotel (foto di Luca Bergamin)

Finestra sui templi e risveglio con vista Campidoglio al 47 Boutique Hotel

Aprire la finestra e trovarsi di fronte, a pochi metri di distanza, il Tempio di Portuno e quello circolare di Ercole Vincitore nel Foro Boario. Uscire e come prima prova della giornata inserire la mano nella Bocca della Verità per poi, come training mattutino, salire al Giardino degli Aranci sull'Aventino oppure sulla scalinata irta dell'Ara Coeli dove nel Seicento i contadini si accampavano durante la notte per poi vendere i propri prodotti dal mattino presto. E per la colazione si entra alla Pasticceria ebraica Boccione, dove gustare una fetta di crostata alle visciole e i mostaccioli caldi. Soggiornando al 47 Boutique Hotel si ha proprio la certezza di trovarsi dentro la Roma antica e insieme quella nel Novecento. Ogni stanza, infatti, è arredata con oggetti da collezione delle icone della musica degli anni '60, del cinema italiano dei ’50, con le memorabilia autografate di Pelè e Cassius Clay e il design firmato da Achille Castiglioni e Piero Fornasetti, mentre le opere di Fortunato Depero adornano il bar.

47 Circus Roof Garden

Per il pranzo si sale sulla terrazza del 47 Circus Roof Garden ad assaggiare Porro bruciato, tuberi, uovo poché e tartufo guardando l'Isola Tiberina da un'altra prospettiva. Oppure si acquistano i prodotti al mercato di Campagna Amica nell'attigua Via San Teodoro per gustarli dinnanzi all'Arco di Giano, sul prato del Circo Massimo, scegliendo per il dolce la colomba artigianale della trendy e quotata Casa Manfredi su Viale Aventino. E ancora, si può pranzare con i buoni piatti della cucina romana all'Osteria del Bocconcino, laddove si trovava la stazione di posta per i pellegrini diretti alla Basilica dei Santi Quattro Coronati.

Intanto sul Colle Oppio, al Roseto Comunale, stanno sbocciando i primi boccioli delle 1.100 specie fatte crescere con cura in quello che è stato da sempre un luogo fiorito di Roma, tanto che Tacito nei suoi “Annales” scrive dell'esistenza di un tempio dedicato alla dea Flora proprio accanto a quel Circo Massimo in cui si tenevano i Floralia, le celebrazioni della primavera. Che viene festeggiata anche dai glicini, poco più in alto, del parco di Villa Celimontana.

Un piatto di totani e patate al ristorante Da Paolino a Capri all’Hotel Eden di Roma (foto di Luca Bergamin)

Colazione con Leo Di Caprio all'Eden e a piedi da Penone e Caravaggio

Fare colazione all'Hotel Eden amato da Marlon Brandon, Meryl Streep, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, e pranzare nel suo ristorante Da Paolino a Capri che propone il suo famoso menù della costiera, aperti anche a chi non soggiorna in questo storico albergo, significa poter ammirare il giardino di Villa Medici (che in questo periodo ospita una mostra dedicata al mitico treno Orient Express) da una prospettiva unica e segreta, nonché allungare lo sguardo sino al Vaticano e alla collina dell'Osservatorio Astronomico. I pattern pastello, le ceramiche colorate, e la macchia verde di fronte regalano l'emozione e impressione di volare sopra il bosco più sciantoso di Roma.

Le opere materiche di Giuseppe Penone interagiscono con i saloni della Galleria Borghese (foto di Luca Bergamin)

In pochi passi, infatti, si varca la soglia della Galleria Borghese, dove fino al 28 maggio sono ospitate le opere materiche, i Gesti Universali di Giuseppe Penone, che dialogano con le sculture di Gian Lorenzo Bernini e Canova. Dal Salone di Mariano Rossi alla Sala di Apollo e Dafne, sino al Giardino dell'Uccelliera e a quello della Meridiana, è come se il maestro dell'Arte Povera invitasse a soffiare le foglie e respirare le ombre dei suoi tronchi. Al piano superiore, poi, si è attesi dai ritratti di Raffaello, le atmosfere eteree di Botticelli, i beffardi volti dipinti da Antonello da Messina e quelli sensuali di Tiziano.

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